Lo Spazio ha nuovi occhi, e sono italiani. Dopo due rinvii, il 23 giugno alle 23:25 ora italiana dalla base di Vandenberg, in California, il razzo Falcon 9 di SpaceX ha portato in orbita i nuovi satelliti della costellazione italiana Iride

La notte di San Giovanni diventa spaziale: l'Italia espande la costellazione Iride

Sette satelliti appartenenti ad una stessa costellazione istituzionale. È un primato italiano ed europeo, quello della messa in orbita dei velivoli Heo – Hawk for Earth Observation – progettati e realizzati a Torino da Argotec, partner industriale scelto per questa missione dell’Esa con il coordinamento dell’Asi, e che già aveva firmato il successo di Pathfinder Hawk,  in orbita dallo scorso 14 gennaio. É stato proprio Pathfinder a catturare la prima immagine ufficiale della missione Iride, immortalando Roma in alta risoluzione – un contributo significativo al "data set" del programma spaziale di osservazione della Terra. Un successo che è la prova della maturità della filiera italiana del settore spaziale: “Con questi nuovi ‘occhi’ nello Spazio potremo studiare i cambiamenti climatici” ha commentato Teodoro Valente, presidente dell’Asi,  “e salvaguardare il nostro ecosistema, sfruttando al meglio i fondi Pnrr”.

Fiato sospeso

Le fasi di un lancio di satelliti nello Spazio è segnato da diversi momenti “di fiato sospeso”. Prima il countdown che precede il lancio dopo l’accensione dei motori, poi il decollo verso la linea di Kármán, il limite immaginario a 100 km sopra il livello del mare che segna per convenzione il confine tra l'atmosfera terrestre e lo Spazio. E poi c’è la prova del nove, quando le antenne di Terra rilevano i segnali emessi dai satelliti in orbita. Nel caso di sette Heo, il contatto radio è stato confermato poche ore dopo l’invio dal centro di controllo missione di Argotec. “Produzione, logistica, test e lancio raddoppiati per sette satelliti: un’impresa enorme, portata a termine in tempi record dal nostro team SpacePark” David Avino, fondatore e Ceo di Argotec, ha espresso entusiasmo per il traguardo: “Se un passo conta, oggi noi ne abbiamo fatti sette”. Avino ha annunciato che entro il 2026 l’azienda prevede di mettere in orbita fino a 25 satelliti, tutti dotati di sensori multispettrali. 

Iride: una costellazione a più anime

Iride è nota come la “costellazione di costellazioni”, sarà completata entro il 2026 e ha richiesto un investimento superiore al miliardo di euro, finanziato in gran parte dal Pnrr italiano, integrato con fondi nazionali. L’obiettivo? Quello di potenziare l’osservazione della Terra, monitorando eventi naturali per studiare i cambiamenti climatici e mappare infrastrutture essenziali per la sicurezza nazionale e internazionale, nell’ambito di un ampio quadro strategico dell’osservazione terrestre. Iride ambisce a fornire strumenti avanzati e strategici all’Italia: la capacità multispettrale dei nuovi Heo permetterà di osservare il Pianeta con altissima precisione – coprendo sia la banda visibile che il vicino infrarosso – il che rende la costellazione tra le più complete in Europa per l’osservazione della Terra. Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’ESA, ha definito il lancio come “la concretizzazione della prima costellazione Heo di Iride”, sottolineando che i dati forniti saranno fondamentali per la tutela ambientale e la sicurezza globale. Il risultato complessivo sarà una rete integrata e potente, pensata per offrire all’Italia e all’Europa uno strumento autonomo, avanzato e competitivamente posizionato nel settore dell’osservazione terrestre, in cui l’Europa può garantire una maggiore autonomia rispetto ai piani di collaborazione internazionale, con la Nasa in primis. E gli eventi geopolitici degli ultimi giorni confermano il valore di questa intuizione, che porta l’Europa e l’Italia dello Spazio a definire un proprio ambito di necessaria autonomia.

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