La fiction "L'ispettore Coliandro" è un buon esempio di poliziesco moderno, televisivamente ben fatto, leggermente ansiogeno
L'ispettore Coliandro viene interpellato ogni volta, al primo approccio, 'Coriandolo', provocando la sua immediata irritazione. È un funzionario di polizia fuori dagli schemi, diretto da Manetti & Bros, che fa un uso sconsiderato del turpiloquio. Come molti protagonisti di polizia contemporanei, questo poliziotto, una creazione dello scrittore Carlo Lucarelli che è andato in onda il 19 e il 26 marzo, è un perfetto figlio dei suoi tempi: parla male, lavora peggio, e miracolosamente riesce a saltarci fuori ogni volta, che si tratti di storie tradizionali o sataniche.
Ciò nonostante Coliandro non è antipatico. È un poliziotto moderno, di quelli che assomigliano più ai delinquenti a cui dovrebbero dare la caccia che non ai loro colleghi. Gli stessi luoghi che frequentano sono problematici, con poche luci, spesso con suoni da discoteca, frequentati da ragazze facilmente disponibili. Coriandolo, alias Coliandro, alias l'attore Giampaolo Morelli, se la cava mica male, anche se talvolta dà l'idea di riuscirci a malapena, in mezzo alla strana fauna che frequenta e che talvolta lo minaccia.
Posto in seconda o terza fascia, Coliandro va tenuto a distanza dai bambini, se non si vuole che imparino un linguaggio da scaricatori di porto (o semplicemente da salotto normale, dove si parla con il linguaggio della borghesia qualunque). Tuttavia ha un tocco 'noir' che può attrarre molto, perché porta le storie al livello della quotidianità e le fa apparire 'vere'. Sicché 'Coriandolo' è un buon esempio di poliziesco moderno, televisivamente ben fatto, leggermente ansiogeno: ma questo per un 'noir' dovrebbe essere normale.