Un finto abbraccio che evidenzia tensione e divisione è quello rappresentato da Franco Originario sulla copertina de L’Espresso del 10 febbraio 1980. Enrico Berlinguer, segretario del Pci e Leonid Breznev, a capo del partito comunista sovietico, si trovano a un punto di stallo. Già l’idea dell’eurocomunismo del Pci, ovvero la rinuncia alla dittatura del proletariato e alla rivoluzione, a favore di un comunismo più occidentale, aveva creato tra i due leader una spaccatura evidente e non risanabile. In seguito all’invasione sovietica dell’Afghanistan, nel dicembre 1979, l’avversione di Berlinguer divenne evidente. Pochi giorni dopo, infatti, il 16 gennaio 1980, Berlinguer pronunciò al parlamento europeo un celebre discorso sulla pace e sul disarmo, ugualmente distante dalla Nato o dagli Stati Uniti quanto dalle decisioni sovietiche. Il suo progetto infatti era l’assunzione di una «comune posizione europea» in grado di «resistere a ogni pressione che spinga verso un ulteriore peggioramento delle relazioni internazionali, promuovendo invece un’azione rivolta alla distensione e alla cooperazione». Proprio questa visione di un ruolo sempre maggiore dei partiti comunisti europei alimentò l’attrito e la distanza con il partito di Breznev.
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