Manus arriva dalla Cina e si presenta come la prima IA autonoma. Se il capodanno nel Paese del dragone - celebrato a fine gennaio - è coinciso la presentazione della prima IA made in China, Deepseek, a distanza di poche settimane
siamo a una nuova svolta: il lancio di Manus promette (o minaccia) di rivoluzionare il settore grazie alla sua “autonomia operativa”. In sintesi, c’era una volta la “vecchia” intelligenza artificiale, che consentiva di gestire immani quantità di dati riducendo drasticamente i tempi di lavoro. Poi è stata poi affiancata, solo un anno, fa dall’IA generativa che risponde agli input degli utenti e, nel frattempo, impara. E ora c’è Manus che, dicunt, sarebbe capace di svolgere compiti complessi in maniera indipendente, navigando sul web, elaborando informazioni e prendendo decisioni senza supervisione costante, con un funzionamento asincrono basato sul cloud, che può quindi lavorare anche quando i dispositivi degli utenti sono spenti. Manus incorpora capacità di memoria e di apprendimento, adattandosi alle preferenze dell’utente nel corso del tempo, come ha raccontato in un video su X Yichao "Peak" Ji, lo scienziato papà di Manus.
Un cambiamento "qualitativo"
Si chiama Monica la startup cinese di cui Yichao "Peak" Ji è co-fondatore, e a cui dobbiamo la nascita del nuovo agente di IA Manus e della sua architettura che si basa sulla coazione di diversi sotto-sistemi per elaborare attività articolate. Una specie di
supervisore che distribuisce incarichi a sub-agenti specializzati. Facciamo un esempio: io utente chiedo a Manus di cercare per me una casa. Ne otterrò non un mero elenco di annunci immobiliari, ma un’analisi completa che considera anche dati qualitativi, come la tranquillità del quartiere, i costi al metro quadro per le vendite in quella zona, e mi fornirà solo le migliori opzioni disponibili. Immaginiamo questo modello applicato ad ambiti come la pianificazione di viaggi, ma anche la selezione del personale e la gestione di paper aziendali.
Un'IA realmente autonoma?
Va detto che Manus non evolve da sola senza input iniziali. Purtroppo, o per fortuna, non è dotata di alcuna forma di coscienza autonoma. E anche sul primato di “IA ad apprendimento senza supervisione” ci sono altre tecnologie, come AlphaGo Zero o
MuZero, già con capacità simili. Manus non è poi esente dagli errori e dai bias a cui le generative ci hanno abituato. Alcuni utenti hanno segnalato inesattezze, e la capacità impressionante di creare lunghi report dettagliati passa in secondo piano, se non c’è trust nelle informazioni generate.
Tra hype e realtà: cosa aspettarsi da Manus
Il lancio di Manus è stato comunque accolto con grande entusiasmo: il server della piattaforma – Discord – si appresta a raggiungere a breve i 200.000 membri. Si accede solo per invito e ogni card di accesso è venduta a prezzi esorbitanti sui marketplace cinesi. Gli analisti, però, invitano alla prudenza. Dai primi test è chiaro che Manus abbia ampi margini di miglioramento e che, al di là delle impressionanti demo, la sua reale efficacia dovrà essere valutata nel tempo. La strada verso una vera intelligenza artificiale autonoma è ancora lunga e costellata di sfide tecniche, ed etiche. Io non sono pronta, e non so voi, ad accogliere un’IA capace di operare senza vincoli umani. Teniamoci pronti per nuovi capitoli di questa incessante, e velocissima, rivoluzione.