Dal kit di sopravvivenza in caso di crisi al dual use dei dati spaziali e di osservazione della Terra, il contesto geopolitico internazionale si fa sempre più complesso. Con Simonetta Cheli, direttore Generale di Esa-Esrin, il commento ai nuovi scenari che si intravedono all’orizzonte

Crisi, difesa e spazio: l’Europa al bivio della sicurezza strategica

Bisognerà preparare il Kit di sopravvivenza, come suggerito da Hadja Lahbib -  commissaria Ue per la gestione delle Crisi - che scherzando ma non troppo ha mostrato la sua bag per le emergenze, con dell’acqua, un coltellino multifunzione, una torcia. Occhio alle batterie, non devono mancare medicinali, scatolame e soldi, contanti, perché se c’è un’emergenza vuoi che non salti il sistema dei bancomat? Si tratta di inutile allarmismo? Forse di ironia, che prova a sdrammatizzare una situazione complessa per renderla “psicologicamente accettabile”. Il tema dell’incertezza è sempre più dominante e sta di fatto che la stessa Commissione Europea si è dotata, per la prima volta, di un Commissario alla Difesa e Sicurezza - che include anche l’ambito Space -  il lituano Andrius Kubilius, in carica dal 1º dicembre 2024.

 

E non sarà un caso che durante un incontro per presentare le attività dell’Esrin–Esa di Frascati – la sede italiana dell’Agenzia Spaziale Europea – la direttrice Simonetta Cheli abbia illustrato il punto in questo modo: “C'è stata una volontà, a livello di Unione europea, di fare convergere le due tematiche, Difesa e Spazio. E abbiamo tutti visto la recente pubblicazione del Libro bianco dell'Unione europea sulla difesa. In questi documenti, anche nelle discussioni che abbiamo in corso, c'è una rilevanza del tema Spazio” a supporto delle attività di difesa. Ci sono delle discussioni in corso con la Commissione europea, anche supportate dal riscontro che giunge da parte delle aziende europee, che sottolineano il dual use delle attività spaziali. “Vi faccio un esempio: l'Esa già gestisce il Prs - il sistema di sicurezza della costellazione spaziale Galileo - e nel settore della security quindi lavoriamo con Frontex per vedere i flussi migratori”. Aggiunge Cheli: “Per controllare i siti nucleari abbiamo delle potenzialità di utilizzo legale satellitare a supporto di queste tematiche. Oggi non abbiamo un mandato politico per fare questo, abbiamo una convenzione che permette di fare attività di sicurezza civile ma non di difesa”. 

 

Ma un cambiamento potrebbe essere nell’aria, “se i Paesi membri dell'Unione europea dovessero darci un mandato politico, potremmo essere un'agenzia di supporto dell'implementazione tecnica con la nostra expertise, ma soprattutto l'Agenzia potrebbe eventualmente implementare dei meccanismi complessi che convergono su molte iniziative e esperienze industriali”.  Anche Leonardo, in Italia, ha recentemente fatto “un annuncio industriale molto importante con delle iniziative collegate alla sicurezza, alla difesa delle costellazioni”. In questo quadro complesso, dice la Cheli: “Credo che in questo contesto europeo di sicurezza e di difesa si potrebbero far convergere interessi industriali in progetti complessi, come già fatto in passato rispetto al tema dell’osservazione della Terra. Queste sono le potenzialità che si possono offrire, queste le discussioni sono sul tavolo oggi”. I rumors parlano di un piano che potrà essere presentato entro I primi di maggio 2025, che andrebbe a concretizzare un ruolo più politico per l’Esa. Ma non ci sono conferme ufficiali.
 

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