La crisi del fascismo sarebbe potuta maturare prima del 1943, se le forze politiche ancora clandestine, fossero state più determinate. Invece si dovette aspettare l'intervento del re e lo sbarco in Sicilia delle forze alleate. Infatti il 10 luglio '43 gli angloamericani arrivano in Sicilia e cominciano a colpire le truppe tedesche e italiane. Due settimane dopo, il 25 luglio il re Vittorio Emanuele III congeda Mussolini e lo fa arrestare in conseguenza del Gran Consiglio del fascismo (dove il Duce viene rovesciato dai suoi ex camerati). La guida del governo è affidata al maresciallo Pietro Badoglio. Comincia un braccio di ferro tra i partiti antifascisti e il nuovo governo che, su volontà del re, non ha intenzione di affrontare subito la questione dell'alleanza con i tedeschi. Ma i partiti, che più tardi si sarebbreo riuniti nel Comitato di liberazione nazionale (Cln), il 13 agosto '43 approvano un ordine del giorno col quale si dissociano dal governo. Questa decisione del Cln e soprattutto la firma segreta dell'armistizio di Cassibile (il 3 settembre), tra il generale Castellano e il generale Eisenhower (una resa senza condizioni italiana), decreta l'impossibilità di proseguire sulla via della prudenza sostenuta dal re.
L'armistizio viene reso noto l'8 settembre '43. Alle 18.30, da Radio Algeri Eisenhower lo annuncia al mondo; un'ora dopo Badoglio dai microfoni dell'Eiar agli italiani. All'alba del 9 settembre '43, Badoglio e il re abbandonano Roma, accerchiata dalla forze di Hitler e si trasferiscono a Brindisi, nuova sede temporanea dello Stato italiano. Il 12 settembre '43, Mussolini viene prelevato da un commando nazista dalla sua prigione a Campo Imperatore su Gran Sasso. Portato in Germania viene incaricato di costituire la Repubblica di Salò. I tedeschi procedono intanto all'internamento e deportazione dei soldati e ufficiali italiani che rimangono fedeli alla monarchia e non vogliono aderire al nuovo Stato di Mussolini. Molti giovani salgono in montagna e danno vita alla Resistenza armata. Le diatribe tra il governo Badoglio e i partiti del Cln, e la posizione del re, aggiungono alla guerra in atto tensioni politico-istituzionali. Nel frattempo, autunno 1943, nelle città occupate dai tedeschi si procede alla deportazione degli ebrei verso Auschwitz.
Nel marzo '44 Togliatti torna dall'esilio sovietico. Sbarca a Napoli. Ad aprile propone di rinviare a dopo la guerra la questione istituzionale; de facto accetta la monarchia. I partiti del Cln entrano a far parte del governo Badoglio che si trasferisce a Salerno. Togliatti ne è il vicepresidente. La guerra continua tra alti e bassi. Soltanto il 25 aprile '45 l'Italia viene liberata dal nazifascismo. A settembre '45 si determinano le condizioni per l'Assemblea costituente, e al referendum del 2 giugno '46 gli italiani decretano la fine della monarchia e il passaggio alla repubblica. Nel dicembre '47 viene approvata la Costituzione della Repubblica italiana.