Sfascio in corsia
Pagherete caro, pagherete tutto: i debiti della sanità del Sud arricchiscono il Nord
Decine di milioni per forniture arretrate sono emigrati dalle asp calabresi, e non solo, verso le casse degli esattori di Milano. Ma non sempre le fatture erano da pagare. E la procura del capoluogo lombardo indaga
«È davvero vergognoso che vengano sprecati soldi pubblici per pagare le banche, quando la gente non può più curarsi. Così come è vergognoso distruggere gli uffici che funzionano e fanno risparmiare denaro, per creare clientelismo».
Il dirigente della Regione Calabria che parla con l’Espresso chiede l’anonimato. Da queste parti il whistleblowing non funziona troppo bene, ammesso che funzioni altrove. Il procedimento disciplinare, magari il licenziamento, sono dietro l’angolo. Eppure non si tratta dell’ennesimo caso di malasanità in corsia. L’inchiesta della Procura di Milano e della Guardia di finanza sui crediti facili delle aziende sanitarie provinciali (asp) calabresi, e non solo calabresi, ipotizza un meccanismo di saccheggio dei fondi destinati a potenziare le strutture ospedaliere. Con queste premesse appare impossibile fermare il turismo sanitario, espressione infelice per designare il flusso migratorio verso Nord di chi non spera di potersi curare a casa sua, al Sud. I dati lo confermano.
Secondo la relazione sul 2023 approvata lo scorso settembre dalla Conferenza delle Regioni la Calabria è in testa ai pellegrinaggi della salute con un saldo negativo di 294 milioni di euro, seguita dalla Campania, che ha il triplo dei residenti, con 285 milioni. Prima negli incassi è la Lombardia con un bilancio positivo per 579 milioni di euro.
Sono proprio i magistrati di Milano a indagare su Cosenza, su Reggio e sull’Asp di Crotone che, secondo fonti ufficiali della Regione, è in fase preliminare per un accordo transattivo, perché i soldi delle forniture per prestazioni rese in Calabria emigrano anche loro in direzione Padania. Si parla di parecchie decine di milioni di euro pagati ad alcuni grandi creditori piuttosto che ad altri meno attrezzati, come la società che ha denunciato uno svantaggio competitivo e ha dato avvio agli accertamenti.
Chi ha la muscolatura legale per mettersi in prima fila nella riscossione attraverso il contenzioso giudiziario parte favorito. E se perde la causa, ricorre in appello senza badare a spese di avvocati. Una piccola azienda può finire gambe all’aria semplicemente per una parcella. Basta dare un’occhiata ad alcuni processi civili che hanno opposto la regione Calabria al suo principale creditore Bff banking group, l’ex Banca Farmafactoring che di mestiere acquista a sconto crediti problematici da aziende bisognose di chiudere le loro partite contabili con la pubblica amministrazione.
In tre sole liti perse da Bff contro la regione (sentenze 1064/22, 1253/23, 1742/23 del tribunale civile di Cosenza) la banca è stata condannata a pagare oltre 160 mila euro di spese legali. Tanti soldi per una piccola ditta. Poco o nulla per un’azienda di rilievo nazionale.
Sulla struttura della sanità in Calabria una premessa è indispensabile. La regione è in sofferenza contabile da un decennio abbondante per i tagli dovuti al piano di rientro dal debito ed è stata costretta a ingaggiare 270 medici cubani per garantire i Lea (livelli essenziali di assistenza). Il modello di governo prevede un commissario che è lo stesso presidente regionale Roberto Occhiuto e due subcommissari, Iole Fantozzi ed Ernesto Esposito. Poi ci sono gli eventuali commissari straordinari e i direttori generali che si occupano delle cinque asp e delle tre aziende ospedaliere.
La parola d’ordine, non sempre rispettata, è: tagli e ancora tagli. Tanto più che il caos nei pagamenti è stato spesso funzionale alla corruzione e agli interessi mafiosi. Anche per questo la sanità calabrese ha visto una teoria di commissariamenti con figure spesso prese dai ranghi dell’esercito, dei carabinieri o della Finanza. L’asp di Reggio ha conquistato il primato di azienda sanitaria sciolta due volte per infiltrazioni della ‘ndrangheta nel 2008 e nel 2019 con episodi di fatture pagate tre volte. C’è scappato anche il giallo con il decesso improvviso, nel settembre 2018, del capo contabile dell’Asp Rc Consolato Campolo che indagava sugli sprechi. L’ipotesi di avvelenamento è stata poi archiviata dalla magistratura.
Archiviare l’emergenza contabile si è rivelato più difficile. A fine 2020 l’esposizione della sanità regionale verso i creditori era stimata a 872 milioni di euro. Il processo di pagamento degli arretrati è stato accelerato dal governo di Mario Draghi con un decreto convertito nella legge 215 del 2021 sulla cosiddetta circolarizzazione. Fra le altre cose, la norma ha imposto alle regioni di organizzare una piattaforma digitale per centralizzare i titoli di pagamento.
Occhiuto che, al tempo del decreto sulla circolarizzazione (21 ottobre 2021), si era dimesso da capogruppo di Forza Italia alla Camera per assumere la carica di presidente della Calabria, ha recepito il provvedimento dopo la larga vittoria del 3 ottobre 2021 e ha imposto un limite stringente nei pagamenti verso i creditori entro giugno del 2023. La scadenza è stata poi prorogata di sei mesi.
L’Asp di Cosenza, diretta da Antonio Graziano dal marzo del 2022, è arrivata all’appuntamento di fine 2023 in zona Cesarini. Il contenzioso più consistente era con Bff. Ma l’ente pubblico aveva già vinto varie cause e i rischi erano valutati come modesti.
Nonostante questo, nel pomeriggio di venerdì 16 dicembre 2023 lo studio legale Crisci ha mandato all’Asp le carte per una transazione con richiesta di fare eventuali osservazioni entro le 17 dello stesso giorno. L’avvocato salernitano Salvatore Crisci è una sorta di commissario regionale del settore legale ed era stato ingaggiato una prima volta nel 2016 dalla giunta calabrese di centrosinistra guidata da Gerardo Mario Oliverio. Alla caduta di Oliverio, Crisci è rientrato alla base in Campania salvo essere richiamato in servizio dalla giunta di centrodestra alla fine del 2021. Il suo contratto iniziale prevedeva 20 mila euro più spese per il 2022, saliti a 130 mila nel 2023 e nel 2024 con l’aggiunta di una consulenza per Azienda Zero, costituita da Occhiuto per affiancare la struttura commissariale.
Poche ore dopo la richiesta di osservazioni da parte dello studio Crisci, sabato 16 dicembre 2023 a Milano il dg Graziano ha firmato la transazione con Bff, rappresentata dall’avvocato Paolo Bonalume, a fronte di una nota di debito di migliaia di pagine con decine di fatture per pagina. Alcune non riportavano né l’indicazione della società che le aveva emesse né la data di inizio decorrenza degli interessi. Molte erano scadute da anni o erano state già dichiarate da non pagare in sentenze di primo grado del tribunale. Nella serata di martedì 19 dicembre, senza considerare le contestazioni degli organismi interni, l’Asp cosentina ha emesso un mandato di pagamento per 23 milioni. Il 21 dicembre si sono aggiunte altre fatture per 16 milioni cedute a Bff da Althea Italia, società presieduta da Alessandro Dogliani e controllata da F2i Medtech che ha ceduto la sua quota in pegno a Unicredit.
Althea è stata coinvolta in inchieste a Palermo (“Sorella sanità 2”), dove ha subito un’interdittiva di dodici mesi, a Trapani (“Aspide”) con diciassette indagati per forniture Covid e a Torino per 57 milioni di euro di appalti all’Asl To3. All’inizio dell’anno Althea ha comunicato di essere stata stralciata dall’indagine palermitana e archiviata da quella trapanese. A Torino il rappresentante legale di Althea è stato rinviato a giudizio insieme ad alcuni manager pubblici.
Il servizio finanziario dell’Asp Cs ha pagato i 39 milioni di euro dell’accordo Bff fra Natale e il 31 dicembre 2023. La somma è stata coperta con il fondo rischi del 2022, che sarebbe servito per pagare crediti molto più certi. Questo ha creato un problema sul bilancio dell’anno seguente perché è stato necessario ricostituire il fondo. La stima degli uffici interni ha valutato in un massimo di 100 milioni di euro le cause con alta probabilità di soccombenza per l’ente pubblico. A fronte di un impegno finanziario così consistente, il management dell’Asp ha deciso di fare un’ulteriore valutazione e, il 23 aprile del 2024, ha conferito una seconda perizia a una società esterna, Proxima audit Italia, con affidamento diretto per 15 mila euro più Iva. L’accertamento, consegnato il 30 aprile 2024, ha quantificato il fondo rischi 2023 con un ribasso sostanziale a quota 17 milioni di euro.
Proxima audit non è del tutto una società terza. È stata costituita a Cosenza il 25 luglio 2023 da sette azionisti fra i quali figura Giuseppe Spadafora del servizio audit della Regione. Il 16 ottobre scorso Spadafora è stato promosso esperto qualificato di terzo livello. Nel decreto dirigenziale numero 14685 si legge che «si è ritenuto di non dover procedere al previsto colloquio conoscitivo che, ancorché eventuale, non è necessario».
In simultanea con la transazione cosentina, Bff si è attivata anche su Reggio Calabria dove un accordo quadro transattivo di 294 pagine è stato firmato il 21 dicembre 2023 dalla dg Lucia Di Furia e dai rappresentanti della banca milanese. L’ultimo addendum all’accordo porta la data dello scorso 28 giugno, con la firma di Di Furia e dell’avvocato Bonalume. Negli allegati tabellari consultati dall’Espresso, la cifra finale da pagare è di 37,8 milioni di euro, non lontana da quella ottenuta dall’Asp Cosenza, a fronte di 11.996 tra fatture e note di credito.
In meno di due settimane alla fine del 2023 Bff ha incassato quasi 77 milioni solo dalle Asp di Cosenza e Reggio. Sono risultati che possono avere effetto sulle retribuzioni dei manager. L’ad di Bff, Massimiliano Belinghieri, è noto per essere fra i banchieri meglio pagati d’Italia. Nella classifica dei guadagni del 2023 appena pubblicata da Gianni Dragoni sul Sole 24 ore, è passato dai 6,5 milioni di euro dell’anno precedente a 5,9 milioni di cui 1,2 milioni di stipendio fisso, 2,8 milioni di parte variabile e circa 1,9 milioni di plusvalenze legate all'esercizio di stock options.
Belinghieri è fra i maggiori azionisti di Bff attraverso The Bali trust e insieme a due colossi della finanza Usa come Capital research & management, Jp Morgan e Artisan partners. In un anno borsistico estremamente favorevole ai titoli bancari, Bff è andata sulle montagne russe sul mercato Euronext Milano. Ha raggiunto il massimo con 12,96 euro il 10 aprile 2024. Un mese dopo, il 9 maggio, è sprofondata a 6,98 dopo i rilievi di Bankitalia sui criteri di classificazione del credito e sulla remunerazione dell’ad. La ex Farmafactoring si è adeguata entro il mese di luglio ed è risalita sopra i 9 euro di quotazione. Anche i dati economici sono in miglioramento dopo un 2023 con utile netto a 171,7 milioni in discesa rispetto ai 232 milioni del 2022 e una semestrale 2024 che vede già i profitti a 161,8 milioni di euro.
Bff non ha dato seguito alla richiesta di commenti da parte dell’Espresso. Per la Regione Calabria Occhiuto ha invece delegato il compito di una replica a uno dei due subcommissari alla sanità.
«Tutti i creditori sono stati posti sullo stesso piano», afferma Esposito. «Ovviamente l’accertamento del debito avrà tempi diversi a seconda del volume dei crediti vantati e della tipologia di credito. È opportuno precisare che tutta l’attività di accertamento del debito è stata realizzata in collaborazione con la Guardia di finanza, sulla base di un protocollo di intesa tra commissario e Gdf che vede impegnati ben quarantacinque finanzieri».
Si presume che non siano gli stessi finanzieri che indagano su ordine della Procura di Milano.