Attualità
11 luglio, 2025Con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-4 batte il fuoriclasse serbo e raggiunge Berrettini e Paolini nel club esclusivo degli azzurri finalisti ai Championships
Era già tutto previsto, o almeno così è sembrato durante l'ora e cinquantatré minuti di gioco bastata a Jannik Sinner per avere la meglio di Novak Djokovic e accedere alla sua prima finale di Wimbledon. Ha affrontato il match con la grazia serafica di chi è riuscito ad abituare un Paese all’imponderabile. Così, è parso del tutto naturale che avesse il 92% di punti vinti con la prima di servizio nei primi due set, volati via in appena un’ora. È sembrato quasi un dettaglio, il piccolo ingranaggio di un rullo compressore, che Novak Djokovic, il miglior risponditore nella storia del gioco, abbia vinto soltanto 5 punti in risposta durante i primi due set. È stata una delle migliori prestazioni in battuta della carriera dell’azzurro.
Nel terzo set è arrivato inevitabile un calo, anche quello del tutto naturale, prevedibile e, forse, previsto. La reazione di orgoglio del serbo porta a un break point sul 3 a 0 che poteva allungare la partita. Annullato. È l’inizio di una rimonta inevitabile: controbreak, break, game set e match. 6-3, 6-3,6-4 ed è finale. Domenica 13 luglio affronterà Carlos Alcaraz. Sarà la rivincita dello scontro epico con cui i due hanno dato spettacolo al Roland Garros, in una rivalità che inizia già ad assumere i contorni della leggenda. A Parigi, ha trionfato lo spagnolo, ma Sinner era al rientro dalla squalifica e aveva messo in conto la sconfitta, certo che l’occasione si sarebbe ripresentata presto. Tutto previsto, tutto naturale. È la forza di Jannik Sinner.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Stati Uniti d'Europa - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 11 luglio, è disponibile in edicola e in app