Il comunismo anima dibattiti, ispira film, torna al centro di molti libri. Da Varoufakis e Piketty?ai neo “marxisti immaginari”

C'era una volta uno spettro che si aggirava per l’Europa. Agitava sobborghi, piazze, parlamenti. Non faceva dormire sonni tranquilli a borghesi e governanti. Spronava a una rivoluzione per la giustizia sociale e l’uguaglianza economica. Faceva imbracciare le armi ai più sfortunati e impugnare le penne agli intellettuali. Era lo spettro del comunismo e aveva i capelli arruffati e la barba folta del suo teorizzatore, Karl Marx. A duecento anni dalla nascita del filosofo di Treviri e a centosettanta dalla stesura delle pagine incendiarie del Manifesto del partito comunista, questo spettro non spaventa più come una volta. Ma continua ad aleggiare, nonostante sia stato fiaccato dal crollo del muro di Berlino e dalla fine dell’Unione Sovietica.

Dopo il crollo del socialismo reale, il pensiero di Marx è stato riposto in soffitta: i partiti di sinistra se ne distaccavano sempre più, alla lotta per i diritti sociali si sostituiva quella per i diritti civili, e il capitalismo sembrava più solido che mai. Ma con la crisi economica del 2008, Marx lascia le soffitte dove era stato nascosto e le sue idee riprendono a far discutere.

È il 2013 l’anno in cui il nome del filosofo di Treviri torna a riempire le colonne dei giornali. L’occasione è l’uscita del libro dell’economista francese Thomas Piketty, “Il capitale nel XXI secolo”. In libreria le copie vanno a ruba e, nonostante la stampa neoliberista si impegni a screditarne la validità scientifica, Piketty è chiamato dai consiglieri economici dei presidenti di mezzo mondo per spiegare le sue ricette contro le disparità sociali. 
Attualità
Dialogo Piketty-Boeri: rifacciamo il Capitale
3/10/2014
L’economista viene definito il Marx 2.0, ma lui non ci sta: «È assurdo chiamarmi marxista» risponde piccato ad ogni intervista: «Avevo 18 anni quando è crollato il muro di Berlino e ho viaggiato in Romania, Bulgaria e Russia per immunizzarmi contro ogni tentazione comunista». Se le analisi dell’accademico francese prendono le mosse dal lavoro del filosofo tedesco, in effetti le conclusioni differiscono in molti punti.

Piketty però non è il solo tra gli intellettuali marxisti del terzo millennio a vedere in Marx un punto di partenza per nuove riflessioni.

Tra questi studiosi c’è uno dei protagonisti della politica europea di inizio decennio, Yanis Varoufakis. «Sono un marxista irregolare» scriveva l’ex ministro delle Finanze del governo di Atene sul Guardian nel febbraio 2015, raccontando di aver sempre «ampiamente ignorato» Marx nel corso della sua carriera universitaria e politica, ma che le idee dello scrittore del Manifesto sono state per lui «un’impronta per capire il mondo». E oggi, mentre si avvicinano le celebrazioni per il bicentenario della nascita del filosofo, Varoufakis scrive sullo stesso quotidiano inglese che Marx aveva predetto l’attuale crisi «e indica la via d’uscita». C’è bisogno però di un nuovo manifesto, sostiene l’economista: «Deve parlare ai nostri cuori come un poema e infettare le menti con immagini e idee sorprendentemente nuove».
Due secoli di Marx
Un dio chiamato Capitale
30/4/2018

Marx indica ancora la strada da seguire, ma in modo nuovo. Il mondo in cui viviamo si è radicalmente trasformato da quando venne dato alle stampe il Manifesto. E mentre nelle sale cinematografiche “Il giovane Karl Marx” di Raoul Peck racconta la genesi di quel “foglio incendiario”, tra molti circola la domanda «perché continuare a leggerlo?». Prova a rispondere una nuova edizione del volume data alle stampe da Ponte alle Grazie. Ripubblicare il Manifesto «serve a scriverne un altro», scrive Toni Negri in uno dei contributi che accompagnano il pamphlet: «Serve a mettere il discorso dei comunisti all’altezza dell’epoca che viviamo».
'Il giovane Karl Marx' di Raoul Peck

Quello di Negri è solo uno dei saggi che fanno parte del commento curato da C17, la rete di intellettuali e attivisti che nel centenario della rivoluzione russa ha organizzato la Conferenza di Roma sul comunismo. Tra questi c’è anche Slavoj Žižek. «L’unico modo di restare fedeli a Marx, oggi, non è essere marxisti ma ripetere in modo nuovo il gesto fondativo di Marx», dice il filosofo sloveno conosciuto per il suo stile politicamente scorretto.
In molti si interrogano su cosa significhi essere marxisti oggi. Una delle prime studiose ad aprire il dibattito è stata Nancy Fraser, intellettuale e femminista statunitense, con una lunga riflessione pubblicata da Micromega nel gennaio 2016. Una sovversione globale del capitalismo è possibile non solo attraverso una trasformazione economica, ragiona Fraser, ma attraverso una trasformazione del rapporto tra uomo e donna nella società. In quest’ottica il ruolo dell’intellettuale è quello di promuovere i movimenti di lotta e di opposizione alle logiche malate del capitalismo. Sembra rifarsi proprio alla denuncia di Marx in una delle tesi contro Feuerbach: «I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in alcuni modi; il punto è cambiarlo».

Chissà se il capofila mediatico dei marxisti italiani è d’accordo con la tesi di Fraser. «Il femminismo fa gli interessi del grande capitale», ha sostenuto più volte il filosofo Diego Fusaro. Allievo di Costanzo Preve e studioso del rivoluzionario tedesco, Fusaro si presenta in ogni salotto televisivo come un avverso oppositore del «turbocapitalismo», della globalizzazione, del femminismo e dei suoi «poliorceti». Le continue uscite provocatorie del marxista Fusaro, fatte di slogan e termini desueti, non ne hanno fatto però un’icona antisistema. Al contrario, viene spesso additato come «un intellettuale di riferimento della Terza Repubblica» (Vanity Fair), o «il filosofo perfetto per Lega e M5S» (Il Foglio). O addirittura come «un maestro per la destra radicale» (Il Secolo d’Italia): «Sogno un fronte dal Partito comunista a CasaPound» aveva dichiarato poco prima delle elezioni del 4 marzo. A due secoli dalla nascita, Marx torna ad animare gli intellettuali: chi riuscirà a unire nuovamente i proletari di tutto il mondo sotto un’unica bandiera?

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso