Innovazione
21 luglio, 2025Apollo e Artemide sono i gemelli che, nella mitologia greca, incarnano potenza e fascino di Sole e Luna. Ad Apollo era stata dedicata la missione che esattamente 56 anni fa, il 20 luglio 1969, aveva portato il primo uomo sulla Luna. Porta il nome di Artemide la nuova missione annunciata dalla Nasa nel 2019, che prosegue oggi fra tanti forse e qualche certezza
Tra scienza e sfide geopolitiche, il 56esimo anniversario dell’allunaggio di Apollo 11 è stato festeggiato dalla comunità internazionale il 20 di luglio, in uno scenario complessivo che è profondamente cambiato ed è nuovamente in fermento rispetto a quella magica notte d’estate del 1969. La Nasa punta a riportare l’uomo, e la donna, sulla Luna e aveva annunciato il nuovo programma Artemis – dedicato alla gemella di Apollo, dea della Luna – proprio nel cinquantennale del 2019, dando per certa la missione nel 2024. A un anno dal mancato obiettivo, siamo qui ad affrontare alcuni nuovi dati certi, primo fra tutti il vantaggio forse netto segnato dalla Cina che annuncia lo sbarco dei suoi taikonauti sulla Luna nel 2030, in cooperazione con Paesi emergenti, in particolare africani. Nel nuovo scenario gli Stati Uniti si trovano a fronteggiare difficoltà interne: proteste dei lavoratori Nasa, tagli al bilancio e incertezze sul futuro del programma Artemis.
Papa Leone XIV e la specola vaticana
La ricorrenza del 20 luglio continua a parlare molte lingue: quella della scienza, che guarda ai nuovi traguardi. Della politica, che osserva le dinamiche di potere, ma anche quella della fede, che invita a interrogarsi sul senso ultimo della conoscenza. In occasione dell’anniversario lunare, Papa Leone XIV ha visitato la Specola Vaticana fondata nel 1891 da Papa Leone XIII - oggi situata presso le cupole dell’osservatorio astronomico di Castel Gandolfo - come tributo all’ingegno umano e occasione per meditare sul rapporto tra scienza e spiritualità, come si legge nella nota della Sala Stampa vaticana. Con la sua visita, Papa Leone XIV ha inteso ribadire la continuità della missione comune: osservare il cielo non per dominarlo, ma per comprenderlo e per ricordare che ogni conquista dell’uomo nello Spazio non è solo un atto di potere, ma anche un’occasione per riscoprire il proprio limite e il proprio desiderio di infinito. La fede e la scienza non siano in contrasto, ma camminino insieme con domande simili e strumenti diversi: entrambi cercano di decifrare il mistero dell’universo.
Un grande passo per l'umanità
La Giornata internazionale della Luna celebra l’impresa dell’Apollo 11 nel 1969 che fu in parte un atto di affermazione nazionale Usa, ma si trasformò in un patrimonio simbolico globale. Gli Stati Uniti seppero capitalizzare il successo della missione con una campagna diplomatica itinerante dei tre astronauti ‘Moonwalker’, mentre l’Unione Sovietica cercò di recuperare terreno attraverso missioni automatiche. Ma il mito dello sbarco restò appannaggio americano, alimentando l’immaginario collettivo di generazioni a tutte le geografie. L’effetto tecnologico e scientifico del programma Apollo fu enorme. Pur non avendo ricadute immediate in termini di sfruttamento delle risorse lunari, le innovazioni sviluppate per rendere possibile il viaggio hanno avuto un impatto duraturo in ambiti quali l’informatica, la miniaturizzazione elettronica e la navigazione spaziale.
Apollo vs Nixon
Dopo il trionfo del 1969 gli Usa inviarono altre sei missioni umane sulla Luna fino al 1972. Tuttavia, il programma fu interrotto bruscamente dal presidente Nixon a causa degli ingenti costi, insostenibili nel contesto storico segnato dalla guerra in Vietnam e dal progressivo calo dell’interesse pubblico.
La forza di Artemide
Ma negli ultimi anni l’attenzione verso il satellite terrestre è rifiorito, con la missione Artemis, promossa dalla Nasa, che prevede un ritorno dell’uomo sulla Luna entro il decennio, mentre nuovi protagonisti si affacciano sullo scenario spaziale: India, Giappone, e soprattutto la Cina, con una strategia articolata che unisce esplorazione scientifica e affermazione geopolitica.
La sfida cinese
La Cina ci va vicina. La China National Space Administration (Cnsa), sta conducendo un’ambiziosa roadmap che include missioni verso la Luna, Marte e perfino Giove. L’obiettivo dichiarato è l’allunaggio dei Taikonauti entro il 2030, affermando la propria capacità di leadership scientifica e diplomatica anche nello Spazio, dove Tiangong - la stazione orbitante - è già attiva, fulcro operativo di una rete crescente di alleanze e nuove infrastrutture di controllo.
Gli Usa, dal canto loro, si trovano a gestire tensioni interne: proteste nella Nasa, tagli al bilancio e incertezze politiche che rischiano di rallentare i progressi della missione Artemis, con il Senato che insiste sull’urgenza di non lasciare alla Cina il primato del prossimo allunaggio. Il confronto è sempre più aperto. La Luna, da simbolo poetico e campo neutro della scienza, si affaccia con la nuova veste di arena geopolitica, teatro di potere e proiezione del prestigio delle nazioni che si contendono il nuovo primato lunare.
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