Innovazione
18 novembre, 2025Su Downdetector migliaia di utenti hanno segnalato “l’internet down”. Oggi più di quattro ore senza WWW a causa del blackout del colosso Cloudflare – che gestisce milioni di siti nel mondo – e che ha “spento” X, ChatGPT, Spotify, Canva, e l’elenco è ancora lungo
Tutto il Mondo è Paese, un vecchio adagio che da oggi va di moda anche sul web. Internet si è bloccato a livello globale: pagine bianche, messaggi d’errore, app che non si aprivano, social network stranamente muti. Tutto per colpa di Cloudflare, colosso delle infrastrutture digitali che gestisce e protegge il traffico di milioni di siti e servizi online.
Il problema in Italia
Il down di Internet, a casa nostra, è cominciato dopo mezzogiorno: difficoltà di accesso, download infiniti, pagini di errore. Nel tentativo di accedere a siti e piattaforme, gli utenti si sono trovati davanti ad un allert: “Errore interno del server. Visita Cloudflare.com per maggiori informazioni”. Il ripristino completo è arrivato solo nel pomeriggio, dopo quasi quattro ore di disservizi a macchia di leopardo in mezzo mondo.
Cloudfare chi?
Si è trattato di un “picco di traffico insolito” su uno dei suoi servizi – spiegano da Cloudflare – mentre erano in corso attività di manutenzione programmata in diversi data center. Il disservizio, secondo l’azienda, è partito da New York e si è esteso a cascata sulle varie regioni coperte dalla rete globale della società. Per capire la portata del blackout di oggi bisogna spiegare che ruolo svolge Cloudflare nell’ecosistema di internet: la società statunitense gestisce una rete di content delivery network, servizi Dns - domain name system - e strumenti di sicurezza che fanno da “scudo” tra l’utente e i server dei siti. Anche “dietro” alla richiesta “non sono un robot” c’è Cloudflare, che così attiva la protezione degli accessi ai vari siti
L'ombra del cyberattacco
In altre parole, gran parte del traffico web mondiale passa da Cloudflare - circa un quinto dei siti web mondiali utilizza in una qualche forma questa infrastruttura - che applica “filtri di sicurezza” per difendere i siti dai DDoS, quegli attacchi informatici che mirano a saturare server e reti con enormi volumi di richieste, rendendoli irraggiungibili. E sembra esattamente quello che è successo oggi. Ma l’azienda per il momento non ha commentato. Del resto, se ci fosse davvero un attacco informatico dietro il blackout di oggi, ammetterlo darebbe solo un vantaggio strategico agli eventuali “cybercriminali”. Perché Cloudfare è una sorta di corridoio attraverso cui passa il traffico web, se si blocca si attiva l’effetto domino su una moltitudine di servizi.
I precedenti
Il problema si era già verificato anche in passato: Cloudflare era già finita al centro delle cronache tecnologiche nel luglio 2019 e nel giugno 2022. L’evento odierno desta qualche pensiero in più, perché arriva a poche settimane di distanza da un blackout di Amazon Web Services che aveva mandato offline oltre un migliaio di siti e app.
Il ripetersi di eventi di questa portata mette a nudo un dato strutturale: gran parte del web dipende da un numero ristretto di grandi provider, che concentrano nelle loro infrastrutture una quota enorme del traffico globale. Quando uno di questi pilastri trema, l’effetto coinvolge servizi centrali per il lavoro, l’informazione, l’intrattenimento, la comunicazione. E se il web trema, ne risente ormai la vita di tutti, anche se solo per qualche ora, per ora.
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