Il celeberrimo nudo del 1917 il 9 novembre va per la prima volta all'asta da Christie's a New York. E potrebbe finire venduto per una cifra tra i 70 e i 100 milioni di dollari

Luminosa più che mai, New York a novembre. Ma la sera di lunedì 9 novembre tutte le luci saranno puntate su Amedeo Modigliani. Del maestro livornese morto a Parigi a soli 36 anni andrà per la prima volta in asta da Christie's, in Rockefeller Plaza, un capolavoro mai uscito prima dalle fortunate mani dei collezionisti: il meraviglioso “Nu couché” (Nudo sdraiato) del 1917-18.

Esposto per dieci giorni nella prima sala al piano terra, da solo su parete scura, attrae come un magnete chiunque si affacci a esaminarlo, con quella postura da statua coricata, nella pienezza delle forme, le macchie scure dei capelli, degli occhi, del pube sul corpo luminescente, e il corpo, a sua volta, aperto e invitante sul giaciglio dai colori caldi.

Questo splendore non ha un prezzo di partenza: «stime su richiesta», naturalmente. E il suo destino è imprevedibile, come spesso in questi casi eccezionali. Potrebbe finire venduto a 70 come a 100 milioni di dollari, magari essere accalappiato da un acquirente asiatico dall'identità copertissima. Prima di New York, infatti, è stato esposto qualche giorno a Hong Kong. Ad oggi, nessuno si sbilancia, e i newyorkesi in visita emettono mugolii di ammirazione.

Perché fa notizia il “Nu couché”? Per almeno tre motivi. Non è mai stato opera “pubblica”, di proprietà di un museo. Ha una provenienza di prim'ordine, che lo nobilita. E per noi italiani, una storia che ci riguarda.

Di proprietà del primo mercante promotore di Modigliani, il polacco Leopold Zborowski detto “Zbo”, fu ceduto all'amico collezionista Jonas Netter, ebreo alsaziano morto nel 1946. Da lì giunse in Italia, nella collezione Gualino di Torino, dell'industriale e finanziare Riccardo Gualino, mecenate dall'occhio lungo, e poi nella rinomata collezione di arte italiana moderna di Gianni Mattioli, colui che cedette un blocco rilevante delle sue opere alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, dov'è tuttora esposta.

Non però il “Nudo sdraiato” di Modì. Il quale è stato affidato a Christie's, così la dicitura ufficiale, da una «distinguished European collection». La collezione è in Svizzera. E in Svizzera, a Martigny, risiede Laura Mattioli, figlia ed erede in passione artistica di Gianni, che non ama apparire. Per cui, come minimo, si può dire che Laura Mattioli, o la famiglia Mattioli, è stata la penultima proprietaria.

Laura Mattioli, collezionista e critica, risiede in parte anche a New York. Dove nel 2013, in un bell'edificio storico di Soho (421 Broome Street; www.italianmodernart.org) ha fondato il Cima, Center for Italian Modern Art, un organismo non profit che promuove in terra americana lo studio e la conoscenza dei maestri italiani del XX secolo. “L'Espresso” lo ha visitato. La prima mostra è stata su Fortunato Depero. Quella oggi in corso, sul Giorgio Morandi degli anni Trenta-Quaranta.

Il Cima offre borse di studio a un numero selezionato di giovani ricercatori, attualmente cinque, formatisi nelle migliori università, che oltre a studiare guidano i visitatori, su appuntamento, con grande bravura. A dirigere il Cima la presidente Laura Mattioli e il suo board hanno posto Heather Ewing, una storica dell'arte formatasi a Yale, a Londra e poi alla Smithsonian Institution.

Mentre l'arte italiana a Manhattan brilla in quest'autunno con la formidabile retrospettiva su Alberto Burri che riempie l'intera cupola del Guggenheim Museum a Central Park, facendo incassi notevoli, due parole ancora sulla poderosa asta del 9 novembre intorno alla stella Modigliani.

Voleranno, infatti, quella sera, milionate su milionate di dollari. Intorno a figure femminili, soprattutto. Nell'asta intitolata “The Artist's Muse” sono valutati in una forbice dai 10 ai 30 milioni l'uno almeno un “Nudo sdraiato” di Gustave Courbet, un “Naked Portrait” di Lucian Freud, la inquietante “Lady Abdy” di Balthus e, di Pablo Picasso, un ritrattino che fece nel 1937 alla sua amante Marie-Thérèse Walter incoronata di fiori. Per tacere di altri Picasso, di Léger, Giacometti e Liechtenstein, tutti dai 10 milioni in su.

Ma la regina resta lei, la attraentissima femmina dagli occhi neri di quel genio sregolato, e sregolato seduttore, che fu Amedeo Modigliani.