"Un gioco di società" è un lavoro di approfondimento interamente pensato e pubblicato sul social network. Racconta gli affari di società immobiliari, fondi di investimento e piattaforme digitali a Napoli, Roma e Milano. L'Espresso anticipa il servizio vincitore del premio Roberto Morrione 2019
Napoli, Roma e Milano sono l'ossatura metropolitana di un Paese che cambia forma. Società immobiliari, fondi di investimento e piattaforme digitali hanno stravolto le città italiane. Sfilacciando e riannodando le maglie del tessuto urbano. Smottamenti improvvisi e processi durevoli: le colate di cemento portano l'etichetta della Rigenerazione urbana e l'obiettivo è valorizzare ogni centimetro cubo dello spazio urbano. La pianificazione pubblica è subordinata agli interessi privati, agli investimenti milionari.
Centri vetrina e periferie dimenticate. Binomi indissolubili. Le direttrici lungo le quali si snoda
“Un gioco di società”, la prima inchiesta realizzata completamente su Instagram, vincitrice dell'ultima edizione del Premio giornalistico Roberto Morrione per la sezione “sperimentale” con il contributo dell'associazione "Amici di Roberto Morrione", che da otto anni ormai attraverso il concorso sostengono progetti investigativi dei giovani giornalisti.
INIZIA La pagina Instagram di "Un gioco di società""
Un gioco di società" è un
lavoro investigativo cross-mediale che indaga le conseguenze socio-economiche delle trasformazioni urbanistiche. Evidenziando dinamiche comuni, modelli di sviluppo e tendenze.
Omologazione ed esclusione sociale sono le tracce del cambiamento. “Un gioco di società” è un viaggio nelle tre metropoli italiane e un luogo di confronto e di interazione. L'asfalto delle strade e la piazza virtuale del social network. Ma non solo.
[[ge:rep-locali:espresso:285336576]]L'inchiesta è un gioco esplorativo costruito su più livelli di difficoltà: Napoli, l'invasione. Roma, il campo di battaglia. Milano dove l'impero colpisce ancora.
«Siamo andati via in tre o quattro famiglie perché un po' i prezzi erano esagerati e un po' ci siamo trovati in difficoltà. Siamo stati sfrattati» sono le parole di Rosa Spagnuolo, espulsa dal centro storico di
Napoli. Il flusso incontrollato di turisti ha rivoltato il capoluogo partenopeo come un calzino. Così artigianato e bottegai cedono il passo a friggitorie e negozi di souvenir e persone come Rosa Spagnuolo sono costrette a lasciare i luoghi della propria esistenza. A dettare i tempi della turistificazione sono gli algoritmi di Airbnb, la piattaforma madre degli affitti brevi.
Roma. Quartiere San Lorenzo, a ridosso della più grande università d'Europa. Cosa sta succedendo nel rione degli studenti? Via dello Scalo è il laboratorio della rigenerazione urbana. Sulle macerie dell'ex dogana sorgerà uno studentato di lusso per universitari facoltosi e liberi professionisti. Mentre Federica Lapegna, studentessa de La Sapienza, percorre ogni giorno 17km per raggiungere il luogo in cui studia. «Mi sono ritrovata a non potere accedere agli affitti di San Lorenzo e della zona universitaria. Ho provato a fare domanda per la borsa di studio e ho trovato posto a Valleranello, uno studentato fuori dal raccordo anulare» racconta. Nello stesso quadrante la baraccopoli in via dei Lucani, dove è stata uccisa la giovane Desirée Mariottini. Qui verrà realizzata un'area per “servizi innovativi” con un investimento pubblico-privato che però non sembra tenere conto delle esigenze reali della comunità.
E infine
Milano. Unicum nel contesto nazionale, nel corso degli anni la città lombarda è stata plasmata dai grandi fondi d’investimento e importanti società immobiliari in sinergia con il pubblico. Un esempio? Nell'ex area Expo dovrebbero essere trasferite le facoltà scientifiche dell'Università Statale lasciando vuoto una parte dello storico quartiere universitario di Città Studi. Un patrimonio storico culturale che rischia di scomparire: persino la biblioteca di Matematica, una delle più ricche di testi e manoscritti, potrebbe essere smembrata. Il progetto Mind nascerà sulle aree lasciate vuote dall'Expo. L'idea è di utilizzarle per creare la nuova silicon valley europea. Un partenariato pubblico-privato. «Ho paura ancora una volta che il pubblico sia utilizzato come strumento e funzione a vantaggio degli interessi privati» dice Monica Forte, consigliere regionale per il Movimento 5 stelle.
L'inchiesta “Un gioco di società” non finisce qui. È un progetto aperto che mira ad analizzare altri casi. Si arricchisce giorno dopo giorno con i contenuti dei follower, invitati a segnalare nuovi elementi e contribuire al dibattito social e all'approfondimento giornalistico, che ha visto la partecipazione, oltre agli autori, di Lorenzo Fargnoli per il progetto social e di Marco Mastrandrea per le foto, le riprese e il montaggio video.