Tra le elezioni tedesche e la riunione del Fondo monetario internazionale l’economia europea si trovava in un equilibrio precario di cui la ricostruzione di Scalfari intendeva svelare la direzione

Un’estate di paura, dall’incertezza monetaria alla Manson Family

Il 24 agosto 1969 l’articolo di apertura de L’Espresso era un’inchiesta economica di Eugenio Scalfari (che era stato direttore dal 1963 al 1968) in previsione del «terremoto valutario» atteso per quell’autunno. A poche settimane dall’assemblea del Fondo monetario internazionale, infatti, il giornale ricostruiva i segnali di una crisi imminente, che avrebbe riguardato tutte le maggiori valute europee, ma soprattutto il dollaro. Così avvenne nei primi anni Settanta, in seguito anche alla decisione del Fmi di interrompere la convertibilità in oro della moneta statunitense. La stessa prima pagina, inoltre, era composta anche da un richiamo all’articolo da Los Angeles di Camilla Cederna, dedicato a Sharon Tate, l’attrice uccisa dalla Manson Family il 9 agosto precedente. Infine Alberto Moravia, che per L’Espresso si occupava di critica cinematografica, raccontava in anteprima il “Satyricon” di Federico Fellini, liberamente ispirato all’opera di Petronio.

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