Non sarà una semplice modifica formale. Il governo starebbe pensando di trasformare il ddl Sicurezza in un decreto legge che già domani - 4 aprile - potrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri. La mossa servirà innanzitutto a tagliare i tempi di un iter parlamentare che è diventato più complicato del previsto (e non solo per le mobilitazioni della società civile): dopo essere stato approvato lo scorso settembre alla Camera dei deputati, il pacchetto di 38 articoli - ora in discussione al Senato - dovrà necessariamente fare un terzo passaggio in Parlamento (il secondo a Montecitorio) per un problema di coperture finanziarie. Ma l’operazione servirà anche a sbloccare i veti incrociati imposti dai partiti della maggioranza, con il decreto che andrà ad assorbire i contenuti del disegno di legge ma anche le modifiche suggerite dal Quirinale relativi agli articoli sul divieto di sim per i migranti senza permesso di soggiorno e sulla possibilità di tenere in carcere le madri detenute anche con figli che hanno meno di un anno.
La Lega contro il Colle
Secondo quanto si apprende, il decreto includerà non solo i rilievi del Colle (su cui già c’era stato un braccio di ferro tra i partiti di maggioranza, con Forza Italia che aveva presentato un emendamento per reintrodurre l’obbligo di differimento della pena per le madri con figli a seguito; norma voluta fortemente dalla Lega) ma anche lo scudo penale per le forze dell’ordine e il sostegno economico per gli agenti in caso di indagini a loro carico; misura che è tornata al centro del dibattito dopo il caso di Luciano Masini, carabiniere che a Rimini a capodanno sparò, uccidendolo, un cittadino egiziano che aveva accoltellato quattro persone. Ma se la soluzione trovata dal governo sembrerebbe mettere d’accordo tutti e tre i partiti della maggioranza di centrodestra, il vicesegretario della Lega Andrea Crippa - fedelissimo di Matteo Salvini - ha criticato comunque la moral suasion del Quirinale che dovrebbe portare il governo a rivedere (in parte) il pacchetto sicurezza: “Io credo che debba essere la politica a fare le leggi, poi se dal Colle più alto ci rimandano indietro i testi ne prendiamo atto. Noi però eravamo più d’accordo col testo originale, non col testo edulcorato da Mattarella”.
Il presidio al Pantheon
Intanto per domani alle 18, in contemporanea con il Consiglio dei ministri, è stata convocata dalla “Rete No ddl sicurezza - A pieno regime” in piazza del Pantheon una manifestazione contro il “golpe amministrativo” del governo Meloni: “Chiediamo una larga partecipazione a tutte le forze di opposizione e saremo in piazza con le oltre 200 sigle che hanno aderito alla Rete”. Alleanza verdi-sinistra parla esplicitamente di “porcata”. Già “normalmente la decretazione d’urgenza è inaccettabile quando si tratta di norme sulle libertà individuali e sul diritto al dissenso – ha denunciato Peppe De Cristofaro –, utilizzarla poi per aggirare il normale iter parlamentare e per ridurre le prerogative delle opposizioni su un tema così delicato è intollerabile. Meloni e la destra sviliscono il ruolo del Parlamento e creano un pericoloso precedente che limita il confronto democratico”. Per il Partito democratico è intervenuto il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: “È vergognoso se il disegno di legge sulla sicurezza, un testo che viola alcune delle regole più elementari di libertà e democrazia del nostro Paese, sul quale avevamo fatto una battaglia per mesi, verrà sostituito nelle prossime ore da un decreto legge. Se dovesse essere così scenderemo in piazza”. Riccardo Magi di +Europa ha denunciato “l’ennesima mortificazione della democrazia parlamentare, passando sopra il lavoro delle due Camere fatto in due lunghissimi anni”. Promettono "barricate" e parlano esplicitamente di "colpo di mano" del governo le capogruppo del M5s nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, Alessandra Maiorino e Ala Lopreiato.