Innovazione
12 settembre, 2025Fra la velocità cinese nella corsa allo Spazio e la Russia che bussa alle porte con la forza esplosiva dei droni, gli Stati Generali della Difesa e dello Spazio di Frascati fanno luce sulle nuove strategie del Vecchio continente
Delle prossime sfide per l’industria europea si è discusso a Frascati, nella sede dell’Esa-Esrin che ha ospitato gli Stati Generali della Difesa e Dello Spazio, che ha visto rafforzarsi la liaison fra Commissione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea, e sembra esserci anche un claim per questo accordo: “Lo Spazio per la difesa e la difesa dello Spazio”. È stato ripetuto come un mantra, a partire da Andrius Kubilius, il commissario europeo per Difesa e Spazio, che nel suo intervento non ha usato giri di parole: “Anni fa vivevamo in pace, ora abbiamo la guerra in Europa. E l'Agenzia spaziale europea è fondamentale, il partner fidato dell'Unione Europea per la progettazione e lo sviluppo delle capacità spaziali. Ora dobbiamo lavorare insieme per difendere le nostre risorse spaziali e per utilizzare lo Spazio per difendere la nostra Unione”.
Per trasformare le ambizioni in realtà, Kubilius ricorda che lo Spazio ha bisogno di fondi adeguati, e guarda alla proposta per il prossimo bilancio pluriennale dell'UE. “Stiamo aumentando di cinque volte il bilancio per la difesa e lo Spazio, fino a 131 miliardi di euro”. Fra le azioni finanziarie a sostegno del settore, anche il progetto dei prestiti per la difesa del Safe, lo strumento da 150 miliardi di euro attivato dalla Commissione nell'ambito del piano Rearm-Readiness, la “grande banca da 150 miliardi di euro – come la chiama Kubilius, che si dice - lieto che l'Italia partecipi attivamente a questa nuova iniziativa. Parte significativa di questi fondi sarà utilizzata anche per rafforzare le capacità spaziali europee, in quanto “fondamentali per la difesa”.
L’incontro di Frascati, a cui hanno partecipato istituzioni e aziende del settore Space nazionale ed Europeo, ha segnato un punto focale: il passaggio netto dal concetto di uso civile dei dati spaziali - che ha animato tutte le comunicazioni del settore negli ultimi anni - fino allo sdoganamento del dual-use. Si parla oggi, chiaramente, di Spazio a servizio della Difesa. “Ho sempre considerato lo Spazio come uno strumento utile a elevare l'umanità”. L’intervento di Josef Aschbacher, ESA Director General, chiarisce ulteriormente il punto, se mai ce ne fosse stato bisogno: “Conosciamo lo Spazio come strumento per comprendere e proteggere meglio la Terra, per stimolare le nostre economie”. La costellazione Copernicus è un ottimo esempio di questo “storico” posizionamento dello Space, “sviluppato con migliaia di colleghi in tutta Europa, a beneficio di tutta l'Europa”.
Ma è qui che Aschbacher cambia il tone of voice della comunicazione spaziale europea: “Oggi siamo più audaci e non rifuggiamo da quella che è stata una forza motrice discreta ma chiara per gli sforzi spaziali: parliamo di sicurezza e difesa”. Secondo il Direttore dell’Esa, l'Europa ha esitato ad accettare il ruolo legittimo che la cooperazione spaziale svolge “per la sicurezza e l’indipendenza geostrategica”. Ed è ormai un dato di fatto: l'autonomia spaziale e di difesa dell'Europa è diventata una delle priorità principali del nostro continente, “come abbiamo appena sentito chiaramente dal commissario Kubilius”. C’è però un grande gap da colmare e l’Europa è pronta a cambiare le strategie per stare al passo. “Oggi gli Stati Uniti sono pronti a investire 175 miliardi di dollari nel loro Golden Dome in tempi record”, chiarisce il capo dell’Esa, “la Cina ha già dimostrato l'uso di tecnologie pronte per la difesa nello Spazio con anni di anticipo rispetto all'Europa”. Per dare più concretezza a questa “distanza” diremo, sempre con le parole di Aschbacher, che “mentre alcuni paesi europei dotati di infrastrutture spaziali per la difesa gestiscono ciascuno circa 10 satelliti militari, la Cina e gli Stati Uniti ne contano centinaia, presto saranno migliaia”. Ogni cinque minuti, un satellite cinese sorvola le nostre teste. “L'Europa non è quindi solo in ritardo, sta giocando un altro campionato, almeno per ora”.
L’Europa, allora, a che gioco sta giocando? L’incontro di Frascati lascia un importante interrogativo, e le prime risposte sono attese già a partire dal prossimo novembre. L’occasione sarà quella della Ministeriale Esa, (CM25) che riunirà a Brema i 23 Stati membri per decidere sulla “ESA Strategy 2040” e dell’impegno del budget pari a 23 miliardi di euro, rispetto ai vari futuri programmi spaziali europei. L’Italia sarà il paese Chairman del CM25, a riprova del crescente peso che il Paese occupa nell’economia complessiva degli equilibri europei dello Spazio.
“A livello europeo e internazionale, i programmi Copernicus, Galileo, le missioni meteorologiche e i nuovi sistemi di osservazione della Terra - come la costellazione Iride - dimostrano quanto la collaborazione tra Agenzie, istituzioni, ricerca e industria sia fondamentale per garantire resilienza delle infrastrutture spaziali, sovranità tecnologica e crescita della competitività industriale ed economica”. E’ Teodoro Valente che riporta il pensiero al “qui e ora”, alle grandi opportunità che l’industria Italiana dello Spazio ha già realizzato. “Le sfide future ci chiamano a rafforzare il ruolo dell’ Europa, per affrontare con successo i temi strategici prioritari come il potenziamento dell’accesso autonomo allo Spazio e quello della cybersicurezza”. A prescindere da come la si guardi, la situazione che si sta delineando è sempre più complessa, e comincia ad avere un aspetto bellicoso.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Nuovo ordine - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 12 settembre, è disponibile in edicola e in app