L'ateneo per Stranieri della città toscana intitola il nuovo spazio della biblioteca alla scrittrice scomparsa lo scorso agosto. Perché questo è il luogo delle parole come strumento di libertà e resistenza, nel solco del suo insegnamento di intellettuale impegnata

L'università come luogo di pensiero, ricerca e sapere condiviso, come comunità dove i diritti possono nascere e affermarsi; come spazio di massima libertà. Insomma, l'università come forma di resistenza. Ecco perché non c'è luogo più simbolico e significativo in cui Michela Murgia possa, idealmente, continuare a entrare e a esistere. Ecco perché l'Università per Stranieri di Siena ha deciso di intitolarle la nuova sala di lettura della biblioteca. La culla dei libri e delle parole, strumenti che per lei hanno rappresentato una vita.

 

La cerimonia in memoria della scrittrice sarda scomparsa lo scorso 10 agosto si terrà il prossimo 14 dicembre, alle ore 12, nell'aula magna dell'ateneo (a sua volta intitolata a Virginia Woolf); vi interverranno, tra gli altri, il rettore Tomaso Montanari, il marito di Murgia, Lorenzo Terenzi, e Imsuk Jung, docente di Lingua e cultura coreana.

 

All'Università per Stranieri di Siena, infatti, Murgia era stata invitata lo scorso marzo a tenere una lezione per il ciclo di seminari sugli studi asiatici. Il focus: la cultura coreana, appunto, a lei particolarmente cara e sentita. Così, tra intermezzi musicali e letture di brani tratti dalle sue opere, l'intellettuale che fu l'Antitaliana per L'Espresso tornerà a varcare le soglie di questo posto e a parlare soprattutto ai giovani che lo abitano.

 

Già pochi giorni dopo la sua morte, una petizione era stata lanciata per dedicarle il nuovo campus di Cagliari. Ma è ora l'iniziativa senese a riaprirle le porte del mondo universitario, affinché possa essere fonte d'ispirazione per tutti coloro che intendono la letteratura come strumento essenziale anche per fare politica e per mantenere alta la guardia contro ogni tentativo d'incrinare la nostra democrazia.