Cosa c'è di nuovo
Gli scarti di arance e fichi d’India ora diventano ecopelle
Da potature di cactus e bucce di agrumi si ricava un tessuto simile al cuoio. Che rispetta gli animali, non usa acqua e non inquina
Agrumi e cactus prêt-à-porter: stufi di essere relegati tra i banchi della frutta avanzano verso vetrine di prestigio del settore fashion & luxury. La sfida sta nel riconoscerli. Dal sole e dai profumi della Sicilia è nata un’alternativa alla pelle made in Italy per borse, scarpe e rivestimenti. Alla base del nuovo materiale scarti di arance e fico d’India provenienti da coltivazioni biologiche e usati nell'industria alimentare e cosmetica.
Negli ultimi anni, la domanda di materiali alternativi alla pelle ha invaso il mercato. Dunque, perché non trovare una soluzione alle richieste dei consumatori attenti alla ricerca di prodotti sostenibili, di alta qualità e, soprattutto, cruelty-free? A questa esigenza risponde la startup che unisce il sud con il nord Italia: Adriana Santanocito, siciliana con studi in design di moda e tessile sostenibile, e Roberto Merighi, veneto con laurea in chimica e diversi brevetti depositati.
I due imprenditori hanno trovato un modo per utilizzare 1,4 milioni di tonnellate annue di scarto di sottoprodotti che rappresentano un costo monetario e ambientale per l'economia siciliana. Il residuo che deriva dalla spremitura degli agrumi e dalla potatura dei fichi d’India diventa una spalmatura a base vegetale, un biopolimero liquido che ricopre una base in tessuto. Il risultato è Ohoskin, un materiale tessile biologico alternativo alla pelle, brevettato a livello internazionale e perfetto per i marchi di lusso della moda, dell’automotive e dell'arredamento.
Il virtuoso e creativo processo d’economia circolare consente anche il totale risparmio idrico, non banale dato che la produzione della pelle consuma 400 miliardi di litri d’acqua all'anno. Mentre le concerie di pelle impiegano spesso il cromo, che provoca gravi danni sia all'ambiente che alla salute umana, Ohoskin utilizza il biopolimero e un nuovo PVC da fonti riciclate e rinnovabili, in grado di ridurre le emissioni di carbonio del 90% in confronto al PVC da fonti fossili.
Partner di produzione la Novartiplast Italia che ha aperto la strada all'utilizzo di solventi verdi senza ftalati. Il prodotto esiste già in 20 colori e 3 texture. La startup ha ricevuto una menzione speciale agli Eni Award 2023, dedicati alle migliori idee innovative e sostenibili.