Polemiche

«Bloccate quel film, non piace alla Russia». E a Venezia scoppia il caso censura

di Fabio Ferzetti   27 agosto 2024

  • linkedintwitterfacebook

La pellicola "The Antique" della georgiana Rusudan Glurjidze, in competizione alle Giornate degli Autori, bloccata da due coproduttori di minoranza per presunte ragione di copyright. Ma la ragione sarebbe politica

Il primo missile sulla Mostra del Cinema di Venezia arriva dall’Est, alla vigilia dell'inaugurazione, sotto forma di un'ingiunzione giudiziaria. Il bersaglio è un film in competizione alle Giornate degli Autori che i beninformati assicurano essere molto bello ma è con ogni evidenza politicamente sgradito alla Russia di Putin: "The Antique" cioè "Antiquariato", opera seconda della georgiana Rusudan Glurjidze. 

 

Due presunti coproduttori di minoranza, russo e croato, titolari insieme del 20% dei diritti, hanno infatti chiesto pochi giorni fa al tribunale di Venezia di bloccare la partecipazione del film alla kermesse impugnando il contratto che concederebbe loro il copyright sulla sceneggiatura. Il decreto d’urgenza del Giudice ha obbligato a sospendere le proiezioni già previste. Difficile non pensare a un atto di censura considerando lo scarsissimo anticipo con cui la manovra è stata messa in atto (la prima proiezione di “The Antique” era in programma il 28 agosto, e al momento è sospesa) e la fragilità, come minimo, dell'impianto legale mirante a bloccare la produzione maggioritaria, la georgiana Cinetech. 

 

Scritto dalla stessa regista e da un Anonimo (dietro cui si celerebbe un famoso sceneggiatore), girato in parte a San Pietroburgo, "The Antique" racconta lo stravagante, poetico e infine tragico rapporto che si stabilisce tra un commerciante di mobili antichi, una giovane georgiana e un anziano russo carico di ricordi e manie che vive in solitudine nella sua vasta e decadente dimora patrizia. Figure piene di vita e di personalità, assicura chi ha visto il film, ma dall'evidente peso simbolico considerando la didascalia che introduce il film, "ispirato alla brutale e illegale deportazione di migliaia di georgiani messa in atto dal governo russo nel 2006". 

 

Intanto le Associazioni cui fanno capo le Giornate degli Autori, ANAC e 100Autori, scese sul piede di guerra, annunciano iniziative in sostegno della regista e dei suoi diritti (un sostegno, per inciso, che la Mostra per ora non ha manifestato, limitandosi ad accogliere l'ordinanza del giudice). Rusudan Glurjidze, già presente a Venezia insieme al suo produttore, non resterà certamente in silenzio. Non è chiaro invece se sarà possibile proiettare il film. Ma certo, se verrà visto, saranno in molti a chiedersi perchè non figurasse nel concorso ufficiale (dove a onor del vero figura un altro film firmato da una regista georgiana).  Chi pensa che la Mostra sia solo star e tappeti rossi, è servito. 
 

Qui di seguito quanto dichiara Glurjidze nelle sue note di regia: «La storia è ambientata nella San Pietroburgo dei giorni nostri, durante le espulsioni illegali di massa dei georgiani da parte della Russia. Si riferisce a eventi reali che hanno causato grande sofferenza a me e ai miei connazionali. Questa crudele campagna di deportazioni era rivolta esclusivamente ai cittadini georgiani. È stata il risultato di un brusco peggioramento delle già tese relazioni politiche tra i due stati. Nei primi giorni, 2.680 persone furono espulse».