I 70 anni de L'Espresso
24 novembre, 2025Nell’aprile 2020, un mese dopo l’inizio del primo lockdown, L’Espresso racconta la pandemia attraverso gli scatti in esclusiva di Fabio Bucciarelli
“La cura e la pietà” era il titolo scelto per la copertina del 5 aprile 2020 e del relativo editoriale del direttore Marco Damilano. C’era infatti una fragile ma necessaria consolazione negli atti di cura e premura verso l’altro, immortalati negli ospedali da Fabio Bucciarelli, in esclusiva per L’Espresso. È un insieme di emozioni complesse e quasi indicibili, quello che riemerge guardando gli scatti della serie integrale e inedita, una paura che l’umanità intera ha provato nello stesso momento. È qualcosa che si può leggere nello «smarrimento degli sguardi, nella fragilità dei corpi, nell’impossibilità di dire Dio, di dirsi addio» scriveva Damilano. Un mese dopo l’inizio del lockdown, quando anche l’isolamento iniziava a pesare oltre ogni immaginazione, gli scatti di Bucciarelli a Bergamo mostravano atti di umanità di fronte a una morte implacabile. Nel frattempo, però, l’emergenza si tramutava lentamente in burocrazia, e l’unità dei primi giorni cedeva il passo alla frammentazione, soprattutto dopo la decisione del governo di prolungare il lockdown, contro l’impazienza crescente di una primavera alle porte. Il rischio era quello di vedere un Paese spezzato in due metà, una che lottava ancora per sopravvivere, l’altra che voleva lasciarsi tutto alle spalle, nonostante lo spettro di una nuova povertà e una nuova rabbia sociale. Anche per questo motivo L’Espresso in copertina scelse la delicatezza dell’immagine della signora Teresina sollevata dai soccorritori, per non dimenticare, dopo, la «disperata fraternità» che ha salvato molti nei momenti più difficili.
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