Innovazione
5 dicembre, 2025Arriva la mappa annuale dei pensieri collettivi: il rapporto Google Trends “Year in Search” del 2025 non fa eccezione. In Italia fra i più ricercati sono stati Lucio Corsi, Olly e il tennista Lorenzo Musetti, insieme a curiosità concrete, domande urgenti e ricette della tradizione
Voleva essere un duro, Lucio Corsi, e ha catturato l’immaginazione del pubblico: il suo nome è stato il più ricercato online nel 2025. A poche lunghezze lo seguono Olly - vincitore del Festival di Sanremo 2025 - e un tennista, che a sorpresa è Lorenzo Musetti, simbolo di una stagione tennistica di successo, che ha sovvertito le gerarchie tra volti noti.
Ma il 2025 non è stato solo intrattenimento: nella classifica delle "search" compaiono anche domande sull’attualità, curiosità sul significato di parole, interrogativi su eventi e decisioni politiche o giudiziarie, e richieste di “come si fa” legate a cucina o fai-da-te. Dalle ricette tradizionali come il casatiello ai dubbi sul kefir fatto in casa — il motore di ricerca resta lo strumento di sopravvivenza quotidiana, conforto, istruzione. Ma in un’epoca in cui la ‘generative AI’ promette risposte immediate e discorsive, ha ancora senso “andare su Google”? La risposta sembra essere sì, proviamo a capirne i motivi.
Search engine vs AI
Il motore di ricerca rimane lo strumento principale per accedere a informazioni aggiornate in tempo reale, ma è anche un archivio collettivo. Le AI conversazionali, dal canto loro, offrono rapidità e personalizzazione, ma rischiano di filtrare la complessità, semplificare o perdere parte del contesto. Per chi ricerca una pluralità di fonti, approfondimenti o un rapporto critico con l’informazione, Google — integrato a strumenti nuovi — conserva un ruolo cruciale.
Le ricerche globali
Il rapporto globale “Year in Search 2025” racconta un contesto diverso rispetto a quello italiano. In cima alla classifica delle query globali troviamo Gemini — cioè la nuova AI di Google — segno che la rivoluzione tecnologica è diventata anche oggetto di curiosità collettiva. Seguono sfide sportive come India vs England, temi politici e sociali, grandi eventi mediatici, ma anche la domanda globale di innovazioni come il fenomeno cinese DeepSeek. Le ricerche globali, specchio di un mondo che cambia rapidamente, riflettono paure (crisi, geopolitica, instabilità), speranze (tecnologia, nuove idee, scoperta), ma anche desideri primordiali: capire, imparare, informarsi, sognare.
Trend
Guardando ai trend 2025 — in Italia e nel mondo — emerge una fotografia sfaccettata: persone alla ricerca di conforto nella canzone del momento, studenti curiosi pronti a godersi un tutorial, innamorati della cucina, appassionati di sport, cittadini preoccupati di fronte a crisi e conflitti e intere generazioni affamate di futuro. Forse la vera domanda non è se vale ancora la pena “googlare”, ma come lo facciamo. Perché alla fine, ciò che emerge dal “Year in Search” non è solo un elenco di parole: è un diario collettivo, la testimonianza di un’umanità che — pur con IA, filtri, algoritmi — rimane curiosa, dubbiosa, fragile e desiderosa di capire ancora. Forse il valore più grande di queste classifiche non è nelle parole singole, ma nella misura del bisogno collettivo di conoscere, capire, restare umani in un mondo che cambia troppo in fretta.
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