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Il vitalizio a Fausto Delle Chiaie è una restituzione per tutto il bello che ha donato all’Italia
Da trent’anni l’artista espone a Roma frammenti di vita trasformati in spunti di riflessione. Finalmente la legge Bacchelli lo ricompensa
In trentamila un paio di anni fa, sollecitati da un appello dello scrittore Pino Giannini, chiesero che l’artista Fausto Delle Chiaie potesse ottenere il sostegno previsto dalla Legge Bacchelli e quel giorno è arrivato: la settimana scorsa la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato il via libera.
Ed è sbagliato pensare che questo vitalizio sia una beneficenza di Stato, perché in realtà dovremmo leggerlo come la restituzione di qualcosa che ci è stato offerto gratuitamente per tanto tempo: da Alida Valli a Guido Ceronetti, da Alda Merini a Umberto Bindi, sono decine gli scrittori, artisti, musicisti, poeti e molto altro che ne hanno beneficiato. Intellettuali che hanno scelto di donare la loro vita agli altri, di consegnarsi al loro talento senza condizioni. Questa legge porta il nome di un grande scrittore, Riccardo Bacchelli appunto, che morì poco prima di ricevere il primo assegno.
Il lavoro di Fausto Delle Chiaie è più forte di qualunque sussidio e se avesse avuto un euro per ogni visitatore che si è fermato a sorridere davanti alle sue opere, avrebbe abbastanza soldi per comprarsi quell’Ara Pacis che è diventata lo scenario del suo museo a cielo aperto. Sì perché Delle Chiaie tutti i giorni parte da un paesino che si chiama Sgurgola, nel frusinate, va a recuperare una serie di oggetti in un piccolo magazzino nel centro di Roma e allestisce un museo assurdo, ipnotico e magico in via di Ripetta, in una zona pedonale che sta proprio tra il Mausoleo di Augusto e l’altare che da qualche anno (non senza polemiche) è stato riqualificato dall’architetto Richard Meier. Ed è con questa grande istituzione che Delle Chiaie gioca e una delle prime opere è proprio un biglietto usato dell’Ara Pacis, con un cartello che dice: “la concorrenza”.
Ed è una di quelle concorrenze sane, che si completano, tanto che se qualcuno deve mandare qualcosa per posta a Delle Chiaie, può spedire proprio all’Ara Pacis.
Lì lo sanno e sono contenti di fargli da segreteria. Le opere sono appoggiate a terra o su un muretto alto circa mezzo metro: c’è una radiolina rotta accompagnata dalla scritta “silenzio”, una barchetta di plastica piena di spiccioli con la targhetta “Ho fatto una barca di soldi”, un bicchierino di plastica per il caffè maleducatamente lasciato lì da qualche passante diventa “bed breakfast” o un mozzicone di sigaretta viene accompagnato dal cartello “torno subito”. E decine di altre opere, che altro non sono che i tasselli di un grande mosaico, della più duratura performance della storia, perché Delle Chiaie sta lì ogni giorno dall’89.
P.S. solo per poco, finché ci saranno i lavori in Piazza Augusto Imperatore, lo troverete “dislocato” a Via di Monte Brianzo.
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LUCI
Nasce la società “FS Treni Turistici Italiani” con l’obiettivo di promuovere un turismo diffuso e sostenibile: nuovi collegamenti (anche notturni) tra Città a vocazione culturale lontane tra loro, ma anche il servizio Omnibus, che garantirà la circolazione di treni regionali nei week-end, a tariffe vantaggiose e accessibili a tutti.
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OMBRE
Panchine rotte, staccionate lesionate, mattoni mancanti, caduta di rami da alberi poco considerati, cestini asportati e mai sostituiti, pali della luce spezzati, fogna collassata, rifiuti nei fossati: è il Parco di Castel Sant’Angelo, su cui la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per fare luce sulle condizioni di degrado.