Si moltiplicano le pagine dove si incita all’odio e alla violenza in nome dell’ideologia

Dio, patria e famiglia. E poi valanghe di sterco che si riversano sui "negri", sugli "zingari", sulle "zecche rosse”e sugli "ebrei maiali". Odio feroce alimentato da tonnellate di fake news, notizie false proprio come i siti che le ospitano. Saluti romani che partono dalle braccia di chiunque: video amatoriali che immortalano ignari bambini che eseguono inconsapevolmente il saluto fascista sotto la guida di papà e anziani spinti dai nipoti a scimmiottare l’antico gesto che rimanda al ventennio di morte e persecuzione. E c’è persino un uomo che indossa un saio da frate francescano, che intona Faccetta Nera e che conclude la sua performance con il braccio teso rivolto alla videocamera che lo sta riprendendo.
Il fascismo non muore mai. E proprio quando si crede di averlo sconfitto rinasce ancora più forte e più isterico nel web, terreno fertile per estremismi di ogni sorta e impermeabile ai controlli.

Hanno nomi evocativi: “A noi”, “Semper Fidelis”, “Fascisti del Terzo Millennio”, “Benito Mussolini ha fatto grande l’Italia”, “Io non ho tradito”, “Fieri di essere fascisti”, “Rivoluzione fascista”. Su Facebook vantano decine di migliaia di iscritti. Alcuni di loro si professano antirazzisti, ma sanno scrivere solo frasi di incitazione all’odio e alla violenza. Altri non perdono neppure tempo a nasconderlo: predicano la difesa della razza. Sono i gruppi segreti dove si inneggia al fascismo. Crescono alla velocità della luce. Lì dentro si pubblicano fotografie di armi e munizioni che gli utenti custodiscono nelle loro case “per difendersi dagli immigrati” e per “preparare la rivoluzione”. Si comprano gadget e bandiere. Si fa propaganda, si augura la morte ai politici e si invita a profanare le tombe dei loro familiari. Si diffondono notizie false e si incita alla violenza. I neofascisti non aprono la porta a chiunque: per essere accettati bisogna saper rispondere alle loro domande e dimostrare di condividere, con la comunità virtuale, ideali e valori ispirati al Ventennio. E così l’Espresso ha provato a verificare di persona. Il risultato è stato agghiacciante.
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LA BANDIERA DEL REICH
Le bandiere con il fascio littorio e la croce celtica sono di casa. E anche il vessillo della Marina prussiana, lo stesso stendardo al centro delle polemiche che un giovane carabiniere ha appeso nel suo alloggio all’interno della caserma Baldissera del Battaglione dei Carabinieri Toscana. Una bandiera che effettivamente da un punto di vista storico nulla ha a che vedere con il Terzo Reich, ma che viene abitualmente sventolata dai neonazisti durante le manifestazioni pubbliche. “Onore al Carabiniere camerata!” scrive poche ore fa uno degli amministratori del gruppo “Fascisti del Terzo Millennio” pubblicando una gigantografia della bandiera incriminata. “Uno dei nostri, ti siamo vicini”, “Seigh heil camerata!”, rispondono all’unisono gli altri utenti. Poi però ai neofascisti la situazione scappa la mano. Fino al punto da strumentalizzare le divise dell’Arma pubblicando una foto di repertorio di carabinieri mentre fanno il saluto militare accompagnata alla frase “Siamo pronti per la marcia su Roma”. La galassia nera delle comunità web fascista è vastissima. Molti dei gruppi sono collegati fra di loro. A fare da ponte sono gli utenti più fedeli, che segnalano gli “infiltrati” e le persone che secondo loro sono sospette, quelle che loro chiamano le “zecche rosse”. Per chi veste la divisa, poi, la situazione è delicatissima. Perché fra i frequentatori di queste stanze virtuali ci sono anche alcuni appartenenti alle forze dell’ordine. Ogni volta che inneggiano al fascismo macchiano l’uniforme che indossano, sporcando e trascinando nel fango anche l’istituzione che rappresentano. Come succede nella pagina “Sostenitori delle Elite  Forze Armate” - frequentato assiduamente  da militari - dove ogni 25 aprile si rinnega la festa della Liberazione.

BAMBINI, PRETI E ANZIANI 
Fra le mura virtuali del gruppo “A noi!” gli utenti pubblicano in maniera compulsiva fotografie di se stessi mentre fanno il saluto romano, nell’intimità delle loro case. Qualcuno, per ottenere consenso dalla comunità virtuale, mostra video di bambini - i propri figli - ai quali viene fatto tendere i braccio in un grottesco saluto romano, accompagnato dalla didascalia “piccolo Balilla”. E c’è anche chi nelle usanze neofasciste coinvolge pure la nonna ultra novantenne, immortalata in un video in cui con il braccio teso dice “Eia eia alalà” sotto la guida del nipote. Alcuni utenti, in casa, hanno imbastito altarini alla memoria del Duce, adornati con fiori e lumini. Altri, pubblicano fotografie di pellegrinaggi a Predappio e si fanno vedere impegnati nella manutenzione di quella che sembra una cappella intitolata a Benito Mussolini. E la galleria non è finita. Compare persino il video di un uomo vestito con un saio, che a prima vista sembrerebbe un frate francescano, mentre intona l’inno fascista “Faccetta Nera” e poi tende il braccio. 
Del resto, per la maggiore vanno anche le video-omelie di padre Giulio Tam, il prete neofascista vicino a Forza Nuova - già scomunicato dal Vaticano - inneggianti al dittatore che trascinò l’Italia nel pantano della Seconda Guerra Mondiale e che firmò le leggi razziali mandando a morire migliaia di ebrei. 

"MAIALI EBREI"
Perché non c’è solo il razzismo alimentato da tragicomiche fake news a tenere uniti i membri di queste galassie neofasciste. I bersagli sono soprattutto i politici. Il firmatario del disegno di legge che mira a introdurre il reato di propaganda nazista e fascista, Emanuele Fiano, è in cima alla lista. Nelle immagini dei gruppi neofascisti viene spesso raffigurato come una caricatura oscena e ritratto a testa all’ingiù. Nel gruppo “Non ho tradito!” gli utenti sono scatenati. Pubblicano una foto di Fiano - il cui padre Nedo fu deportato ad Auschwitz - e poi incitano i membri del gruppo a latrare come cani inferociti.“Faccia da ebreo”, “muori”, “distruggiamo le tombe della sua famiglia!”, "cominciamo dalla tomba di sua madre", sono solo alcuni dei commenti che i frequentatori dei gruppi vomitano nel muro virtuale. L'odio é rivolto non solo verso il politico di origini ebraiche, ma nei confronti dell'intera "razza infame". "Giudei", urla un ragazzo che avrà sì e no 30 anni, "maiali, quelli non sono italiani". Alla presidente della Camera Laura Bordini non va meglio. Gli utenti la buttano sulle offese a sfondo sessuale, augurandole di subire stupri e violenze di ogni sorta. Nel gruppo “Fascisti del Terzo Millennio” viene spesso ritratta con un fotomontaggio dove un bambino con la divisa dei Balilla le urina addosso.

PROSELITISMO SUL WEB 
Il tema su cui i gruppi che inneggiano al fascismo batto il ferro, caldissimo, è quello della sicurezza. Gli utenti pubblicano continuamente fotografie di armi e di munizioni che custodiscono i casa e incitano anche gli altri a farsi giustizia da sé. “Negro, se vieni in casa mia ti aspetta un bel regalo”, scrive uno dei membri del gruppo “A noi!” pubblicando la foto di un cestino pieno di proiettili ancora incartati. “Lo Stato se ne frega di noi”, ribatte un altro ospite, mostrando l’immagine di una pistola semiautomatica a suo dire “ritoccata”.

Ma lo scopo di questi gruppi Facebook è soprattutto il proselitismo, che attraverso il web corre alla velocità della luce. Alcuni di loro sono sostenitori dei movimenti Casa Pound e Forza Nuova. Si approfittano dello stato di indigenza e di insoddisfazione che ha travolto molti giovanissimi, e la povertà diventa l’humus ideale per far crescere l’odio e dare vita a una fantomatica “rivoluzione”. E così organizzano raccolte di viveri che poi distribuiscono nei quartieri più problematici, da Milano a Palermo. Mostrano le foto dei pacchi di pasta e dei generi alimentari che i “bravi fascisti” consegnano solo, rigorosamente, agli italiani. Atti di generosità, si suppone, che verranno ricambiati in cabina elettorale.