La nuova Fondazione a Milano. Le librerie separate dall’immobiliare. La rete tv che va su Sky. Il gruppo avvia le grandi manovre

Oggi a Milano esci da Eataly, o svolti dalla movida di corso Como, e ti trovi di fronte un esempio di gotico del ventunesimo secolo. È la nuova Fondazione Feltrinelli, un lungo edificio vetrato con 1.224 finestre (sì, avete letto bene), ritmato da costole in cemento, che corre come una nave rovesciata fino a Porta Volta. Si trova proprio di fronte alla Trattoria della Pesa, sopra la quale abitò, dopo il 1930, il rivoluzionario vietnamita Ho Chi Minh quando venne in missione internazionalista.

E una piccola rivoluzione - sorry per la banalità - la sta facendo anche il gruppo Feltrinelli, che si riorganizza dopo anni difficili per tutto il mondo del libro e dei suoi dintorni. Di questi cambiamenti l’edificio Feltrinelli Porta Volta, primo vero progetto italiano di Herzog & de Meuron di Basilea, gli architetti della Tate Modern di Londra, è come un’incarnazione.

Un luogo che aspira a diventare uno spazio civico. «Noi non siamo immobiliaristi», dichiarava ironico, qualche anno, fa il presidente Carlo Feltrinelli. Ebbene, il Gruppo Feltrinelli ha separato la gestione delle attività immobiliari da quelle editoriali e commerciali, che restano il core business. Il progetto Feltrinelli Porta Volta è stato conferito a un fondo immobiliare paritetico in joint venture con Coima Sgr, la società di Manfredi Catella, l’artefice del nuovo quartiere Milano Porta Nuova (cinque minuti a piedi). E con un pool di banche è stato siglato un accordo per rifinanziare il debito.

Non traslocherà la casa editrice, né la holding, che restano in via Andegari. Si stabilirà nei primi 3 mila metri quadri (un terzo dell’edificio, lungo quasi 200 metri) la Fondazione, appunto, con il suo sistema di attività distribuite su 7 piani. A fine anno s’inaugura, e farà notizia; come la farà il completamento della Fondazione Prada.

«Il cuore contenutistico saranno i nostri archivi, 1,5 milioni di carte e 250 mila volumi, focalizzati su politica, storia, scienze sociali, economia», racconta il segretario generale Massimiliano Tarantino: « Al piano terra ci sarà una libreria innovativa con caffetteria. Al primo una bella sala polifunzionale, non solo per le tipiche attività della Fondazione ma anche con funzioni di entertainment, per conferenze e video proiezioni. Altri due piani saranno di aule didattiche, spazi per co-working, promozione talenti, borse di studio. All’ultimo piano una grande sala di lettura sarà aperta a tutti i cittadini, con vista sugli alberi».

Dietro queste novità c’è il presidente azionista Carlo Feltrinelli, che controlla da solo il 100 per cento della holding, del sistema librerie, delle vendite online (lafeltrinelli.it) e della casa editrice. Nel 2015 il gruppo ha fatturato 345 milioni (32 la sola editrice, in lieve crescita), dopo una lunga ristrutturazione. Oggi ci lavorano quasi 2 mila persone.

Spiega all’“Espresso” Carlo Feltrinelli: «In questi anni abbiamo puntato sulla diversificazione, sull’integrazione delle piattaforme, sui modelli più innovativi di libreria, ma è la radice editoriale che conta: siamo e saremo sempre un gruppo che s’impegna con le proprie risorse e le proprie persone per dare al paese luoghi e pensieri liberi, indipendenti e che guardano alla costruzione di un futuro migliore. Il progetto della nuova Fondazione Feltrinelli è figlio di questo pensiero».

Il nuovo amministratore delegato, Roberto Rivellino, 45 anni, ci illustra le nuove strategie: «Noi abbiamo una visione editoriale anche quando facciamo il retail e vendiamo prodotti multimediali di altri. Lo facciamo selezionando i contenuti». A differenza di trent’anni fa, la gran parte del volume d’affari, circa 300 milioni, viene dal cosiddetto retail integrato: la rete di librerie, tradizionali e innovative (vedi il brand Red, “Read, eat, dream”), l’e-commerce, i punti ristorazione in società con l’Antica Focacceria San Francesco che rendono più lieve anche l’acquisto dei “Saggi” di Montaigne.

«Le librerie oggi sono 119», continua Rivellino, «corrispondono al 20 per cento del mercato. Dopo anni non facili per la crisi dei consumi, notiamo una ripresa, per esempio nelle stazioni, grazie al segno più nel settore viaggi. Le librerie delle stazioni centrali a Milano, Firenze e Napoli sono diventate vere e proprie “destinations”, dove i cittadini si danno appuntamento».

Il minacciato sbarco di Amazon, leader nell’e-commerce, nelle librerie fisiche? Rivellino sorride: «Per ora Amazon ha smentito le indiscrezioni dei “New York Times”. Se in futuro aprirà proprie librerie sarà solo la conferma di ciò che stiamo già affrontando noi: l’integrazione crescente tra punti vendita e vendite online, e tra acquisto di prodotti editoriali ed esperienze culturali, incontri, proiezioni, mostre fotografiche». Tuttora il settore e-book, in Italia, non arriva al 5 per cento del mercato. «L’Apocalisse del libro non è avvenuta», chiosa Rivellino.

Altro tema delicato, il braccio televisivo del Gruppo, la rete laeffe. Laeffe non è riuscita a salire oltre lo 0,3 per cento medio di share, e con costi fissi molto alti. Dal 30 gennaio laeffe, lasciato il canale 50 del digitale terrestre, va in onda solo al numero 139 del decoder Sky, grazie all’accordo con il gigante anglosassone.
Come dice Carlo Feltrinelli: «Negli ultimi tre anni laeffe ci ha davvero appassionato: un progetto basato sulla qualità e su una proposta televisiva diversa. Continuare su Sky non è un ripiego, è una scelta per continuare ad essere protagonisti in televisione ma in un modo compatibile». Sul digitale terrestre, infatti, è più difficile essere indipendenti, da quando si sono formati gruppi come La7, Discovery, DeAgostini. «Ecco perché», aggiunge Rivellino, «puntiamo su una piattaforma Sky da 5 milioni di famiglie. E senza il giogo dell’Auditel...».

Infine, per evitare ai dotti lettori dell’“Espresso” un’indigestione di marketing, due parole sulle novità della casa editrice, diretta da Gianluca Foglia, che nel 2015 ha festeggiato i 60 anni. La Feltrinelli, tra l’altro, controlla Anagrama, a Barcellona, prestigiosa casa spagnola fondata da Jorge Herralde, vecchio amico di famiglia.

Nel 2016 Carlo & friends puntano ad alcuni autori italiani. Giuseppe Catozzella, con il romanzo “Il grande futuro”, appena uscito; Chiara Gamberale con “Adesso”, un libro, come dire, sull’amore; il ritorno di Simonetta Agnello Hornby con “Caffè amaro”, ambientato in Sicilia. In primavera uscirà “L’Europa impossibile” del presidente emerito Giorgio Napolitano. Poi l’atteso romanzo di Jonathan Coe “Numero undici”, seguito del best seller mondiale “La famiglia Winshaw”. Infine, un libro pensato per i ragazzi da Samantha Cristoforetti, la coraggiosa astronauta italiana.

In generale, la sensazione è che il Gruppo Feltrinelli, nell’era di Carlo I, voglia tenersi saldamente ancorato a terra, senza perdersi tra le stelle.