I 70 anni de L'Espresso
2 ottobre, 2025Articoli correlati
I promotori di questo giornale ritengono che l’assoluta indipendenza della stampa sia il fondamento più solido del regime democratico
I promotori di questo giornale ritengono che l’assoluta indipendenza della stampa sia il fondamento più solido del regime democratico. Questa indipendenza, nelle condizioni attuali della stampa italiana, si è rivelata molto spesso illusoria: interessi di partito o di gruppi sezionali premono sensibilmente sulla direzione politica dei giornali, deformandone la funzione e degradandola a quella di una difesa acritica di tesi precostituite.
La stampa d’informazione viene così ad avere minore autorità e più debole influenza educativa a ragione dell’ossequio, o anche solo del sospetto dell’ossequio, verso il gruppo proprietario. Questa consuetudine ha anche determinato singolari casi di sostituzione di direttori fedeli solo alle esigenze di una obiettiva informazione. Casi come questi hanno dato l’esatta misura del problema che è indubbiamente tra i più delicati del nostro sistema politico. In alcuni Paesi stranieri la questione è stata coraggiosamente affrontata e risolta, almeno per quanto riguarda gli organi di stampa di più antica tradizione e di più alto prestigio.
Il “Times” e l’“Economist”, per non citare che due soli casi di rilievo, offrono appunto l’esempio di giornali la cui continuità d’indirizzo e la cui indipendenza sono garantite da un board of trustees, organo distinto dalla proprietà e investito del potere di nomina e di revoca del direttore del giornale. Queste idee sono state in Italia riprese e sostenute con particolare vigore da Luigi Einaudi, ma non pare che fino ad oggi abbiano trovato un coerente principio di attuazione. All’atto di costituire la Società Nuove Edizioni Romane, editrice de l’“Espresso”, gli azionisti si sono rappresentati l’esigenza di instaurare anche in Italia una prassi che si augurano possa contribuire in qualche modo ad una migliore qualificazione della stampa italiana.
Essi hanno pertanto conferito il potere di nomina del direttore e il compito di assicurare l’autonomia e la continuità dell’indirizzo politico del giornale ad un Comitato di Garanti composto dalle seguenti persone: Giulio Bergmann, Guido Calogero, Arrigo Olivetti, Roberto Tremelloni, Bruno Visentini. Il loro nome vale di per sé a dare al pubblico l’indicazione di una linea morale e politica.
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