Con le sue dirette streaming il social network di Zuckerberg conquista già milioni ?di spettatori. E diventa un concorrente temibilissimo per le emittenti tradizionali

All’ultima conferenza per gli sviluppatori di Facebook - l’appuntamento annuale conosciuto come F8 che si è tenuto ad aprile a San Francisco - il numero uno dell’azienda Mark Zuckerberg, ha parlato quasi soltanto di video. Non è un caso: da oltre un anno, infatti, il suo social media ha puntato tutto sui filmati. E molti avranno notato che su Facebook i video sono ogni giorno di più. Merito anche di un’interfaccia che è stata rinnovata e di tante celebrità che hanno realizzato dirette streaming dal proprio smartphone, così come alcuni media autorevoli si sono lanciati con successo in questi live (dalla Cnn al “New York Times” e in Italia “Repubblica”).

Ma all’ultima conferenza della Silicon Valley ha comunque colpito, nelle parole di Zuckerberg, l’ambizione che il social media ha esibito per il settore video. Alla conferenza F8, infatti, Facebook ha rivelato l’intenzione di aprire le proprie Api (applicazioni per l’interfaccia di programma) per i video in live streaming, cioè quei filmati che vengono realizzati in diretta su Facebook. «Le persone investono il triplo del proprio tempo a guardare i video in diretta», ha spiegato Fidji Simo, la responsabile video di Facebook, alla rivista americana “Fortune”. E l’istituto pubblicitario Zenith Optimedia prevede che il consumo di video on line crescerà del 20 per cento nel 2016.
Ciò che può sembrare un dettaglio per addetti ai lavori, dunque, è in realtà qualcosa di più. Con l’apertura delle Api gli sviluppatori, i media e le aziende potranno costruire nuovi software e servizi attorno allo streaming di Facebook. In maniere diverse: ad esempio, utilizzando questa interfaccia video dentro nuove app. Oppure, realizzando le riprese utilizzando i droni (le videocamere di nuova generazione che volano telecomandate da un pilota).

Il social media americano ha insomma deciso di dare il via a nuova una stagione all’insegna del video live diffuso. E non si tratta semplicemente di ridisegnare un servizio. C’è in gioco il futuro del media televisivo, perché se (come sostengono gli esperti) Facebook sta diventando sempre più il Web tout court, con la crescita della produzione e del consumo di video in diretta la piattaforma potrebbe rimpiazzare anche la televisione nel giro di pochi anni.

Secondo il rapporto dell’Istituto Reuters, l’audience televisiva nel mondo starebbe diminuendo del 4 per cento ogni anno (mentre un terzo dei giovani guarda i programmi televisivi sul computer o lo smartphone). Su Facebook invece - con un miliardo e mezzo di utenti nel mondo - 500 milioni di persone guardano ogni giorno 100 milioni di ore di video in diretta. La presentazione di Mark Zuckerberg all’F8 è stata vista da 2 milioni di persone.

Anche la politica lo ha capito: il filmato del candidato democratico alla presidenza americana Bernie Sanders, a Brooklyn con l’attore Mark Ruffalo, è stato visto in soli 3 giorni da 12 milioni di utenti. Per fare un confronto basta pensare che l’attuale serie tv più vista al mondo, “The walking dead”, ha realizzato nell’ultima stagione una media di 14 milioni di utenti a puntata. Il “Jimmy Fallon Show”, il talk show americano di maggiore successo, ha un’audience di circa 4 milioni di spettatori. E non c’è solo Facebook. Su Periscope - l’app di video dirette lanciata un anno fa da Twitter - gli utenti consumano complessivamente 110 anni di filmati in diretta ogni singolo giorno. Questo dato è raddoppiato dallo scorso agosto. E anche sulla produzione i numeri stanno crescendo: «Gli utenti hanno creato 200 milioni di dirette streaming, 100 milioni solo negli ultimi tre mesi», ha affermato il Ceo, Kayvon Beykpour. È nella produzione dei video in diretta che sta il passaggio più importante, secondo Beykpour: «Se la gente non crea contenuti non ci sarà nulla da cercare, bisogna stimolare l’offerta».

È probabilmente quanto hanno pensato anche a Facebook: esiste la necessità di mettere gli utenti dei social media in grado di creare più dirette streaming. Forse è per questo che una delle novità più interessanti della conferenza di San Francisco è stata la webcam “Mevo”, dedicata proprio alle dirette su Facebook. Si tratta di una piccola camera che, collegata a un’app per lo smartphone, riesce a realizzare in maniera autonoma una vera e propria regia video con diverse inquadrature, zoom, e un sensore di movimento che segue - mentre la camera ruota sul proprio treppiede - le facce inquadrate nell’obiettivo. In breve, con questa webcam sarà possibile realizzare uno show televisivo in diretta su Facebook senza bisogno di staff, competenze, né costi di produzione.

Lo studio californiano Tastemade - specializzato in brevi video di ricette per i social media - ha già realizzato per Facebook uno show di cucina in diretta con questa webcam. E non sono i soli: «Stiamo lavorando con diversi partner», ha spiegato Fidji Simo in un’intervista con “Recode”. «E in alcuni casi questo include un incentivo finanziario».

Fra questi partner c’è BuzzFeed, il sito di news digitale che è anche un importante studio di produzione video. BuzzFeed ha realizzato di recente una diretta su Facebook lunga 45 minuti per raccontare l’attesa dell’esplosione di un cocomero troppo maturo: un’idea buffa, di quelle che spesso catturano l’attenzione del web e che ha raccolto 800 mila spettatori in diretta e altri 10 milioni nei giorni successivi. Il sito ha affermato, inoltre, di stare lavorando alla realizzazione di un nuovo show per la piattaforma di Mark Zuckerberg.

L’intenzione di Facebook, insomma, sembra chiara: prendere una grossa fetta del mercato video on line. E soprattutto del segmento “live”, ora dominato da Snapchat, che ha superato Instagram (la piattaforma di foto proprietà di Facebook) come social media più utilizzato dai teenager americani. Perché la parte live del video ha una caratteristica importante: «Il futuro del video sta nella sua immersività», ha spiegato Fidji Simo raccontando, da francese, la sua esperienza nei recenti attacchi terroristici di Parigi. Durante quei giorni drammatici le video dirette su Facebook - e la solidarietà espressa nei commenti ai video - secondo Simo avrebbero aiutato la città a superare un momento molto difficile.

Insomma, si parla di video ma anche di comunità, di condivisione e appartenenza. Di risolvere parte della complessità del mondo attuale, globale e connesso. Ma se concettualmente l’idea è potente, esiste ancora un grande dubbio: come faranno i produttori a monetizzare le dirette e i video caricati sui social media? Il video del cocomero di BuzzFeed, ad esempio, con 10 milioni di spettatori non ha creato un centesimo in ricavi per l’azienda (che però è stata finanziata da Facebook).

A quanto pare, l’intenzione di Zuckerberg sarebbe quella di creare un sistema di ricavi simile alle pubblicità su YouTube. «Con il tempo vogliamo che questo sistema possa diventare un modo in cui molti artisti indipendenti possano sostenersi», ha detto il fondatore di Facebook. Dopo tutto, le inserzioni pubblicitarie sono la principale fonte di ricavi del social media, con 5,6 miliardi di dollari nell’ultimo quadrimestre. Nell’attesa, il colosso americano ha messo le basi per la sua prossima trasformazione: da social media a emittente di video show in diretta. Forse l’inizio della fine, per la vecchia televisione.