Innovazione
4 novembre, 2025L’Agcom pubblica la lista completa dei 48 domini censiti che diffondono pornografia in Italia, e che dal 12 novembre dovranno implementare sistemi di verifica dell’età dei “naviganti” per poter continuare ad operare e diffondere contenuti per adulti nel nostro Paese
Costerà 250 mila euro il mancato rispetto della nuova norma “anti pornografia per minorenni”, la legge che vieta ai minori l’accesso a contenuti pornografici perché ritenuti lesivi della dignità, e potenzialmente del benessere fisico e mentale. Non si tratta di un mero inciso ornamentale: il legislatore lo qualifica come problema di salute pubblica.
La lista in chiaro
L’iniziativa è importante, ma nella lista che Agcom ha pubblicato nella sezione regolatoria del portale erano riportate “in chiaro” tutte le url e gli indirizzi web dei singoli siti, compresi i nomi degli autori degli stessi. Molti gli utenti che hanno rilevato “la leggerezza”, tanto che il file è stato corretto subito dopo con le url oscurate e il nome degli autori eliminato.
Divieto e controllo
Il legislatore ha introdotto il divieto, incaricando Agcom - d’intesa con il Garante privacy - di definire le modalità tecniche e di processo per attuare la verifica. L’Autorità ha adottato la delibera (96/25/Cons) che stabilisce l’architettura di controllo dell’age assurance e ne definisce il funzionamento. Dall’entrata in vigore erano stati concessi sei mesi per permettere alle piattaforme che propongono contenuti per adulti di adeguarsi alla normativa. E il termine scade proprio il 12 novembre, data a partire dalla quale l’age assurance smetterà di essere una linea guida per diventare un requisito cogente.
La lista
L’elenco pubblicato sul sito Agcom è solo una prima istantanea. Sarà aggiornato e potrà includere ulteriori soggetti sulla base degli accertamenti – anche comparativi con altri Paesi Ue. Agcom potrà esercitare i suoi poteri di vigilanza in caso di violazione, che comunque prevede altri venti giorni entro i quali i portali potranno conformarsi al filtro di verifica dell’età degli utenti. In caso contrario l’Autorità procederà col bloccare l’accesso al sito fino al ripristino della conformità, ed è lì che scatta la sanzione amministrativa che potrà arrivare fino a 250 mila euro.
Questione di salute
L’atto normativo punta a proteggere i minorenni da contenuti reputati dannosi per la loro salute mentale. Ma non ha nessuna volontà “censoria” rispetto alla pornografia adulta che non verrà vietata, né ripulita, ma semplicemente “restituita” al pubblico per cui viene prodotta. È questo il cuore della norma: non di moralismo si tratta, ma di diritto.
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