Inchieste
6 ottobre, 2025In base alla conclusione dell'accordo di Rent to buy, Salvini e la sua Lega hanno occupato senza permesso lo storico pratone perché si era impegnato a lasciarlo sgombero entro il 15 settembre. Che lo abbia occupato abusivamente? La Lega non risponde
Scacco matto alla Lega Nord. Il vecchio partito del Senatur ha messo in vendita il pratone di Pontida: stando all'ultimo bilancio 2024 della Pontida Fin, che è la società immobiliare del Carroccio, i beni sono pronti per essere messi sul mercato. Così la festa leghista dello scorso weekend, quella in cui la generalessa Silvia Sardone, il generale Roberto Vannacci, il ministro Giancarlo Giorgetti, il governatore Luca Zaia se la sono presa un po' con tutti – gli islamici, l'Europa, la sinistra, il governo che vuole il riarmo (sic!) in uno dei comizi più duri della storia di Pontida – potrebbe essere stata l'ultima.
Con un dettaglio, tutt'altro che secondario: in base all’accordo di recesso firmato a marzo di quest'anno, la Lega Salvini Premier si è impegnata a lasciare il pratone di Pontida (che aveva in affitto dal 2022) entro il 15 settembre di quest'anno. Dunque, con quale diritto Salvini, Vannacci, Attilio Fontana, il ministro Giuseppe Valditara e gli altri hanno occupato per un'intera giornata di domenica 21 settembre un luogo non di loro proprietà? Lo abbiamo chiesto all'amministratore federale della Lega Nord, Giulio Centemero, che tuttavia non ci ha risposto.
Peccato che il ligio Matteo Piantedosi, ministro degli Interni in quota Lega, non abbia mandato le forze dell'ordine a sgomberare la festa. E chissà se il prossimo raduno si farà ancora in terra bergamasca, dove ormai Salvini, Vannacci e gli altri non hanno più niente da spartire con i vecchi valori della Lega, anche se Salvini ci ha tenuto a citare Umberto Bossi e Massimiliano Romeo ha avvisato: «Qualsiasi evoluzione del nostro movimento non potrà prescindere dalle nostre radici».
E cosa diranno i giudici di Genova, quelli che hanno cercato in ogni dove i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali, spariti dai radar. I togati hanno concesso alla Lega di dilazionare in comode rate a interesse zero il rimborso del denaro: così ci vorranno 75 anni prima di riaverli indietro. Una beffa per i contribuenti italiani, se si considera che nel 2019 la Lega Nord ha provveduto ad attualizzare quella cifra, facendola scendere a poco più di 18 milioni (non essendoci la componente degli interessi); e ora l'unico bene di valore (il pratone e la sede di via Bellerio) prenderanno il volo, svuotando il partito di ogni contenuto. Alla Lega, insomma, resteranno solo i debiti.
Il fazzoletto verde delle feste leghiste è di proprietà della Pontida Fin, una srl controllata al 99,99 per cento dalla Lega Nord e allo 0,01 per cento da Bossi. La srl detiene la proprietà della maggior parte dei beni della Lega, dalla sede meneghina di via Bellerio 41 al prato bergamasco di Pontida, per un valore posto a bilancio di 7,1 milioni. Si tratta dell'unico bene della Lega Nord che ha un patrimonio negativo per 11,7 milioni e ogni anno versa 78mila euro per il contenzioso dei 49 milioni. Il bilancio è firmato dall'amministratore federale della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, Centemero che, però, siede alla Camera con la Lega per Salvini Premier. Può farlo perché la Lega Nord è alleata alla Salvini Premier. Meno comprensibile è perché Centemero, amministratore della Lega Nord, è anche tesserato della Salvini Premier, quando dovrebbe essere fedele a un solo partito.
Dal bilancio 2024 della Pontida Fin gli immobili sono spariti: non risultano beni immobilizzati nel resoconto. Il commercialista Stefano Martinazzo, partner dello studio Axerta, dice a L'Espresso: «In base alla documentazione, risulta che le immobilizzazioni materiali si sono quasi azzerate nel corso del 2024, passando da un valore di 5,7 milioni di euro nel 2023, al netto dell’ammortamento, a 1.500 euro. Tuttavia, ad oggi la Pontida Fin risulta ancora piena proprietaria di alcuni fabbricati e terreni ubicati nelle province di Bergamo, Varese, Biella e Milano. Pertanto, in assenza di una specifica indicazione nella nota integrativa al bilancio, si può desumere che, in applicazione dei principi contabili, il valore dei terreni e dei fabbricati è stato iscritto nel bilancio 2024 tra le rimanenze dell’attivo circolante, in quanto evidentemente tutto il patrimonio immobiliare sarà destinato alla vendita. Si rileva infatti che nel bilancio, al 31 dicembre 2024, sono iscritte rimanenze per un ammontare di circa 4,7 milioni di euro; importo presumibilmente corrispondente al valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato».
Un altro indizio che la Pontida Fin abbia messo in vendita gli immobili viene dalla più che svantaggiosa risoluzione del contratto Rent to Buy tra la Pontida Fin e la Lega per Salvini Premier. Premessa: Salvini ci tiene tantissimo a mantenere le distanze dal vecchio Carroccio, anche se condivide simboli e sede. Perché? Per via dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali evaporati che la Lega Nord deve ridare allo Stato. Se saltasse fuori che il Carroccio e la Lega per Salvini Premier sono la stessa cosa, lo Stato potrebbe rifarsi sul partito di Matteo per riavere quel denaro.
Nel giugno del 2022 la Pontida Fin (di proprietà della Lega Nord) e la Lega per Salvini Premier registrano un atto di locazione Rent to Buy: Salvini paga 250mila euro di caparra e 40mila euro di affitto all'anno (per complessivi 8 anni) alla Pontida Fin e promette, alla fine di quel periodo, di comprarsi il pratone per 1,8 milioni di euro. Recita il contratto visionato da L'Espresso che, se la Salvini Premier dovesse ripensarci, «la Pontida Fin ha diritto a tenere l'intera somma ricevuta a titolo di caparra confirmatoria, acconto prezzo e canone per il godimento del bene». Ma la Pontida Fin è generosa, al punto che il 10 marzo 2025, quando viene risolto l'accordo (perché la Salvini Premier non ha più intenzione di pagare l'affitto né tanto meno di comprarsi il pratone del Senatur) si impegna a restituire entro il 31 settembre di quest'anno alla Salvini Premier 263mila euro, di cui 250mila euro di caparra e 13mila euro di prima rata. Nell'accordo di risoluzione, firmato dall'amministratore unico della Pontida Fin Davide Franzini e dal legale rappresentante della Lega per Salvini, il commercialista Alberto di Rubba, c'è scritto che entro il 15 di settembre la Lega salviniana lascerà il pratone. A quale diritto, dunque, Salvini e Vannacci, che fanno capo alla Lega per Salvini e non hanno nulla da spartire con la Lega Nord, hanno calcato il sacro pratone leghista lo scorso weekend in occasione della festa leghista? Possibile che Salvini, che tanto detesta la posizione di Ilaria Salis rispetto al diritto all'abitare, anche se questo significa occupare, abbia occupato abusivamente il pratone? Vai a vedere che adesso Salvini la pensa come le zecche e come i compagni del Leonka, sfrattati dal leghista Piantedosi dalla sede di via Watteau giusto un mese fa.
L'accelerazione alla vendita del pratone può essere dovuta a un contenzioso perso da Lega Nord. Lo scorso dicembre il giudice della Quinta sezione civile del Tribunale di Milano, Sarah Gravagnola, ha stabilito che la Lega Nord risarcisca per 3 milioni di euro lo storico legale di Umberto Bossi, Matteo Brigandì, per i compensi professionali mai pagati fra il 2000 e il 2012. Brigandì, a dicembre 2024 è venuto a mancare, ma i legali degli eredi continuano la sua battaglia, mentre la Lega Nord ha impugnato la sentenza di primo grado. L'obiettivo, probabilmente, è quello di allontanare gli eredi politici di Brigandì, ovvero i leghisti della prima ora, da Paolo Grimoldi a Giuseppe Leoni, che si sono riuniti attorno al movimento Patto per il Nord, dai simboli del Carroccio, cioè dal pratone (che potrebbe essere richiesto dai legali di Brigandì con una procedura esecutiva) e dall'Alberto da Giussano. Anche in questo caso, Salvini nei mesi scorsi, è riuscito a portare a casa lo stemma leghista: a inizio gennaio ha ottenuto dall'ufficio brevetti e marchi del Mimit la potestà del logo del leggendario guerriero protagonista della battaglia di Legnano. «Al netto delle questioni tecniche, che ci inquietano perché ad oggi non si sa più a chi appartiene il prato, abbiamo comunque una certezza: da un punto di vista politico quel luogo non è più dei federalisti, della vecchia Lega, di chi ha fatto della propria battaglia politica un emblema in nome della libertà, della meritocrazia nella pubblica amministrazione. Quel prato oggi viene utilizzato da una forza politica passata dal verde, al blu e, da quest’ultima edizione di Pontida, addirittura al nero. Una formazione di estremissima destra che non rappresenta più il Nord produttivo, che non parla più di partite Iva e lavoratori, ma parla di ideologia di estrema destra e che mette in difficoltà il governo di cui fa parte e tutto il nostro Paese per delle posizioni ambigue, come la vicinanza alla Russia», commenta Paolo Grimoldi di Patto per il Nord.
Vecchia e nuova Lega in comune hanno anche i conti in rosso. La Lega Nord chiude il ’24 con 72.900 euro di perdite, la Lega per Salvini con un disavanzo di 1,4 milioni. Il partito di Salvini ha incassato 1,1 milioni di contributi dal 2 per mille, altri 63mila euro vengono dalle quote associative annuali, 3 milioni dai contributi dei parlamentari, 739mila euro da società, per un totale di poco superiore ai 5 milioni di proventi. A fronte di 6,1 milioni di costi, di cui 3,6 milioni spesi per non meglio definiti “servizi”. Attorno alle perdite della Salvini Premier si è creato parecchio malcontento, visto che il vicesegretario Roberto Vannacci, eletto in Europa da indipendente e poi passato direttamente al ruolo di numero due del partito, non ha dato un centesimo al partito.
La nota della Lega e la replica de L'Espresso
“Nessun addio a Pontida, ennesima bufala: lo storico pratone, su cui domenica si sono ritrovate decine di migliaia di persone, rimarrà sempre il cuore e l’anima della Lega”. Lo afferma una nota del partito dopo l’articolo de l’Espresso.
L'Espresso risponde: "Nessuna bufala, alleghiamo delle immagini dell'atto notarile che scioglie l'accordo di Rent to Buy fra il vecchio Carroccio e la nuova Lega di Salvini. Oltre al dettaglio del bilancio della Pontida FIn (la controllata della Lega Nord che ha in pancia tutti gli immobili della società) da cui si evince che tutti gli immobili sono stati smobilizzati e inseriti nel circolante".






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