Una saga familiare che ricorda “Gente comune”. Estesa però a un’intera classe sociale. Così Lonergan racconta la malinconia

La Manchester del titolo è un paesino del Massachusetts, luogo di villeggiatura dei bostoniani, poco a nord di Salem. Lee (Casey Affleck) è un idraulico scontroso, chiuso in sé quando non cerca risse al bar. Da Boston, dove vive, torna nel paesino quando gli comunicano che suo fratello è morto. La sua vita diventa ancora più cupa e frantumata: attraverso flashback ricostruiamo poco a poco il suo mondo di relazioni familiari precedenti, la moglie e le figlie, e soprattutto scopriamo il suo segreto, che l’ha reso un torvo grumo di sensi di colpa. Lee scopre con sorpresa che il fratello l’ha nominato tutore del figlio Patrick, e tra i due comincia un rapporto laconico, doloroso ma anche di scoperta reciproca.

Il film potrebbe ricordare un “Gente comune” proletario (li accomuna perfino l’uso di certe musiche barocche: lì Pachelbel, qui Haendel). Ma quel che lì era il ritorno al privato, il concentrarsi sui drammi privati dopo la fine degli anni ’70, qui è, mediatamente la malinconia di una classe scomparsa, la difficoltà ad andare avanti in un letterale gelo di relazioni. I critici letterari lo definirebbero forse un “northern”, genere narrativo e lirico in cui il gelo dei paesaggi è anche uno stato dell’anima.
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Un’atmosfera, scriveva Leslie Fiedler, “scarna, grigia, smorzata, ritmata al minimo”, che evita il melodramma in ogni costo. Qui però il mélo cova per così dire sotto la neve, e si apre a momenti di sincera commozione. Sarà anche il fatto che i personaggi sono cattolici anziché puritani, chissà.

Il lavoro di cesello della sceneggiatura, fin troppo accorto nei suoi intarsi di passato e presente e nelle sue descrizioni precisissime dei personaggi, riesce a risultare convincente e funziona anche nonostante la scena più drammatica del film, quella che lo taglia in due come una ferita, sia accompagnata da una delle musiche più usate sul grande schermo, il cosiddetto “Adagio” di Albinoni. La riuscita del film è merito anche degli attori, tutti straordinari. Casey Affleck è senza dubbio, tra tutti i candidati, quello che più meriterebbe l’Oscar quest’anno.