Inchieste
15 luglio, 2025Articoli correlati
Utilizzando una loggia coperta dell’Isola, “fratelli” italiani sono riusciti ad aggirare le leggi che obbligano alla trasparenza sulla loro adesione. E a evitare i controlli sui propri trascorsi
Un gruppo di massoni si è unito negli anni a una serie di logge maltesi coperte, ossia che nascondono l’elenco dei propri membri a chiunque ne faccia richiesta. Tra queste c’è la loggia Flos Mundi, composta anche da alcuni italiani con un passato apparentemente controverso. Flos Mundi risponde alle leggi maltesi sulla privacy, che consentono ai suoi vertici di occultare l’elenco degli affiliati (il cosiddetto piedilista). Ma L’Espresso oggi può dimostrare, tramite numerosi documenti riservati e interni alla massoneria, che la loggia ha operato in Italia col benestare del Grande oriente d’Italia (Goi), la principale istituzione massonica regolare italiana.
Tutto ciò nonostante il Paese si sia dotato di norme che, in seguito allo scandalo della P2, vietano espressamente l’esistenza di associazioni coperte e impongono anche alla massoneria la massima trasparenza circa i propri affiliati e la loro storia penale.
I segreti della Loggia
La Flos Mundi è attiva dal novembre del 2005 e opera sotto la SGLoM, ossia la Gran Loggia sovrana di Malta. Secondo un approfondimento del canale Telegram specializzato “Notizie massoniche italiane”, oggi i membri della Flos Mundi sarebbero circa 250-300, prevalentemente italiani. Un numero definito “veramente ragguardevole”. La segretezza del piedilista della Flos Mundi è accertata da documenti interni che negano anche agli stessi “fratelli” di sapere chi fa parte della loggia per ragioni di privacy maltese. Si tratta di una violazione delle regole internazionali della Massoneria, e secondo alcuni anche un pericolo democratico, specie quando la Flos esce da Malta.
La loggia opera in Italia attraverso un meccanismo definito “convocazione diretta”. Quando una loggia va in visita presso un’altra Loggia estera, i membri ospiti dovrebbero mostrare un passaporto massonico, il good standing, che identifica ciascun affiliato. Ma la Flos Mundi aggira la pratica tramite la convocazione diretta della Loggia nelle sedi del Goi. Questo sistema – spiega a L’Espresso un alto dignitario della massoneria italiana – avrebbe permesso a «elementi non identificati né identificabili di accedere ai canali massonici del Goi». Il che sarebbe a suo dire una «anomalia» e un «sistema sbagliato e pericoloso di fare massoneria».
L’escamotage sardo
Una delle pochissime strategie possibili per individuare i membri della Flos Mundi è quella di guardare alle affiliazioni effettuate da suoi membri verso altre logge. E così a Cagliari si trova il caso emblematico di una serie di individui che attraccano al Goi passando dalla Loggia Heredom sfruttando l’escamotage della doppia appartenenza inglese. Normalmente si dovrebbe seguire la procedura della regolarizzazione, che richiede il consenso del Collegio circoscrizionale. Invece, si segue una procedura simile all’affiliazione di un “fratello di altro Oriente”, che aggira il voto di controllo del Collegio.
Così sono transitati M.P., un agente assicurativo, e G.A., avvocato. Il presidente della Circoscrizione Sardegna del Goi Claudio Solinas – oggi espulso – ha affermato a L’Espresso che i due non sarebbero stati accolti nel Goi se fossero passati per le procedure ordinarie poiché hanno omesso la loro appartenenza maltese e perché già affiliati alla Gran Loggia Regolare d’Italia e poi espulsi. «Il passaggio del voto del Collegio è stato saltato a piè pari, forse per il timore che il Collegio avrebbe bloccato tutto» dice Solinas, aggiungendo che «qualora il Goi avesse facilitato l’ingresso di personaggi simili e senza poter conoscere il piedilista della loggia maltese da cui provengono, saremmo davanti a una mossa inopportuna e pericolosa per la Sardegna e per tutto il Goi».
Le riunioni tra boss e imprenditori
Da un documento interno alla Flos Mundi del 2023 pare chiara l’appartenenza alla Loggia di quindici soggetti tra cui spiccano i nomi di R.L., M.S. e T.L.. Mentre il primo condivide il cognome con un noto collaboratore di giustizia vicino a Cosa Nostra, M.S. e T.L. condividono nome e cognome con due persone toccate dalle inchieste anti-’Ndrangheta Acero-Krupy e Saggezza. Ma c’è di più. Il 24 marzo 2024, almeno 16 membri italiani della Flos Mundi si sono riuniti al Grand Hotel Stella Maris a Palmi (Reggio Calabria). Secondo i verbali visionati, i 16 membri avrebbero iniziato alla Loggia altre 17 persone, ugualmente presenti. Tra esse spiccano i nomi di A.M. e F.C., che condividono nome e cognome rispettivamente con un assistente di polizia accusato di truffa aggravata e col fratello di un noto boss ’ndranghetista della provincia di Vibo Valentia. Su questa riunione sta indagando la procura di Palmi, come riportato da Il Sole 24 Ore. Lo stesso è avvenuto a Ragusa il 27 settembre 2024, dove i fratelli della Flos Mundi si sono riuniti in un tempio del Goi.
L’Espresso ha visionato anche verbali e convocazioni relative a riunioni a Bologna, Catania, Taranto, in provincia di Cagliari, ma anche Svizzera, Repubblica Ceca, Albania e Romania. In queste riunioni si è peraltro votata l’affiliazione di nuovi fratelli, in prevalenza italiani. Tra questi, un uomo che condivide nome e cognome con un imprenditore sardo coinvolto in un’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti speciali. Sia il Goi che la loggia Heredom hanno preferito non rispondere alla richiesta di commenti de L’Espresso.
Le preoccupazioni interne
Secondo una fonte apicale della Massoneria in passato vicina alla Flos Mundi, la loggia maltese fornirebbe al Goi solo i nomi di una parte dei propri affiliati. Il totale dei partecipanti a piedilista maltese sarebbe invece fornito in modo grossolano, rendendo impossibile per il Goi verificare l’identità esatta degli altri convocati della Flos Mundi, che proprio perché “convocati” e non semplici visitatori sono esentati dalla presentazione del good standing.
Intorno a questi personaggi si concentrano le preoccupazioni di una parte di massoneria “legalitaria” che teme che attraverso il “metodo Flos Mundi” alcuni appartenenti alla “Massoneria deviata” possano entrare nel circuito ufficiale e sfruttare i collegamenti e i rapporti di fratellanza. Tanto che una delle fonti sostiene che la condotta del Goi può facilitare la creazione di «Super-Logge transnazionali sottratte ai controlli e alle legislazioni nazionali sulle società segrete».
Intanto, a inizio di maggio del 2025 il Gran Maestro della massoneria maltese Simone Cusens è stato deposto. Secondo Notizie massoniche italiane gli è stata contestata una «gestione circense e spericolata delle Logge maltesi transfrontaliere». Il Gran Segretario della SGLoM ha anche diffuso un comunicato richiamando gli affiliati al rispetto tassativo delle regole massoniche internazionali sul good standing e vietando esplicitamente ai membri maltesi di aspettarsi l’ammissione in riunioni del Goi senza aver prima ricevuto il permesso, pena un’imputazione per grave reato massonico.
Le somiglianze con la P2
La Flos Mundi sembra avere una sola differenza sostanziale e moltissimi punti in comune con la loggia eversiva P2 di Licio Gelli, principale mandante della strage di Bologna del 1980. La Flos Mundi infatti – come la P2 – sembra essere composta da imprenditori, professioni e affaristi affiliatisi nel tentativo di sviluppare una rete di contatti di interesse. E come per la P2, l’elenco dei suoi membri è assolutamente riservato. A differenza della P2 però – che all’epoca poteva legalmente mantenere il riserbo sui propri iscritti – la Flos Mundi opera in un’era storica diversa. Nel 1982 infatti l’Italia si è dotata della legge Anselmi, che sulla base dell’articolo 18 della Costituzione vieta e punisce col carcere l’esistenza delle associazioni segrete che occultano, anche in parte, le proprie finalità e attività e che interferiscono con la pubblica amministrazione italiana e con servizi pubblici di base. La legge impedisce inoltre ai dipendenti dello Stato di affiliarsi a tali associazioni.
Oggi sappiamo che le finalità della P2 di Gelli erano legate all’eversione in ottica anticomunista. Ma oggi non è dato sapere quali siano le vere finalità della Flos Mundi. Dai verbali non sappiamo di cosa si discute né chi prenda parte alle riunioni della Loggia. Secondo una fonte interna alla massoneria, il motivo per cui vari italiani si sono affiliati a Malta è proprio legato all’elusione delle norme italiane, che avrebbero impedito a una serie di individui di «entrare dalla porta principale della massoneria». Contattata per un commento, La Loggia Flos Mundi non ha risposto alle domande de L’Espresso.
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