L’Espresso nell’estate 1967 intravedeva un altro traguardo verso la legge per lo scioglimento del matrimonio, con l’accordo ormai evidente fra tutti i partiti laici

La lotta per il divorzio non si spegne

Il 9 luglio 1967 la battaglia per il divorzio era ancora in corso e L’Espresso decise di dedicare al tema un’intera prima pagina per contrassegnare un punto relativo di svolta. Era ormai chiaro, infatti, che tutti i partiti laici dell’Italia repubblicana erano a favore di una legge per lo scioglimento del matrimonio. Nell’ottobre 1965 il socialista Loris Fortuna aveva presentato il progetto di legge alla Camera, portando per la prima volta l’argomento in Parlamento. Tra la fine dello stesso anno e l’inizio del 1966 era nata la Lega italiana per l’istituzione del divorzio, che era un’associazione politica aperta a tutti i cittadini e le cittadine, ma promossa dal Partito radicale e fortemente sostenuta dai comunisti. Nel corso degli anni Sessanta anche il partito liberale si allineò al fronte del divorzio, con la proposta di legge di Antonio Baslini che in seguito (nel 1968) si aggiunse a quella di Fortuna, diventando il progetto definitivamente approvato nel 1970. Nella scelta della copertina de L’Espresso, inoltre, si poteva leggere anche un significato ulteriore. Nello Lo spazio lasciato alla fotografia, sensuale e romantica, su un numero uscito in piena estate, c’era la volontà di mantenere molto alta l’attenzione sul tema, attirando lo sguardo dei lettori con una grafica decisa e forte, sia nei soggetti (nudi) sia nei colori (nero e giallo).

 

Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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