I 70 anni de L'Espresso
26 agosto, 2025Nel 1989 Nanni Moretti presentò uno dei suoi film oggi più celebri. Era la critica a un partito comunista senza memoria e senza identità, due mesi prima del crollo del Muro
Michele Apicella, funzionario del Pci, perde la memoria così come il Partito comunista italiano perde la sua identità. È la metafora che Nanni Moretti, attraverso il suo alter ego cinematografico, usa nel celebre film “Palombella rossa”, del settembre 1989. Pochi giorni dopo, il 1° ottobre, è protagonista della copertina de L’Espresso, con un’intervista di Ferdinando Adornato sulla politica, sul partito e sulla generazione del regista stesso, che ne intravede la fine. Solo pochi mesi prima Adornato, sempre per L’Espresso, aveva intervistato Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, che riportava la base ideologica del partito alla Rivoluzione francese, allontanandola dalla Rivoluzione d’ottobre bolscevica, segno di una frattura ormai evidente con il Pcus. Eppure quando uscì "Palombella rossa” Moretti attirò più di una critica, per aver rappresentato un partito allo sbando ideologico. La storia gli diede ragione, due mesi dopo, con il crollo del Muro. Il regista tuttavia, non si mostrò intimorito dallo “scontento”, né allora né dopo nel corso della sua carriera. Come disse ad Adornato, l’opera politica, giornalistica o cinematografica non deve omologarsi ai gusti del pubblico (o degli elettori), deve invece saper attrarre a sé, attraverso scelte radicalmente nuove.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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