Morning Consult ha condotto un sondaggio in otto Paesi dell’Ue: il 75% dei genitori è favorevole a rendere obbligatoria l’autorizzazione parentale per le app, nel caso di minori di 16 anni. In Italia la percentuale raggiunge l’82%

I social media e la richiesta per la Commissione europea: più controlli e nuove norme

In un momento storico in cui i ragazzi sono sempre più esposti ai rischi dell’ambiente digitale serve un cambiamento strutturale: non semplici linee guida, ma un sistema europeo di regole uniformi pensato per tutelare i minori, dando ai genitori il potere di decidere quali contenuti e strumenti rendere accessibili ai propri figli. Questo potrebbe essere un primo passo verso una rete davvero più sicura. 

Social e consenso parentale

Bisogna quindi ripensare il sistema di controllo parentale -  non più opzionale ma strutturale - della fruizione digitale da parte dei minori. In questa direzione, Instagram ha annunciato una nuova campagna paneuropea per favorire la protezione degli adolescenti nel mondo social. Fino al 29 giugno 2025 spot e annunci sui vari canali – radio, tv, social ovviamente – puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica, le famiglie e le istituzioni sull’urgenza di una normativa condivisa in ambito Ue. La richiesta è per l’introduzione di strumenti di verifica dell’età e parental control obbligatorio, da integrare direttamente nei sistemi operativi e negli app store, per garantire che gli adolescenti possano accedere alle applicazioni solo con l’approvazione esplicita dei genitori. 

Supervisione parentale

Tre i pilastri della campagna: la verifica dell’età e il consenso dei genitori saranno integrati negli app store o nei sistemi operativi, eliminando la possibilità per gli adolescenti di agire senza supervisione. Si punta a una normativa armonizzata a livello europeo che superi l’attuale frammentazione tra Paesi e garantisca tutele coerenti per tutti. Instagram propone l’adozione di standard comuni per la classificazione dei contenuti, analoghi a quelli già utilizzati nell’industria cinematografica e nei videogame. 

La proposta per la Commissione europea

La Commissione Europea viene sollecitata per l’introduzione di un quadro normativo armonizzato, che imponga a tutte le piattaforme digitali di dotarsi di meccanismi efficaci di verifica dell’età e consenso genitoriale. “Oggi le normative europee sulla protezione dei minori online sono frammentarie e inefficaci” ha spiegato Laura Bononcini, Public Policy Director Southern Europe di Meta, che aggiunge: “Serve un intervento deciso che metta i giovani al centro e garantisca tutele concrete. Il parental control, se ben progettato, può diventare il pilastro di un’esperienza digitale sicura e formativa.” 

A tutela dei minori

In attesa dell’eventuale norma europea – ma anche un primo passo a livello locale sarebbe apprezzabile – sono diverse le soluzioni che Instagram ha già implementato, come gli account per Teenager, pensati per offrire un’esperienza più sicura agli utenti tra i 13 e i 17 anni, con impostazioni predefinite più restrittive e strumenti di supervisione parentale. Sono più di 54 milioni gli adolescenti nel mondo ad utilizzare già questo tipo di profilo. Modelli simili saranno resi disponibili anche su Facebook – anche se non è molto frequentato dalle generazioni teen - e Messenger. E chi ‘alza il ditino’ per tacciare i genitori di eccesso di controllo consideri questa misura non come una limitazione, ma come una necessaria forma di accompagnamento e protezione durante la crescita digitale dei ragazzi. Un po' come la patente per l’auto: nessuno lascerebbe un ragazzo alla guida senza che prima abbia preso la licenza. 

Occhio all'Ia

Altro dettaglio della strategia messa in campo da Instagram è quella di utilizzare l’intelligenza artificiale per individuare utenti che potrebbero aver fornito dati falsi al momento della registrazione. In Usa è in corso un test che consente di rilevare se un account che dichiara di essere gestito da un adulto è in realtà riconducibile a un minorenne. In tal caso vengono attivate restrizioni automatiche per limitare l’accesso a contenuti non adatti all’età. Un approccio che è un passo avanti: non si tratta più di aspettare che il danno avvenga, ma di prevenire i rischi attraverso strumenti tecnologici intelligenti.

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