C’è chi dice che una legge italiana sull’AI non fosse esattamente una priorità, vista la recente norma europea 2024/1689 che regolamenta la materia. Ma l’Italia ci tiene ad avere le sue, di leggi, lo ha ribadito anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che vorrebbe delegare meno e meglio alle decisioni normate dall’Europa. E così, nel primo giorno di primavere, il Senato italiano ha dato il via libera alla norma che rappresenta il primo impianto italiano utile a disciplinare l’uso dell’AI nei settori pubblici e privati, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana. Sei capi e ventisei articoli compongono il provvedimento che assegna al governo il compito di sviluppare decreti attuativi per regolare settori cruciali come sanità, lavoro, giustizia, media, sicurezza, pubblica amministrazione e ricerca. Non passa in Aula la proposta delle opposizioni di istituire un’autorità indipendente di vigilanza sull’AI, autonoma rispetto all’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale).
Principi fondanti: al centro la persona
Il ddl si fonda su alcuni dati cardine: antropocentrismo, trasparenza, tracciabilità, sicurezza informatica, tutela della privacy e sostenibilità ambientale. Prevalente è l’intenzione di garantire che l’uso dell’intelligenza artificiale venga subordinato al controllo umano, in ogni circostanza e in particolare nei processi decisionali critici. Si impone alle aziende l’obbligo di rendere trasparente e di dichiarare le modalità di addestramento degli algoritmi, affinchè sia sempre verificabile l’origine delle decisioni delle macchine.
Sanità e disabilità: l’AI come supporto, mai in sostituzione
L’utilizzo dell’AI in ambito sanitario è uno dei pilastri del ddl approvato in Senato. Via libera all’utilizzo di AI per diagnosi, personalizzazione delle terapie, gestione delle risorse, ma la diagnosi finale resta a carico del medico. Sarà vietato condizionare l’accesso alle cure con criteri discriminatori, mentre l’utilizzo dei dati sanitari verrà regolato da decreti del Ministero della Salute, previo parere del Garante per la privacy. Il testo valorizza anche il contributo dell’AI alla vita delle persone con disabilità, favorendone l’autonomia, l’inclusione e la mobilità, in coerenza con i progetti di vita previsti dalla recente riforma sulla disabilità.
Le nuove regole per ricerca, dati sensibili e sperimentazione
Il tema dei dati personali è stato particolarmente attenzionato - i dati sensibili, in particolare - per finalità di ricerca scientifica. Il testo approvato riconosce come di interesse pubblico il supporto dell’AI per sviluppare farmaci, tecnologie riabilitative e strumenti diagnostici, anche attraverso uso secondario a dati anonimizzati. I trattamenti dovranno essere autorizzati da comitati etici e notificati al Garante, con un termine di 30 giorni prima dell’avvio.
Lavoro e professioni: tutela dei dipendenti e informazione ai clienti
Con il Ddl viene istituito un Osservatorio ministeriale sull’intelligenza artifiicale per monitorare rischi e le opportunità dell’AI declinata nel mondo del lavoro. In particolare si vieta ogni valutazione automatizzata delle performance dei lavoratori senza possibilità di contestazione, mentre ai datori di lavoro viene fatto obbligo di informare e formare il personale sull’uso degli strumenti tecnologici. Per le professioni intellettuali, l’uso dell’AI sarà consentito solo come supporto, e i clienti dovranno essere sempre informati del suo impiego.
Pubblica amministrazione e giustizia
Nella PA l’uso dell’intelligenza artificiale sarà focalizzato sul garantire agli utenti l’efficienza dei servizi, ma i sistemi non potranno sostituirsi alle decisioni umane. I software utilizzati dovranno risiedere su server situati in Italia, l’unica eccezione sarà per le operazioni militari all’estero. Anche nel settore giudiziario, l’intelligenza artificiale potrà essere impiegata per analisi e supporto alla redazione di atti, ma la responsabilità giuridica resterà esclusivamente ai magistrati. Il Ddl esclude ogni tipo di delega automatizzata per sentenze e decisioni legali.
Sicurezza e cybersicurezza: più poteri all’Acn
L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sarà l’organo centrale per lo sviluppo e la supervisione delle tecnologie AI legate alla sicurezza. Il ddl vieta esplicitamente la sorveglianza di massa automatizzata e l’uso generalizzato dell’AI per il controllo dei cittadini, pur consentendo l’analisi dei dati per identificare minacce emergenti, nel rispetto della privacy.
Media, fake news e copyright: nuove responsabilità
Eventuali contenuti creati o modificati con l’ausilio dell’AI dovranno essere chiaramente etichettati. Le piattaforme digitali – da TikTok a YouTube – saranno responsabili della rimozione o della segnalazione di deepfake e contenuti ingannevoli. In caso di violazione, sono previste multe fino a 250mila euro per le piattaforme e fino a 50mila euro per l’utente autore. La satira e i meme, invece, restano tutelati: se l’intento è chiaramente umoristico e dichiarato, non si applicheranno le restrizioni.
Multe e sanzioni per gli abusi
Il ddl prevede pene da 5 a 7 anni per chi utilizza l’AI per truffe, manipolazioni finanziarie o violazioni della privacy. Le aziende rischiano multe fino a 500mila euro se addestrano modelli con dati personali senza consenso. In sanità, i medici che si affidano a diagnosi automatizzate senza verifica rischiano la sospensione e multe fino a 200mila euro.
Un miliardo di investimenti
Il ddl introduce anche la Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, che sarà aggiornata ogni due anni, con il coordinamento del Dipartimento per la Trasformazione digitale. Il Governo ha stanziato un miliardo di euro attraverso Cdp Venture Capital per incentivare progetti in AI, cybersicurezza e tecnologie quantistiche, oltre a prevedere sgravi fiscali per i ricercatori che scelgono di lavorare o tornare in Italia.
Un’Italia tra innovazione e diritti
L’approvazione del ddl 1146 segna una svolta per la politica tecnologica italiana. Il testo si attesta l’ardua impresa di rappresentare e tutelare l’innovazione e la tutela dei cittadini, riaffermando la centralità dell’essere umano nei processi decisionali. Non mancano le critiche per l’assenza di un'autorità autonoma di vigilanza, ma il Governo difende la scelta di affidare il controllo ad AgID e ACN. Per l’approvazione definitiva bisognerà attendere il parere della Camera che potrà portare ulteriori modifiche al testo ratificato in Senato.