Il colosso dell'e-commerce è accusato dalle autorità europee di aver messo in atto pratiche scorrette contro i consumatori

Sconti falsi, scadenze inventate e greenwashing, l'Ue interviene contro Shein

Neanche il tempo di mettere il prodotto nel carrello virtuale e parte un timer. Pochi minuti e l'acquisto non sarà più possibile. Si chiama "vendita sotto pressione" ed è un'esperienza comune per chi compra online. A volte, però, il countdown non ha ragione di esistere, se non come condizionamento psicologico per l'acquirente, indotto a concludere il pagamento prima che sia troppo tardi. È una delle pratiche ingannevoli contestate alla piattaforma SHEIN e considerate in violazione della normativa Ue in materia di protezione dei consumatori.

 

L'indagine è stata coordinata dalla Commissione europea insieme alla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), che ha notificato all'azienda una lunga lista di irregolarità. Tra queste, ci sono le riduzioni apparentemente vantaggiose, ma che non si basano su prezzi precedenti reali. Il cliente è portato a credere di trovarsi davanti a delle offerte imperdibili, quando in realtà si tratta di sconti falsi. Un altro aspetto critico riguarda la gestione delle informazioni su resi e rimborsi. SHEIN, secondo quanto rilevato, fornirebbe indicazioni incomplete o fuorvianti sui diritti dei consumatori, ostacolando il corretto esercizio del diritto di recesso. Inoltre, l’etichettatura dei prodotti è stata giudicata ingannevole, con descrizioni che enfatizzano presunti elementi distintivi che, in realtà, corrispondono a caratteristiche già obbligatorie per legge.

 

Anche la comunicazione sull'impegno ambientale della piattaforma sembrerebbe intrisa di greenwashing. Molte delle dichiarazioni relative alla sostenibilità dei prodotti sono risultate esagerate o addirittura infondate, sollevando dubbi sulla trasparenza dell’azienda riguardo alla sua impronta ecologica. Lo stesso approccio opaco è stato riscontrato nel modo in cui SHEIN gestisce la visibilità delle recensioni, le classifiche dei prodotti e i rapporti contrattuali con venditori terzi. Infine, in caso di reclami o lamentele, non esiste un canale chiaro e accessibile per l'assistenza ai clienti.

 

Dal 26 aprile 2024, SHEIN è classificata come Very Large Online Platform (VLOP) ai sensi del Digital Services Act, il che significa che è soggetta a regole particolarmente rigorose. Tra queste, rientrano gli obblighi di identificare e ridurre i rischi sistemici, garantire trasparenza sugli algoritmi che influenzano le scelte degli utenti e contrastare la diffusione di contenuti e prodotti illegali.

 

"Tutte le aziende che operano sul mercato europeo devono rispettare le nostre regole. Nessuna eccezione", ha dichiarato il Commissario europeo per la Giustizia e la Tutela dei consumatori Michael McGrath. "L’azione odierna è un chiaro messaggio: l’Unione Europea è pronta ad agire per tutelare i propri cittadini, indipendentemente dalla sede delle aziende." Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione europea per la Sovranità tecnologica, ha aggiunto che l'azione coordinata delle autorità europee "rafforza l'impegno per garantire che le piattaforme digitali rispettino la legge. Il commercio elettronico deve essere sicuro, sostenibile e trasparente".

 

In un comunicato, SHEIN ha fatto sapere che "sta collaborando in modo costruttivo con le autorità nazionali competenti per la tutela dei consumatori e con la Commissione Europea, con l’obiettivo di dimostrare il proprio impegno nel garantire la piena conformità alle normative dell’Unione europea". "La nostra priorità", prosegue, "è assicurare ai nostri consumatori un’esperienza di acquisto online sicura, affidabile e soddisfacente".

 

L'azienda ha ora 30 giorni per rispondere alla notifica della rete CPC e proporre misure correttive. In caso contrario, le autorità nazionali dei Paesi membri potranno avviare azioni legali o sanzionatorie, che includono multe commisurate al fatturato dell’azienda nei mercati interessati. È partito un nuovo conto alla rovescia, ma a pagare, questa volta, non sarà il consumatore.

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