Innovazione
18 settembre, 2025Conta più di 700 milioni di utenti settimanali. Il dato è di luglio 2025 e ci racconta la crescita esponenziale dell’AI generativa, a soli tre anni dal lancio ufficiale. Lo rivela una ricerca di OpenAI
Da curiosità tecnologica a strumento quotidiano, l’AI ha cambiato forma e funzione nella relazione con gli utenti. Ma era tempo di “misurare” i dati e così OpenAI, insieme a ricercatori di Harvard e della Duke University, ha realizzato uno studio per comprendere nel dettaglio chi sono gli user. La fotografia che ne emerge racconta di una profonda trasformazione culturale, che si accompagna ad una veloce evoluzione delle abitudini digitali.
Più AI per tutti
C’è chi parla di “democratizzazione” dell’AI, almeno per quanto riguarda il tema di genere: le donne superano gli uomini, che fino all’inizio del 2024 rappresentavano il 63% degli utenti di Chatgpt, mentre luglio del 2025 ha segnato il sorpasso: le donne raggiungono il 52% degli user. Il Rapporto sottolinea anche che il 70% delle conversazioni con ChatGPT riguarda questioni personali, contro il 53% di un anno prima. Consigli pratici, ricerche di informazioni e supporto alla scrittura dominano l’uso quotidiano, mentre la programmazione rappresenta solo una piccola frazione (4%). Il dato dei Paesi a medio e basso reddito parla di una crescita fino a quattro volte superiore che nelle economie avanzate. In generale i ricercatori segnalano un mix di usi “ibridi”, il che posiziona il chatbot nella casella dell’assistente personale versatile, utile sul lavoro ma non solo.
Supporto decisionale
“Chiedere” e “Fare”. Dalla ricerca emergono questi due modi di usare l’IA. La richiesta di informazioni o consigli si affianca al “Fare”, l’esecuzione da zero di un task, ad esempio scrivere un certo tipo di email. Più della metà delle richieste nella categoria “Fare” ha finalità professionali e un terzo riguarda la scrittura, mentre per la categoria “Chiedere” le interazioni lavorative sono al 35%.
AI girlfriend?
Lo studio contraddice, apparentemente, la vulgata che vuole ChatGPT ricoprire il ruolo di amico virtuale: non raggiunge il 2% delle conversazioni impostate su relazioni personali e sono solo lo 0,4% le attività di gioco o role play che fanno pensare ad un rapporto “parallelo” con l’IA. La nicchia esiste, ma resta minoritaria. Questo però non deve ridurre l’attenzione al tema, vista la deriva che sta interessando molti ragazzi, in particolare adolescenti, che si affidano al “giudizio” dell’AI anche per le relazioni affettive o per trovare soluzioni ai problemi tipici dell’adolescenza.
Sorveglianza automatica
L’azienda OpenAI ha annunciato - parallelamente al rapporto - in un post del 26 agosto, di monitorare automaticamente le conversazioni con l’AI per individuare eventuali minacce imminenti a terzi, e di avvisare le autorità in caso di rischio concreto. Ma non vengono segnalate, come pure spiega l’azienda, i casi di autolesionismo, nel qual caso ci si limita a inviti al dialogo con numeri di emergenza e messaggi di supporto. L’equilibrio è instabile, e delicato, fra protezione degli utenti, rispetto della privacy e responsabilità legale.
I minori
Negli USA il tema ha assunto connotazioni politiche. Nel caso dei genitori che hanno perso figli a causa dei “consigli” dei chatbot hanno chiesto maggiori tutele al Senato. Chiamato in causa direttamente, OpenAI sta sviluppando un sistema che stima l’età degli utenti per offrire esperienze differenziate. Per gli under 18 ChatGPT non tratterà argomenti come autolesionismo neanche in contesti creativi e, in caso di rischio immediato, l’azienda tenterà di contattare i genitori o le autorità. Sam Altman ne ha parlato anche sul suo Blog: «Mettiamo la sicurezza davanti alla privacy e alla libertà degli adolescenti; questa è una tecnologia nuova e potente, e crediamo che i minori abbiano bisogno di una protezione significativa».
Laboratorio sociale
Con 2,5 miliardi di interazioni al giorno ChatGPT è una sorta di laboratorio di massa, che consente di osservare il sempre più fitto intreccio fra IA e le vite degli utenti. Abbiamo assistito ad una evoluzione chiara – dalla scrittura all’assistenza tecnica, dal consiglio personale alla protezione dei minori – e volendo immaginare il futuro di queste tecnologie non si potrà più prescindere dall’ equilibrio tra innovazione e sicurezza, tra libertà degli utenti e tutela dei più vulnerabili.
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