Spopola negli Stati Uniti un’iniziativa di una clinica ospedaliera dove si pratica l’interruzione di gravidanza. Gli attivisti difendono il diritto con un metodo che ha fatto il giro del mondo su TikTok: la forza dell’ironia

Sono attive sui social e attiviste nella realtà. Si chiamano “clinic escorts” e sono la scorta delle americane. Chiaramente dove è possibile abortire. Si tratta di persone che da anni negli Stati Uniti si occupano di assistere tutto il percorso clinico di una donna, già prima della legalizzazione dell’interruzione di gravidanza. La loro attività si può riassumere senza cadere in banalizzazioni in tre fasi: creare un ambiente di accoglienza, supportare le pazienti e svolgere un ruolo chiave nella lotta allo stigma sull’aborto. Responsabili, informate ma anche allegre. Donne (ma anche uomini) di ogni età che si occupano di contrastare gli attivisti pro-vita e quelli delle sette religiose. Alcune lo fanno protestando contro le restrizioni dei diritti, altre simpaticamente con delle campagne che sono finite sui social network. Idee virali che hanno fatto il giro del mondo. Il fenomeno ha avuto un grande seguito negli Stati Uniti, dove i militanti contro l’interruzione di gravidanza sono a dozzine. Si presentano davanti alle cliniche dichiarando guerra alle posizioni abortiste.

Così, di fronte a queste strutture è sempre più frequente sentire «Siete peccatrici, andrete all’inferno» o «In questo posto si uccidono i bambini». Frasi urlate da persone che girano per strada come santoni con dei cartelli in mano o appesi al collo. Predicano facendo la morale ai passanti, loro.

 

Ma come rispondono i “clinic escorts”? Ogni volta che capita di camminare davanti a questi ospedali è impossibile ignorare la quantità di ombrelli aperti. Barriere colorate create dagli attivisti per nascondere la rabbia antiabortista.

 

Per far fronte a questo fenomeno che costringe le donne ad essere scortate in ogni stato degli Stati Uniti, sono nate tante piccole e grandi associazioni.

Una di queste appunto, ha pensato di usare gli ombrelli per coprire i protestanti antiaborto in modo da oscurare le loro scritte e le loro proteste.

Bellezza dei social. Non sempre strumenti negativi. La scoperta che a Duluth, una città del Minnesota, esiste un account di clinic escorts di Tik Tok, dal nome “@mnclinicescorts”, che ha più di 170mila follower.

Un numero alto per un profilo che sul social delle “challenge” e dei balletti diffonde contenuti più seri con leggerezza. Un attivismo allegro, spiritoso e colorato. In risposta ai tanti pupazzi di bambini pieni di sangue, ai disegni di feti morti o ai crocefissi che vengono agitati per aria. Vere e proprie violenze psicologiche per le donne che scelgono di abortire.

Armati di pettorine arcobaleno, questi “accompagnatori” hanno fatto il giro del mondo su Tik Tok. E se non basta questo per tranquillizzare le donne, gli attivisti si mettono a ballare accanto ai pro-vita in modo che la musica copra le loro proteste.

 

Se si guarda alla cronaca oltreoceano questi fatti sono all’ordine del giorno. Mentre l’Italia è ancora un passo indietro, perché in alcune regioni l’obiezione di coscienza tocca il 90 per cento.

Oltre a questo tipo di attivismo, le associazioni reclutano costantemente ogni persona che voglia far arrivare le donne alle porte delle strutture con il minor numero possibile di molestie.

Come in guerra, ma contro i manifestanti e i picchetti. “Unisciti a noi”, si legge sulle pagine web di queste organizzazioni, “non servono grandi abilità, ma solo la voglia di aiutare”.

In questo modo le donne insieme ai volontari possono svolgere ogni attività: dall’inserimento dei dati fino all’aiuto con i programmi educativi. Sono gli ospedali a prevederlo, con la “benedizione” da parte dei politici progressisti locali e l’accusa da parte dei più conservatori.

“I tempi di inattività in cui non ci occupiamo dei pazienti li spendiamo sempre a cacciare via i manifestanti ballando”, si legge sul profilo di “@mnclinicescorts” mentre una ragazza balla accanto ad un uomo. O anche, “Shh - i pazienti in realtà non possono sentire Israel perché la clinica ha ora delle casse buonissime (che hanno portato loro). Ma lascia che sprechi la sua energia”, si vede in un video mentre le canzoni di Beyoncé vengono riprodotte a tutto volume.

 

Sono uomini bianchi e donne ultrareligiose che il più delle volte si recano davanti a questi istituti per esprimere il loro dissenso. Succede perché la politica non è ancora intervenuta in maniera chiara, di mezzo c’è sempre il tema della libertà d’espressione.

Di fatto, nel 1994 Bill Clinton ha emanato il “Face Act”. Nel primo punto si vieta proprio l’utilizzo della violenza fisica per impedire alle persone di entrare in una struttura e abortire. La legge però è fallace, perché non tiene conto della violenza psicologica.

Per rispondere a questo vuoto (su cui i provita americani fanno forza), la pagina “@mnclinicescorts” è diventata un vero e proprio mezzo di informazione per le donne che non sanno a chi rivolgersi. Ecco quindi nascere un canale dove è possibile trovare le risposte a domande come: come trovare una clinica per l’interruzione di gravidanza, dettagli sulle tecniche di aborto, quali restrizioni sono in vigore sull’aborto. Con il passare degli anni le azioni dei manifestanti sono diventate più divisive e invadenti. Ma sembra che i “clinic escorts” abbiano trovato un modo inusuale, ma allo stesso tempo efficace, per rispondere alla pioggia di fake e violenza verbale: un ombrello.