Si apre oggi una nuova fase dell’osservazione della Terra in Italia. La veduta di Roma con Castel Sant’Angelo e la cupola di San Pietro, ripresa non da un drone, ma dal primo satellite della costellazione IRIDE. Il protagonista è Pathfinder HEO, microsatellite progettato e realizzato dalla torinese Argotec, azienda a capitale interamente italiano. Lanciato lo scorso 14 gennaio, il satellite rappresenta il primo tassello della più ambiziosa costellazione italiana mai realizzata per l’hearth observation e il monitoraggio del territorio e dell’ambiente.
IRIDE indica il futuro dell’Italia
Il budget complessivo del programma è di 1.07 miliardi, di cui 797 milioni di euro, finanziato con capitali Pnrr e con 273 milioni del Piano nazionale complementare. Questo è un programma fortemente voluto dal governo italiano e coordinato congiuntamente dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Con un chiaro obiettivo: dotare il Paese di un’infrastruttura spaziale pionieristica, in grado di rilevare con alta frequenza e precisione le immagini del territorio. I dati raccolti verranno utilizzati per applicazioni quali il monitoraggio del dissesto idrogeologico, la gestione delle infrastrutture critiche, la tutela delle coste e l’analisi della qualità dell’aria.
Eccellenza italiana nello Spazio
Pathfinder ha inviato la prima foto scattata sull’Italia, presentata ufficialmente nella sede Esa-Esrin di Frascati, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni spaziali italiane ed europee e di David Avino, CEO di Argotec. L’azienda ha impiegato appena 18 mesi per sviluppare, costruire e lanciare HEO, un tempo record reso possibile da un modello operativo completamente integrato: "Da una parte entra l’alluminio, dall’altra esce il satellite", ha dichiarato Avino, che spiega: "Partire da zero, costruire un sistema di produzione per realizzare un satellite non all'anno o due all'anno, ma fino a una settimana. Questo significa avere innovato non solo la tecnologia ma l’intero processo”. Il satellite in orbita viene poi interamente gestito dal Mission Control Center della Space Factory di Argotec, un’infrastruttura d’avanguardia pensata per la produzione in serie di microsatelliti. Avino conclude:“Potremo identificare fenomeni come la proliferazione di alghe o l’insorgere di frane quasi in tempo reale, fornendo allarmi tempestivi”.
Costellazioni e innovazione: una rivoluzione nel monitoraggio terrestre
HEO è solo il primo di circa 40 satelliti che saranno messi in orbita da Argotec entro il 2026, con nove lanci previsti già nel 2025. Ogni satellite sarà dotato di un sistema ottico multispettrale capace di acquisire immagini in diverse lunghezze d’onda, nel visibile e nel vicino infrarosso. Il programma prevede sei diverse costellazioni, dotate di payload differenti tra cui sensori ottici, radar SAR e strumenti iperspettrali. Una rete di centri a terra garantirà la raccolta, elaborazione e distribuzione dei dati con copertura sistematica e aggiornamenti ad alta frequenza, con una risoluzione inferiore ai tre metri.
Elaborazione on-board e intelligenza artificiale: il futuro è già qui
Una delle innovazioni più significative introdotte da HEO è la capacità di elaborare i dati direttamente a bordo. Questo significa che il satellite è in grado di processare le immagini acquisite e inviare a Terra solo le informazioni rilevanti, riducendo tempi e volumi di trasmissione. Sono in corso i test per integrare algoritmi di machine learning direttamente nel satellite, con l’obiettivo di rendere la costellazione sempre più autonoma e performante.
Un’opportunità strategica per l’Italia
Il progetto IRIDE rappresenta non solo un passo avanti per la sicurezza e la sostenibilità del territorio italiano, ma anche una grande opportunità industriale. L’Italia è famosa per la sua filiera industriale spaziale, che non solo consente di produrre satelliti in serie, ma sta già portando innovazione nei processi, nei prodotti e nel know-how nazionale. Aziende come Officina Stellare, partner che in questo progetto ha sviluppato l’ottica dei satelliti, dimostrano la capacità del tessuto industriale italiano di competere a livello internazionale nel settore spaziale. E la prima immagine inviata da HEO – simbolicamente rivolta a Roma, cuore istituzionale e spirituale del Paese – è solo l’inizio di una rivoluzione tutta italiana.