Un primo tentativo di riforma generale delle norme sul matrimonio e di abolizione del delitto d’onore avvenne quasi un decennio prima dell’effettiva promulgazione della legge

La lunga lotta del diritto di famiglia

Il 1967 per L’Espresso inizia con un’analisi dello stato del diritto di famiglia. Nel corso dell’anno precedente, infatti, ben due proposte di legge erano state avanzate per la sua riforma. La prima, da parte del ministro della Giustizia repubblicano Oronzo Reale, la seconda dalla deputata comunista Nilde Iotti. L’intento era quello di riformare l’approccio della legge italiana, a partire, per esempio, dall’abolizione del diritto d’onore. Ecco perché L’Espresso sceglie un titolo di copertina emblematico e provocatorio: «Chi comanda ora, la moglie o il marito?», per poi invece sottolineare l’estremo ritardo con cui una simile proposta arrivava in una società civile e in uno Stato moderno. Tanto più considerando che entrambe le proposte non proseguirono l’iter di legge e il diritto di famiglia fu modificato solo nel 1975. Nel taglio basso della prima pagina del 1° gennaio 1967, il giornale si divide poi fra una notizia di politica siciliana e una di spettacolo. L’articolo di Salvo Mazzolini riporta la scelta del sindaco di Agrigento - nonostante i divieti del governo - di riaprire i cantieri edilizi dopo una grave frana che aveva prodotto migliaia di sfollati. Fu l’esempio più scandaloso e più evidente della pericolosità della speculazione edilizia di quegli anni, infatti si iniziò a parlare di “sacco di Agrigento”, risolto formalmente con la successiva Legge Ponte sull’urbanistica. La copertina è infine conclusa da un richiamo in prima pagina all’articolo dedicato al flop della versione musical di “Colazione da Tiffany” a Broadway. Nonostante il successo del romanzo di Truman Capote e del film di Blake Edwards con Audrey Hepburn, infatti, la versione teatrale di Bob Merrill e Abe Burrows fu cancellata dopo sole quattro anteprime a New York, prima ancora del debutto ufficiale.

 

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