Fermati da pochi giorni (23 febbraio 1971), i moti di Reggio Calabria avevano progressivamente rivelato una fitta organizzazione di reti squadriste che risalivano la penisola da Sud a Nord. Finanziamenti e sovvenzioni giunti al Movimento sociale per un totale di 600 milioni di lire avevano reso possibile, almeno a Reggio Calabria, la rivolta della città, da cui i partiti di sinistra si erano dissociati. Come rivelato anche da articoli precedenti de L’Espresso, che il 7 marzo 1971 titolava appunto la copertina «Manganelli Spa», orientando l’attenzione sull’organizzazione sistemica della violenza squadrista, si trattava ormai di un’organizzazione nazionale e internazionale, nascosta da una facciata di legalità. Nel taglio basso della stessa copertina si leggeva invece un richiamo al reportage interno sull’inquinamento, classificato dal giornale come parte di un «resoconto sul malcostume». Infine il secondo richiamo in copertina era a due articoli dedicati al confronto fra le grandi capitali europee, Roma e Parigi. Uno firmato da Giancarlo Marmori, giornalista residente in Francia. L’altro, invece, di Ennio Flaiano, raffinato narratore di Roma, spesso infatti da lui descritta nei soggetti e nelle sceneggiature dei film di Federico Fellini.
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