Innovazione
6 ottobre, 2025L’appuntamento con la prima Superluna del 2025 è per il 7 ottobre. Una notte di Luna piena che, alle ore 05:49 italiane, anticipa di 32 ore l’orbita che la vedrà “vicinissima” alla Terra, a meno di 360 mila chilometri di distanza
Il primo plenilunio “di vicinanza” alla Terra è atteso per il 7 ottobre, quando il satellite terrestre sarà a “soli” 360 mila chilometri, ben al di sotto dei 384 mila chilometri di distanza media. La cosiddetta Superluna è legata anche alle tradizioni degli indiani d’America, che la chiamavano Luna del Cacciatore o del Raccolto. I nativi celebravano così la fine del raccolto e l’inizio della stagione della caccia: la luce lunare consentiva di individuare le prede con maggiore facilità.
LA NOTTE DELLA LUNA
Paolo Volpini dell’Unione Astrofili Italiani (Uai) ha sottolineato la coincidenza della Superluna del 7 ottobre che segue di qualche giorno l’evento della Notte Internazionale della Luna – svoltasi il 4 ottobre – celebrata in tutta Italia. Questo plenilunio sarà anche l’occasione per vedere Saturno che, nella notte tra 5 e 6 ottobre, entra in congiunzione con la Luna.
LA DIRETTA
Ma che differenza c’è rispetto alla “solita” Luna piena? Poco, secondo gli esperti: la Luna sarà più visibile del 6% e leggermente più luminosa. Ma per gli “amanti del genere” ci sono tanti modi per poter apprezzare questa “Luna (quasi) gigante”. Uno di questi è il Virtual Telescope Project che trasmetterà l’evento in diretta streaming sul suo sito, a partire dalle 05:00.
MUTA TESTIMONE
“O graziosa luna, io mi rammento che, or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti”. L’Ode alla Luna di Giacomo Leopardi racconta, in versi, quanto l’uomo abbia sempre contemplato la Luna, una muta testimone delle ambasce umane. E l’idea di “conquistare la Luna”, missione che Leopardi non poteva nemmeno immaginare ma che l’uomo ha già compiuto e si appresta a ripetere, porta con sé una serie di incognite, in primis quella del “tempo lunare”.
SULLA LUNA CHE ORA E’?
Con la missione Artemis III alle porte - e l’obiettivo di realizzare stazioni spaziali cislunari e basi per insediamenti umani permanenti - la Nasa è chiamata a un compito originale: definire il tempo standard lunare. Con un incarico che arriva dalla Casa Bianca – per il tramite dell’Office for Science and Technology Policy - alla Nasa è stato assegnato il compito di “Standardizzazione del tempo celeste a sostegno della strategia nazionale per la scienza e la tecnologia cislunare.” Il 2026 è la dead line per il Coordinated Lunar Time (Ltc), basato sul Coordinated Universal Time (Utc) di misurazione del tempo terrestre, ma adattato alle operazioni lunari.
IL TEMPO CELESTE
L’Utc è un sistema di misura del tempo legato alla Terra e, secondo la teoria della relatività generale e speciale, il tempo scorre in modo diverso in condizioni gravitazionali differenti o in presenza di velocità relative. Un orologio terrestre visto da un osservatore sulla Luna sembra perdere circa 58,7 microsecondi al giorno, con ulteriori fluttuazioni periodiche.
Tutto qui? Un margine di errore microscopico che può però rappresentare un problema concreto: serve una precisione estrema per le operazioni spaziali — navigazione, comunicazioni, manovre — e lo scarto accumulato può assumere importanza. In termini operativi, infatti, si calcola che servirebbero decine di anni — quasi 50 — per raggiungere un errore di un secondo. Il nuovo tempo lunare dovrà essere regolato da orologi atomici, similmente a quanto avviene per gli standard terrestri.
LUNANET
L’ora lunare — secondo le attuali linee guida — sarà il riferimento della futura rete di comunicazioni chiamata LunaNet, sulla quale la NASA collabora con l’ESA. Attualmente, ogni missione lunare utilizza una propria scala temporale collegata all’unità temporale terrestre, ma non sarà praticabile in un ecosistema con numerose missioni in concorso. Senza un orario unificato, la gestione della navigazione satellitare, delle comunicazioni e del coordinamento generale diverrebbe caotica. Già dal 2022 il Centro europeo di ricerca e tecnologia spaziale dell’ESA a Noordwijk ha avviato la stesura di raccomandazioni su come definire il tempo lunare. Sarà infatti indispensabile che si giunga ad un accordo condiviso fra tutte le Agenzie Spaziali, per evitare che ciascuna adotti soluzioni autonome, con la conseguenza di un ulteriore frammentazione del sistema.
GPS PER LA LUNA
Una delle esigenze più urgenti deriva dalla realizzazione di un sistema globale di navigazione satellitare dedicato alla Luna (GNSS lunare), come il GPS terrestre, che dovrebbe essere utilizzato a partire dal 2030: l’ESA ha già approvato il progetto Moonlight, mentre la NASA ha lanciato il progetto Lunar Communications Relay and Navigation Systems.
Fino ad oggi, le missioni calcolano le proprie posizioni inviando segnali radio verso grandi antenne terrestri orarie. Ma con decine di missioni, le risorse terrestri non basteranno. Il tempo lunare dovrà essere pensato come un riferimento unificante per missioni, infrastrutture e comunicazioni, ma definire il tempo lunare non è semplice. L’attrazione gravitazionale più debole della Luna fa sì che un orologio lunare ticchetti più rapidamente rispetto a uno terrestre, e la velocità degli orologi potrebbe cambiare in base alla posizione sulla Luna, a causa della rotazione del corpo stesso.
INTERNET PER LE STELLE
Con l’ausilio dell’ESA, la NASA sta sviluppando la rete LunaNet, che consentirebbe a sistemi di comunicazione, navigazione e calcolo lunari di interagire come una sorta di “Internet del sistema solare”. La definizione del tempo lunare è parte integrante di questo grande progetto. L’idea è quella di creare un’Internet del sistema solare, con la Luna a fare da primo tassello.
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