L’industria manifatturiera italiana ha ridotto del 17,1% l’intensità delle emissioni tra il 2014 e il 2023, registrando valori inferiori del 5,1% rispetto alla media europea. Ma è nel campo della "moda sostenibile" che si gioca oggi una partita fondamentale, in cui tecnologia e responsabilità sociale vanno di pari passo, attestandosi come strumenti indispensabili per un nuovo paradigma industriale.
L'approccio olistico alla sostenibilità
In questo contesto, la sostenibilità non può essere ridotta al solo utilizzo di materiali riciclati o biologici, ed è sempre più orientata all’utilizzo strategico delle nuove tecnologie, AI in testa. Serve però un approccio più complesso: bello, buono, giusto, etico. Un modello olistico che consideri l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’approvvigionamento delle materie prime al fine vita del capo, passando per la salute umana e l’impatto ambientale, che possono essere tracciati proprio attraverso l’utilizzo di “tecnologie di filiera”. È questa la direzione che alcune realtà, soprattutto nel Nord Europa, stanno già percorrendo, con un'integrazione sempre più stretta tra economia circolare, ricerca scientifica e innovazione tecnologica.
Il second hand fa breccia nel lusso
Parla di “Luxury recycling” Valeria Mangani - docente del Master in Fashion Management all'Università Sapienza di Roma – che a L’Espresso racconta questo nuovo fenomeno in atto “le sciure milanesi, che prima si vergognavano a comprare usato, invece ora hanno capito che questo è il futuro”. Ed ecco allora il proliferare di piattaforme online – citeremo Vestiaire Collective fra molti - dove i brand di lusso vengono proposti ad una seconda vita, ma con garanzie e certificati validati. Mangani parla di “avidità dei brand” che applicano ricarichi sempre più alti, e poi episodi che vanno a discapito della filiera manifatturiera “abbiamo visto gli opifici cinesi alle porte di Milano”. Secondo l’esperta, ceo della Sustainable Fashion Innovation Society “il sistema va tutto ripensato, e indubbiamente la cosa più innovativa e più disruptive che una signora del lusso può fare, in questo contesto, è comprare il lusso second hand. E’ un atteggiamento mentale diverso, tutto il sistema di luxury global sta proprio cambiando. Noi sosteniamo la fashion Innovation, perché c’è molto empowerment che si può realizzare attraverso l’innovazione”.
Un Passaporto Digitale per i prodotti
Si chiama Digital Product Passport il regolamento Europeo concepito nell’ambito delle iniziative comunitarie sulla sostenibilità ed economia circolare, e fa parte del Regolamento sulla Progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili - ESPR-Ecodesign for Sustainable Products Regulation. Approvato nell’aprile 2024, il regolamento ESPR è in vigore dal 18 luglio 2024, e sarà applicato con atti delegati che saranno varati fra il 2025 e il 2030. Questo strumento consentirà di effettuare il tracciamento della filiera di produzione - e riguarderà anche i tessili - applicando la tecnologia blockchain per certificare ogni passaggio, dal campo di cotone fino alla fabbrica di produzione.
Il Mass Market tech e sostenibile
L’esperienza di acquisto online dei prodotti di abbigliamento è sempre più diffusa, e c’è chi ha voluto ripensare la sua piattaforma e-commerce per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’esperienza del cliente. E’ il caso di Zalando che ha creato un “ecosistema tecnologico” dedicato alla vestibilità e alla riduzione dei resi, che è uno dei problemi più rilevanti per la sostenibilità nel commercio online. “Size & Fit” è il primo programma in Europa che consente di personalizzare i servizi al cliente, attraverso i flag di vestibilità, realizzati grazie agli algoritmi che analizzano dati sulle misure dei capi, cronologia dei resi, unitamente al feedback di un team interno che prova fisicamente i prodotti e segnala la vestibilità degli articoli. La computer vision viene impiegata per estendere questa analisi anche a tutti gli articoli. Dal 2023 è stata lanciata la tecnologia Size Advice with Body Measurements, che consente agli utenti di ricevere consigli sulla taglia scattandosi due foto, che vengono elaborate dall’intelligenza artificiale per ricavare le misure corporee e suggerire i capi più adatti, riducendo concretamente la probabilità di reso, ed i costi e l’impatto ambientale connesso. Camerino virtuale e avatar 3D è invece l’evoluzione del progetto pilota avviato in Italia nel 2023 per i jeans Levi’s. Una funzione che permette di creare un avatar realistico basato sul proprio corpo. I clienti possono così provare virtualmente i capi, ruotarli a 360° e valutarne la vestibilità in modo dettagliato. Innovazioni che, oltre all’esperienza personalizzata, rappresentano un esempio reale di come l’uso intelligente della tecnologia possa contribuire a una moda più sostenibile, riducendo sprechi e impatto ambientale.
Una nuova consapevolezza
La strada verso una moda responsabile e tecnologicamente evoluta è appena iniziata. La pressione dell’opinione pubblica, le evidenze scientifiche sull’impatto ambientale dei trasporti e dei resi dei prodotti venduti online e la disponibilità di soluzioni tecniche rendono oggi imprescindibile un cambio di passo. Serve l’impegno congiunto di istituzioni, industria, consumatori e innovatori per costruire un futuro in cui la moda non sia solo espressione estetica o tendenza passeggera, ma simbolo di rispetto per il corpo umano, per l’ambiente e per le generazioni che verranno.