È tutto pronto per la partenza da Torino, con tappa in Arizona. La destinazione finale sarà, entro il 2028, l’orbita lunare. Stiamo parlando di Halo (Habitation and Logistics Outpost), il modulo abitativo di Lunar Gateway, la prima stazione spaziale orbitante attorno alla luna. Halo sarà il punto di riferimento per gli astronauti delle future missioni Artemis della Nasa. Perché se una lezione l’abbiamo portata a casa, dopo le missioni Apollo degli anni ’70, è che l’esplorazione umana della luna rende necessaria una base spaziale dove gli astronauti possano fare “base”, anche per eseguire esperimenti scientifici e testare tecnologie. E l’obiettivo del programma Artemis della Nasa, in collaborazione con Esa e Asi, è proprio la presenza stabile dell’uomo sulla luna.
Fra i primi a vedere Halo era stato l’astronauta italiano Luca Parmitano, che si è raccontato a L’Espresso: “Halo e il fratello gemello I-HAB saranno parte integrante della Lunar Gateway. La cosa diversa, assolutamente unica, mai provata prima di questa stazione spaziale, è che non sarà in un'orbita complanare a quella delle orbite Terra-Luna, ma sarà a 90 gradi. E questo è interessante per due motivi: Il primo è che permetterà di avere comunicazioni e vista diretta sulla Terra. E poi perché è un'orbita che passa vicino al Polo Sud lunare, che è una zona inesplorata della Luna, dove ci aspettiamo che ci sia dell'acqua in forma solida, ghiaccio, in alcune delle zone che non vengono mai illuminato dal sole. È una zona di estremo interesse per l'inizio dell'esplorazione di superficie”.
Halo è stato progettato per ospitare fino a quattro astronauti per un massimo di 30 giorni, e per fornire supporto logistico e infrastrutturale alle missioni di esplorazione lunare. Fungerà da base di partenza per le spedizioni sulla superficie lunare, e sarà dotato di un sistema di supporto vitale per garantire la sopravvivenza degli astronauti; un’area abitabile e aree di stivaggio per materiali scientifici e strumenti; avrà capacità di comando, controllo e comunicazione con la Terra e sarà ovviamente protetto contro le radiazioni spaziali e i micrometeoriti. Ed è una prova concreta di come funziona la filiera industriale spaziale italiana, che con Halo dà il suo contributo al ritorno dell’uomo sulla Luna.

Il modulo lunare è stato realizzato interamente negli stabilimenti di Thales Alenia Space di Torino per conto della società privata Northrop Grumman che nella seconda metà di marzo ne organizzerà il "ritiro" dall’aeroporto di Caselle, nei pressi di Torino, a bordo di un aereo Antonov che raggiungerà poi l’Arizona dove ha sede l’azienda. Qui si provvederà a integrare i sistemi di protezioni esterne, oltre che di supporto vitale e con elementi interni utili alla vita a bordo degli astronauti. Una lunga fase di preparazione e test ai fini del lancio previsto per il 2028 a bordo dell Falcon Heavy.
Halo si trova ora in una camera bianca - o camera pulita – a tasso di umidità controllato e una particolare gestione dei flussi di aria in entrata ed uscita. Senza mai lasciare questo ambiente protetto sarà issato su un trasportatore speciale, una camera pulita in scale utile a garantire un viaggio con condizioni di conservazione stabili. Parliamo di Modulo, ma di fatto ci riferiamo ad un comparto dal diametro di 3 metri, per 6.1 di lunghezza, dimensioni realizzate per tener conto delle necessità vitali degli astronauti, al pari delle caratteristiche richieste dai lanciatori spaziali
Halo verrà lanciato nel 2028 a bordo di un razzo Falcon Heavy di SpaceX, già integrato con il PPE (Power and Propulsion Element), il modulo che fornirà energia e propulsione alla stazione Lunar Gateway. Oltre a Halo, Thales Alenia Space sta lavorando al secondo modulo abitativo della Lunar Gateway, I-HAB, realizzato per conto dell’Agenzia Spaziale Europea con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, e che verrà consegnato direttamente alla Nasa nei prossimi anni.