Accusato da un lato di fare propaganda per le forze armate francesi, che hanno fornito luoghi, mezzi e consulenza, un po’ come per le avventure sottomarine del recente “Wolf Call”, dall’altro di praticare un femminismo radicale ma impregnato di maschilismo, “In prima linea”, in originale “Volontaire”, sconta il confronto con molti film analoghi made in Usa.
Ma basta non prendere troppo alla lettera, concentrandosi sull’ambientazione, per vedere che Hélène Fillières, attrice alla sua seconda regia (qui nei panni di una vicecomandante dai modi assai marziali), si muove in una feconda zona di confine.
Esplorata con esiti superiori da altri film francesi come il notevole “The Fighters - Addestramento di vita”, che qualche anno fa rivelò la grazia impetuosa di Adèle Haenel, è la zona in cui maschile e femminile sono costretti a ridefinirsi e scambiarsi le parti, in un gioco di specchi e di variazioni che può portare molto lontano e forse ha spaventato la stessa autrice. Che ha preferito seguire i codici e i rituali dell’universo militare anziché mollare gli ormeggi e avventurarsi davvero in alto mare. Curiosità: tra i veterani dello sbarco in Normandia si nasconde, curioso omaggio, il padre della stessa regista. Disponibile su numerose piattaforme digitali.
“In prima linea: una donna in marina (Volontaire)”
di Hélène Fillières
Francia, 97’