Il fumettista annuncia la propria decisione sui social: «A Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo. Per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire»

«Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema. Per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire». La sostanza è tutta qui, in queste parole contenute nel lungo post che Zerocalcare ha pubblicato sui social per spiegare la decisione di non partecipare al più importante festival italiano di fumetti, la prossima settimana. La notizia non è di poco conto, considerato che Zerocalcare è il più popolare fumettista italiano e ad aspettarlo ci sono migliaia di fan, che avevano deciso di andare al festival per intercettare il proprio idolo, lettori dei suoi libri o spettatori delle sue serie tv su Netflix. In molti resteranno delusi, ma la decisione del fumettista romano si fonda su una ragione precisa e grave. «In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo», prosegue Zerocalcare: «Dopo oltre 6mila morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un'invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco - il minimo davvero - che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire».

 

Il fumettista si è detto dispiaciuto nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che «hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro». Zerocalcare, infine, ha voluto spiegare anche altri aspetti della sua scelta: «Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka (Gemelli, fumettisti e illustratori israeliani, ndr), che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese».

 

Immediata la reazione della casa editrice dei suoi libri, Bao Publishing. «Tutta Bao gli è solidale, comprende perfettamente le sue ragioni, le accetta e se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera», fanno sapere su Facebook, poi Bao Publishing attacca gli organizzatori della manifestazione:  «Spiace che, se qualche giorno fa l’organizzazione si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca, forse i toni della polemica sarebbero stati più gestibili, e non si sarebbe dovuti arrivare a tanto. Da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare».

 

Poche ore dopo l'annuncio di Zerocalcare, Lucca Crea, la società che organizza l'evento, ha precisato la sua posizione con un comunicato, sottolineando la volontà di non rinunciare al patrocinio dell'ambasciata di Israele. «Rispettiamo le scelte personali, rispettiamo le opinioni di tutti e da sempre abbiamo l'ambizione di essere il luogo dove è possibile stare insieme nelle differenze. Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio, ma abbiamo ritenuto che sarebbe un atto poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti. Lucca Comics & Games mette da sempre al centro solo ed esclusivamente l'opera intellettuale e creativa, le persone», si legge nella nota. La decisione ha attirato anche le reazioni della politica, con il ministro Matteo Salvini che ha criticato il fumettista sui social: «Spiace che per qualcuno il sostegno dell’ambasciata di Israele ad un bellissimo evento culturale sia un problema [...] Io la penso esattamente al contrario, e farò il possibile per essere al Lucca Comics Evviva l’arte, evviva la libertà».