Sullo sfondo delle camerette si intravedono giocattoli e peluche, ma in primo piano ci sono loro, le piccole star di YouTube: Martina, Chicca, Vale, bambine di 10-11 anni che con grande serietà insegnano i segreti del “baby make up”. Determinate, professionali quasi, impartiscono con impegno la loro lezione, spiegano ad altre ragazzine come si mette il correttore per le occhiaie, dove sfumare l’ombretto e con quale intensità passare il lucidalabbra. Ormai il trucco per bambine non è più un tabù, anzi è un business che si diffonde, un mercato camuffato da gioco, una tentazione da offrire in profumeria a madri e figlie, un messaggio del Web. La linea di confine tra infanzia e adolescenza è andata via via scomparendo, cancellata da una linea di rossetto. Addio alla bellezza dell’asino: negli Stati Uniti si calcola che la cosmetica rivolta alle più piccole coinvolga ormai tre milioni di bambine e ragazzine tra i 3 e i 16 anni. In Italia il calcolo è difficile, il mercato in evoluzione e poco controllato.
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Giochi Preziosi, azienda leader nel settore dei giocattoli, ha lanciato diversi prodotti legati alla cosmetica. C’è il kit di Violetta con specchio, ombretti, lucidalabbra, per ragazzine che vogliono emulare l’eroina della Disney, ma anche giochi pensati per più piccole come “Very Bella” che propone un make up come quello di «principesse, pop star e celebrity», trucchi di ogni genere ma rimovibili con acqua. “Very beauty” invece è il play set che ricrea un salone di bellezza, dove le bambine possono imparare a gestire le loro clienti. C’è anche, tra i giochi proposti, un “Nail salon” per piccole che vogliono avere unghie impeccabili.
«Punto di forza di “Very Bella” è quello di offrire nuovi make up ogni stagione, contenuti all’interno di trousse all’ultima moda come quelle che si trovano nelle profumerie», spiegano a Giochi Preziosi: «In questo modo le mamme sono rassicurate dal fatto che le proprie bimbe non usano i loro prodotti cosmetici ma altri adatti a loro, totalmente sicuri. Per esempio “Very Bella” propone uno smalto che si toglie con acqua senza bisogno di solventi».
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Ma non sono solo le aziende di giocattoli a cercare di cavalcare il nuovo mercato: alcune case cosmetiche offrono prodotti che si vendono in profumeria e che strizzano l’occhio all’infanzia, con trousse dove sorridono i Puffi o che si richiamano al mondo Disney. Un’indagine realizzata da Escentual.com, un sito che vende cosmetici, rivela che l’età media in cui oggi le bambine iniziano a truccarsi è 11 anni, mentre fino al decennio passato il confine era quello dei 13 anni e mezzo.
In ogni caso il baby make up non è solo materia da dibattito pedagogico. Mesi fa in Svizzera sono stati sequestrati prodotti cosmetici destinati alle bambine pericolosi per la salute. Si trattava principalmente di smalti, rossetti e ombretti; tutti venivano venduti in negozi per giocattoli o grandi magazzini. All’interno sono stati trovati tassi molto alti di sostanze non autorizzate; mancavano inoltre informazioni sugli ingredienti e avvertenze per i genitori. In questo caso era stato possibile aggirare le leggi sui cosmetici perché i prodotti erano classificati come giocattoli.
Se è facile smascherare i prodotti tossici, tuttavia, più difficile è difendersi da quelli “ecologici”. Negli Stati Uniti, dove l’offerta è spesso aggressiva e subdola, sempre più marchi si pubblicizzano come “naturali” dunque non pericolosi. Così si propone la linea Geo Girl, target 8-12 anni, che contiene perfino prodotti anti-invecchiamento, mentre Luna Star Natural ha una serie di kit per bambine dai 3 anni. Tutti, sostengono, rigorosamente eco-friendly.