Nell'epoca dove tutto è fast e la comunicazione è sempre più compressa in 140 caratteri c'è ancora chi crede nella forza del giornalismo 'lento'. Come dimostra il Sochi project, un reportage lungo cinque anni interamente finanziato dai lettori. In mostra a Roma, una selezione di immagini
Nel mondo dell'informazione contemporanea media, due tipi come loro sono praticamente dei marziani. Perché il fotografo Rob Hornstra e lo scrittore e filmaker Arnold van Bruggen hanno un chiodo fisso, lo slow journalism. Talmente slow che si sono imbarcati in un progetto che li terrà occupati da qui al 2014, anno in cui a Sochi si svolgeranno i Giochi olimpici invernali.
L'idea è quella di raccontare con fotografie e video come cambia in cinque anni il tessuto urbanistico, culturale e sociale di un piccolo centro sul Mar Nero, dove decrepiti palazzi di edilizia socialista che ospitavano sanatori dell'epoca sovietica convivono a fianco a fianco con hotel di lusso destinati ai nuovi ricchi in cerca di svago e relax. Una cittadina sospesa tra il passato e un futuro effimero, distante solo una ventina di chilometri da una zona di guerra.
Un progetto che non può prescindere dalla presenza continua sul territorio di chi ne vuole raccontare le piccole mutazioni e i grandi stravolgimenti e che risulta difficilmente compatibile con le esigenze di testate sempre più inclini a contenere i cosi di corrispondenze e reportage, soprattutto se relativi a luoghi lontani da ogni forma di glamour o di emergenza giornalistica.
Hornstra e van Bruggen non si sono persi d'animo e intendono trasformare un apparente handicap in un modello di reportage approfondito e indipendente. Finanziato interamente da quanti, convinti dalla bontà della loro idea, decideranno di contribuire, acquistando le stampe delle immagini (a tiratura limitata) del reportage o 'abbonandosi' con una donazione (da 10 a 1000 euro) al
sito web dell'iniziativa, dove nell'area riservata è possibile consultare tutti i video dei documentari, guerdare le foto e leggere le interviste.
Dal 29 gennaio al 27 marzo la galleria fotografica Mandeep Photography di Roma (con la cura di Chiara Capodici e Fiorenza Pinna di 3/3) ospita una mostra di presentazione del progetto. L'intento è naturalmente anche quello di allargare la base dei sottoscrittori. In nome della massima trasparenza, i due autori indicano sulla homepage del sito, date dei viaggi (ne sono previsti due all'anno della durata di un mese ciascuno), costi stimati, somme raccolte.
Il prossimo obiettivo è il reportage di maggio 2010, costo previsto 30 mila euro. Ne mancano all'appello poco meno della metà. Il conto alla rovescia è iniziato.