Ci mancava solo il sondino naso-gastrico. Quel tubicino che chi non può alimentarsi normalmente deve tenere infilato nel naso per poter far arrivare all'organismo i nutrienti, insomma un presidio estremo per condizioni sanitarie drammatiche. Che oggi lo spietato marketing del dimagramento ha reso persino glamour. È la nuova moda per perdere peso: dieci giorni travestiti da malati terminali e un po' di chili se ne vanno insieme, sottolineano i nutrizionisti, alla nostra salute.
Una vera e propria sberla al nostro organismo che magari ci metterà in grado di affrontare la prova-costume, ma certamente rivela una ricerca ossessiva di una bacchetta magica che faccia quello che non riusciamo fare con ragione e autocontrollo.
I forzati del chilo in meno a tutti i costi, però, si disinteressano di cosa sia davvero salubre. E sposano follie come questa, o come quell'altra idea balzana di farsi mettere un palloncino nello stomaco per mangiare meno: anche questa è una tecnica che i medici ben conoscono, utile ai grandi obesi che magari devono affrontare un intervento chirurgico e, causa la stazza, rischiano complicanze. Passaporto certo per la gastrite, è una specie di tortura che può durare qualche mese, porta via sei-sette chili e li restituisce tutti a distanza di un anno al massimo. Sondini e palloncini sono le ultime trovate ammantate da hi-tech medico che equivalgono ai must di stagione: diete iperproteiche, monocibo, scarsdale, con pasti sostitutivi, preparati galenici e medicinali da banco. E chi più ne ha, più ne metta.
No, il tubo no
Ma sia con l'hi-tech che coi farmaci che con un regime scombussolato, pensare di dimagrire in fretta e senza esercizio fisico non ha senso. Non solo perché la salute ne risente, ma anche perché, passato qualche mese, l'ago della bilancia risale impietoso. E supera il peso iniziale, in media, dicono gli studi, del 10 per cento. Insomma se prendendo a sberle l'organismo avete perso 8 chili, ne riprenderete 9. Perché le diete strampalate e le ancor più strampalate soluzioni meccaniche altro non fanno che farvi ingrassare. Ecco perché.
Ci sono dei malati che non riescono più ad alimentarsi: pazienti incoscienti, che hanno subito ictus o altri gravi attacchi, con ostruzioni causate dai tumori di bocca, gola o esofago. Per loro il sondino naso-gastrico (Nutrizione enterale chetogena) il tubicino che, passando dalle narici, arriva allo stomaco, è l'unica possibilità di essere nutriti. È alimentazione artificiale, la stessa di cui tanto si è parlato nel dibattito sul testamento biologico. Ma oggi alcuni la propongono per perdere qualche chilo, col risultato di sottoporre l'organismo a una sorta di intossicazione. Perché una volta messo il sondino - attraverso naso, gola e faringe - il paziente riceve per via enterale un cocktail formato essenzialmente da proteine, aminoacidi, gastroprotettori e altri farmaci. "Un maltrattamento che può durare al massimo dieci giorni perché l'assenza di carboidrati alla lunga danneggia il sistema nervoso e anche quello ematico", spiega Pietro Migliaccio, presidente della Federazione delle Società italiane della nutrizione.
Una volta tolto il sondino si ritorna a mangiare normalmente. Con qualche chilo in meno, effettivamente, perché somministrare proteine a digiuno consente di mantenere la massa muscolare e bruciare grassi. Ma è proprio con questo metodo che si accumulano nell'organismo sostanze chiamate "corpi chetonici", i resti della trasformazione dei lipidi in energia: vere scorie che i medici conoscono perché sono le stesse che affliggono i malati di acetone. Sono i corpi chetonici che levano la fame e aiutano il dimagramento comunque innestato dall'utilizzo dei grassi come fonte energetica. Ma che intossicano l'organismo con effetti collaterali possibili anche rilevanti: spossatezza, affaticamento, irritabilità, nausea e senso di vertigine e danneggiamenti renali.
Restringimento dello stomaco, bendaggio o bypass intestinale. Ci sono casi, quelli dei grandi obesi, in cui si deve ricorrere al bisturi. "In questi casi per risolvere una patologia grave, che mette a repentaglio la vita, se ne crea un'altra meno grave", spiega Migliaccio, "ma piuttosto di rischiare di morire, può valere la pena soffrire di calcoli alla colecisti, avere un malassorbimento di vitamine e sali minerali, la gastrite e frequenti episodi di diarrea". Già, ma se si è solo in sovrappeso questo prezzo non è eccessivo?
Bisturi e bikini
Eppure c'è chi si rivolge alla chirurgia bariatrica anche senza essere obeso, dimenticando non solo gli effetti collaterali dell'operazione, ma anche che all'intervento devono seguire dei controlli clinico-nutrizionali per un lungo periodo. "C'è poi chi sceglie di farsi mettere il palloncino, un'operazione che si esegue in endoscopia e quindi è considerata meno invasiva", dice il nutrizionista. Ma le apparenze ingannano: il palloncino, che viene gonfiato dentro lo stomaco così da distenderne le pareti per attenuare il senso di fame, causa molto spesso vomito e malassorbimento dei nutrienti, così come le piaghe da decubito sui tessuti dove poggia. Effetti tali per cui non può essere tenuto più di sei mesi, dopo i quali, a meno di non aver cambiato stile di vita, si ricomincia a mangiare come prima, e a ingrassare quanto prima se non di più.
Nessun aiuto in farmacia
Se la dieta non basta, si può pensare di ricorrere all'aiuto di farmaci, preparazione galeniche o integratori. "È bene precisare che non esiste un medicinale indicato per dimagrire", afferma Franco Cavagnini, professore di endocrinologia dell'Istituto Auxologico di Milano: "La ricerca farmacologica non è stata ancora in grado di mettere a punto un composto efficace e sicuro. Chi ci ha provato si è dovuto arrendere di fronte agli effetti avversi del medicinale". Al momento in farmacia si possono trovare sostanze che non entrano in circolo, ma inibiscono un enzima che nell'intestino favorisce l'assorbimento dei grassi. Risultato: abbinato a una dieta, può aiutare il dimagramento al prezzo di diarrea e incontinenza rettale.
C'è poi il capitolo preparazioni galeniche: la legge proibisce il commercio di anfetamine, ma grazie a una sua smagliatura è ancora possibile prescrivere preparati galenici (composti cioè dal farmacista) che contengono la fendimetrazina. "È un'anfetamina e può dare dipendenza", spiega Cavagnini. Di nuovo, il rischio non vale la candela. "Per dimagrire non c'è alcun metodo segreto da scoprire: sono 50 anni che sentiamo parlare di diete miracolose ma nessuna si è dimostrata vincente", ammonisce l'esperto, "l'unica strada è quella di diminuire le calorie, rispettare l'equilibrio fra i nutrienti, aumentare l'attività fisica e affidarsi a un buon medico, che sappia capire il paziente. Con un regime equilibrato si può perdere un chilo al mese, che in capo a un anno sono 12". Più di quello che in media ha bisogno di buttare giù chi è in sovrappeso. Iniziando ora, per la spiaggia non tutti saranno in perfetta forma, ma almeno il prossimo anno non bisognerà ricominciare da capo.
Perché i chili tornano
Digiuno prolungato e regimi squilibrati accrescono le probabilità di aumentare nuovamente di peso. "Il nostro organismo è dotato di meccanismi di sopravvivenza che si mettono in moto proprio quando il cibo scarseggia", spiega Giovanna Cecchetto, presidente dell'Associazione nazionale dietisti. Se si trova in condizioni di scarsità di apporto energetico, il corpo non brucia i grassi, ma difende le proprie riserve e consuma il meno possibile, andando a erodere anche la parte di massa magra, cioè di muscoli. "Se saliamo sulla bilancia vediamo che c'è un calo ponderale, ma non sappiamo se stiamo bruciando massa magra o grassa, se stiamo cioè dimagrendo in maniera equilibrata", sottolinea la dietista. La delusione arriva dopo, quando si ritorna a mangiare normalmente. L'organismo consuma di meno e quindi assorbe le calorie che gli vengono date. "Così il continuo ricorrere a regimi fortemente restrittivi può portare una condizione di leggero sovrappeso a cronicizzarsi, fino ad arrivare all'obesità", ammonisce Cecchetto. E ad amplificare l'effetto fisarmonica c'è anche il fatto che la restrizione eccessiva modifica il ritmo fisiologico del sistema di autoregolazione alimentare. "Una dieta squilibrata altera il senso di fame, portando a ricercare cibo fuori dai pasti e a non sentirsi mai sazi", conclude la specialista.
Alzati e cammina
In Occidente, rispetto al 1960, consumiamo in media 300 calorie in meno al giorno. Basterebbe questo a spiegare come mai circa il 40 per cento della popolazione è in sovrappeso o ha problemi di obesità. Eppure l'idea di aumentare la propria attività motoria proprio non sfiora il popolo delle diete. "La letteratura scientifica parla chiaro: per perdere peso bisogna praticare attività aerobica, per esempio corsa o cammino, per 4-5 volte alla settimana, per circa 30 minuti", spiega Maurizio Fadda, dietista del San Giovanni Battista di Torino. Se il metabolismo si abbassa per via della dieta, infatti, l'unico modo per rimetterlo in moto è aumentare il dispendio energetico. Attenzione però: è inutile correre per un'ora al giorno e poi passare il resto della giornata sul divano. Perché per raggiungere l'obiettivo si deve modificare lo stile di vita, proprio come con il cibo: camminare per andare al lavoro, salire le scale invece di prendere l'ascensore, limitare al massimo il tempo passato seduti davanti a televisore o pc.
Insomma, niente di glamour o di strampalato, una noiosissima dieta equilibrata e un'altrettanto noiosa passeggiata giornaliera.