Nuovi libri, ricerche di psicologia e grandi artisti, come Joan Baez e Bob Dylan, nel 1966 riflettevano un forte cambiamento dei costumi in atto, mentre in Italia si continuava a discutere soprattutto di divorzio

Il nuovo mondo si affaccia negli anni Sessanta

È una rivoluzione culturale quella che in tre modi diversi appare sulla copertina de L’Espresso del 1° maggio 1966. Mancano ancora due anni esatti alle grandi rivendicazioni del maggio francese, delle proteste studentesche e della trasformazione dei costumi occidentali, tuttavia, in Italia la pressione sociale sul tema del divorzio ha raggiunto un livello molto alto, con la nascita - nel 1966 - della lega italiana per l’istituzione del divorzio (Lid), composta da radicali, socialisti e alcuni membri del Psiup e del Pci. Lo scontro è aperto con l’opinione pubblica cattolica, come esposto nell’articolo di apertura in prima pagina. Intanto negli Stati Uniti, a cui sono dedicati i due richiami nel taglio basso, il tumulto civile si mostra sia nella sfera sessuale sia in quella politica. Il 1966 è infatti l’anno della pubblicazione della cosiddetta bibbia della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, “Human Sexual Response”, volume di ricerca e studi osservazioni del ginecologo William Masters e della psicologa Virginia Johnson. Si tratta di uno studio sulla sessuologia che ha contribuito a ridefinire anche la fisiologia sessuale umana, a partire dalle osservazioni di Alfred Kinsey del 1948 e del 1953. Infine, l’articolo di Furio Colombo, accompagnato da un ritratto di Bob Dylan, racconta l’impegno pacifista, contro la guerra in Vietnam, di due degli artisti più rilevanti in Occidente, quell’anno: lo stesso Dylan e Joan Baez. La cantautrice, in particolare, nel 1965 aveva fondato l’Istituto per lo studio della Nonviolenza e più volte durante i suoi concerti aveva incitato alla diserzione.
 


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