I 70 anni de L'Espresso
7 luglio, 2025Con l’evoluzione delle macchine Apple nasce l’idea di schermo come interfaccia e non più sequenza di codici. Umberto Eco lo chiama il nuovo Medioevo, un’epoca di continua riadattabilità
Era il 24 gennaio 1984 quando il primo Macintosh di Steve Jobs appariva sul mercato rivoluzionando l’uso del personal computer, per la prima volta con un’interfaccia e non un codice html da scrivere. Pochi mesi dopo, il 1° aprile, L’Espresso lasciò che fosse Umberto Eco in prima pagina a spiegare la rivoluzione tecnologica in atto, con un titolo di copertina emblematico (“Come vivere col computer”) e l’immagine della Gioconda davanti a uno schermo e a una tastiera (la grafica era di Paolo Stroppa). Secondo Eco l’umanità stava entrando in un "nuovo Medioevo”, inteso come un’epoca di «transizione permanente che richiedeva nuovi metodi di adattamento». Vivere con il computer, cioè, per Eco significava sviluppare la cultura della continua riadattabilità, nutrendosi di utopie. Proprio come l’uomo medievale che, inventando le università, ha «custodito l’eredità del passato a modo suo, non seppellendola come un tesoro ma traducendola continuamente, usandola». La sua visione abbastanza positiva della nuova tecnologia si riversò poi in alcuni aspetti narrativi e strutturali del suo secondo romanzo, “Il pendolo di Foucalt” (Bompiani, 1988).
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
Il sondaggio lo trovate a questo link
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